Tra i 35 Paesi membri dell’OCSE, l’Italia è al quart’ultimo posto per percentuale di donne occupate. Le donne che lavorano guadagnano la metà degli uomini. Poche riescono a rompere il soffitto di cristallo. I manager sono nell’ 87% dei casi uomini. Nelle università solo il 7% dei rettori è donna e solo il 22% dei professori con cattedra è di sesso femminile. Come si spiega ancora questo gender gap? E’ uno dei temi affrontati dal libro “Matrimoni & Patrimoni, istruzioni aggiornate per l’uso” (Hoepli Editore) che ho scritto con Debora Rosciani, giornalista finanziaria e conduttrice con Mauro Meazza di “Due di denari” su Radio 24.
Nonostante ormai le donne si laureino prima e con volti più alti degli uomini, sul lavoro e nella carriera le donne sono le eterne seconde. Perché prima in Italia c’è sempre la famiglia. E la donna è sempre in prima linea su questo fronte. E quando non c’è un marito o dei figli è quel confronto implacabile con sé stesse che impedisce alle donne di candidarsi a qualsiasi lavoro se non hanno il 100% dei requisiti quando agli uomini ne basta poco più della metà.
Le casalinghe sono tra le categorie che hanno fatto più richiesta del reddito di cittadinanza. E nei prossimi anni scopriranno in Tribunale che le nuove regole in materia di assegno divorzile le tutelano meno di un tempo. Poi arriva la terza età e si scopre che in Italia ci sono più vedove che vedovi: nel 2017 erano 3 milioni e 737 mila donne contro 750mila e 822 uomini. Le anziane sole sono tra le categorie a maggior rischio di povertà.
La pianificazione finanziaria delle donne e la scarsa attenzione verso il lato economico della vita le vede al massimo come attrici non protagoniste se non addirittura comparse nella gestione del patrimonio personale o familiare. Un paradosso questa scarsa attenzione per il denaro, perchè le donne hanno più bisogno degli uomini di investire i propri risparmi e di farlo bene, perché vivono di più. Le donne però sono poco fiduciose nelle proprie competenze e capacità finanziarie. Una donna su cinque al Nord non ha un conto corrente, mentre al Sud è addirittura una su quattro. Nel campo degli investimenti, preferiscono delegare agli uomini, con il doppio rischio di non acquisire nessuna esperienza in questo settore e di dover mettere una pezza a questo lato dell’esistenza nel momento peggiore.
Tutti dati che spiegano come il “gender gap” in Italia è qualcosa che andrebbe non trascurato e di cui si fa fatica a vedere un’inversione di tendenza.

“Ah se l’avessi saputo prima!” è la frase che con Debora Rosciani co-autrice di “Matrimoni&Patrimoni” non vorremmo più sentire sulla bocca delle donne. Molto resta ancora da fare festeggiando l’8 marzo, affinché la vita di noi donne non sia una rosa con troppe spine. O continue rinunce.
Dalla scelta del percorso lavorativo, a quella sicuramente più difficile di coniugare professione e famiglia, alla consapevolezza di dover gestire un giorno da sole il patrimonio familiare: sono tante le tappe in cui l’economia e le finanze entrano prepotentemente nella vita di ogni donna. Anche di quella che dei soldi non si vuole proprio occupare. E allora da cosa partire per non trovarsi “in mutande” e con un lavoro “così così” per tutta la vita? Come intervenire prima che sia troppo tardi?
Pensare alle conseguenze economiche delle nostre scelte è il primo passo per inquadrare i problemi da un punto di vista che tenga conto del nostro miglior interesse nel breve e nel lungo periodo. Giustissimo e legittimo, certo, imboccare la strada professionale o il corso di studi più gradito, senza però perdere di vista come sta cambiando il mondo di lavoro, rispetto a un tempo più vivace e ricco di opportunità, con nuove professioni che vediamo nascere ogni giorno, ma al contempo molto più selettivo. Il pezzo di carta insomma non basta più e nelle storie raccolte nel libro si possono trovare spunti per rendere il proprio curriculum più interessante e adatto al ‘nuovo mondo del lavoro’. E una volta trovato tenerselo bello stretto perché quasi mai le scelte sensate nell’immediato, come quella di stare a casa per accudire i figli perché tanto lo stipendio del marito basta, si rivelano sensate nel lungo periodo. La vita può presentarci una mano sfortunata, che si tratti della perdita del posto di lavoro dell’unico membro che produce reddito della famiglia, o di una relazione che si interrompe perché uno dei due vuole fare le valigie. Il rischio improvviso di doversi rimettere in gioco nel mondo del lavoro per far quadrare il bilancio è concreto. Vale la regola generale: attenta ad appoggiarti troppo a qualcuno perché se si sposta cadi.
L’indipendenza economica è ancora il punto debole di molte donne. E solo se si è consci dei propri punti deboli si possono mettere in campo le strategie giuste per affrontarli. Ma anche nella piena consapevolezza che nessuno ci regala niente e che siamo noi a dover sfoderare tutte le risorse di cui disponiamo per affrontare un contesto oltremodo più sfidante.
“Matrimoni&Patrimoni – istruzioni aggiornate per l’uso” il libro in sintesi
Nel libro “Matrimoni & Patrimoni, istruzioni aggiornate per l’uso” (Hoepli Editore) di Debora Rosciani e Roberta Rossi Gaziano si analizzano i rischi e le opportunità delle donne oggi. Tra i rischi la bassa partecipazione delle donne al mondo del lavoro. In Italia è occupata solo una donna su due e la busta paga pesante non è quella rosa. Il diritto di famiglia, meno protettivo di un tempo verso il coniuge debole. La scarsa conoscenza e pianificazione finanziaria. La demografia, che condanna molte anziane sole al rischio povertà. Le opportunità: un mondo più inclusivo, che valorizza la diversità, i nuovi maschi, equi e solidali, la conoscenza a chilometro zero e il buon esempio da imitare di tante donne che portano avanti famiglia e carriera, senza rinunciare a niente.