BTP Italia 2030, è davvero utile per proteggersi dall’inflazione?

Vediamo se il BTP Italia 2030 fornisce una protezione concreta dall'inflazione e se può essere uno strumento di diversificazione di investimento.

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Emesso a giugno 2022 il BTP Italia 2030 appartiene a una tipologia di strumenti ormai rodati. La prima emissione infatti risale ormai al 2012. La sua denominazione è legata al fatto che i titoli sono indicizzati all’inflazione domestica e non a quella europea come invece accade per i BTP Inflation Linked, noti anche semplicemente come BTP€i.

 

come funziona il btp italia 2030

 

I BTP Italia 2030 sono Buoni Poliennali del Tesoro studiati per gli investitori al dettaglio e forniscono una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi italiani. Quando furono lanciati, 11 anni fa, l’inflazione nazionale era stabilmente superiore a quella dell’Eurozona, come si può vedere nella tabellina qui sotto riportata. (fonte: inflation.eu worldwide inflation data). 

 

Tabella dell'inflazione italiana ed eurozona dal 2009 al 2012

 

Un primo motivo per cui il MEF propose un titolo del debito pubblico agganciato all’inflazione nazionale fu probabilmente quello di offrire una protezione specifica ai cittadini italiani preoccupati dal rialzo dei prezzi domestici.  In seconda battuta, una politica di emissione espressamente rivolta ai propri concittadini tende ad aumentare la quota di debito del detenuta internamente. E questo non sempre è un vantaggio, come vedremo più avanti.

 

BTP ITALIA 2030: CEDOLE E CAPITALE AGGANCIATI ALL’INFLAZIONE

 

Tutti i BTP Italia ogni 6 mesi pagano interessi nei quali vengono rivalutati sia la cedola sia il capitale al tasso di inflazione del semestre di riferimento. Questo avviene sulla base dell’indice ISTAT sui prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI) con esclusione dei tabacchi. Con i BTP Italia anche la rivalutazione del capitale viene corrisposta semestralmente, con un recupero immediato dell’inflazione.

 

caratteristiche del BTP Italia 2030

 

Il BTP Italia 2030 riconosce un tasso cedolare reale annuo pari all’1,6% pagato semestralmente a giugno e a dicembre.  La rivalutazione di cedola e capitale viene effettuata in base all’indice FOI rilevato nei mesi precedenti l’erogazione della cedola e reso noto il giorno stesso dello stacco cedolare. Vediamo come.

 

BTP Italia 2030 e l’indice FOI

 

L’ISTAT fornisce mensilmente 3 indici di inflazione, il NIC, l’IPCA e il FOI: quest’ultimo è quello utilizzato per indicizzare capitale e cedole del BTP Italia 2033. Il FOI è l’indice che serve per le rivalutazioni monetarie in generale: affitti, assegni al coniuge separato e, appunto, indicizzazione dei titoli del debito. Il NIC, invece, è l’indice che si riferisce all’intera collettività nazionale e misura l’inflazione a livello di sistema economico. L’IPCA, infine, è stato sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo.

 

quindi come si calcola la cedola semestrale del BTP Italia 2030?

 

L’ indice FOI comunicato da Istat viene usato come base per calcolare il coefficiente di indicizzazione. Il coefficiente di indicizzazione è il parametro tramite cui determinare l’importo della cedola semestrale lorda del BTP Italia 2030 e in generale di tutti i BTP Italia. Proprio sul sito del Dipartimento del Tesoro del MEF  è possibile ottenere questi coefficienti per tutti i Btp Italia in circolazione che,  ad oggi, in totale sono nove.

 

BTP Italia 2030: calcolo della cedola di giugno

 

Mostriamo ora il calcolo dell’ultima cedola del BTP Italia 2030 pagata lo scorso 28 giugno 2023. Un risparmiatore ha acquistato 1000€ di questa emissione governativa. Il giorno del pagamento della cedola il MEF comunica che il coefficiente di indicizzazione è pari a 1,01403.  A questo punto occorre moltiplicare sia il capitale sia la cedola per il coefficiente e si sommano i prodotti risultanti. Otteniamo in questo modo la cedola lorda di giugno. Per la parte relativa al capitale avremo una componente pari all’1,403% mentre per la componente cedolare avremo uno 0,8112%. Se sommiamo l’indicizzazione del capitale e quella della cedola otteniamo come risultato la cedola semestrale lorda  del 28 giugno 2023 pari al 2,2142% ovvero 22,14€ lordi per ogni 1.000€ investiti. Alla cedola lorda si sottrae poi la tassazione del 12,5% per i titoli di stato.

 

in caso di deflazione cosa succede al BTP Italia 2030?

 

La protezione sul titolo è attiva anche in caso di deflazione: il rendimento effettivo del BTP Italia 2030, infatti, non può essere inferiore al rendimento minimo garantito. Le cedole in caso di deflazione, sono calcolate sul capitale nominale e mai su un capitale inferiore ad esso. Tecnicamente si parla di floor, pavimento, perché sotto non si scende. Qualora lo scenario dei prossimi anni riportasse in auge lo spettro della deflazione, il BTP Italia 2030 pagherebbe comunque cedole in percentuale sul nominale investito, senza alcuna penalizzazione per il possessore.

 

 BTP ITALIA 2030: anche un PREMIO FEDELTÀ   

 

Per il BTP Italia 2030 c’è anche la novità del premio fedeltà, pari all’1% del capitale investito per chi detiene ininterrottamente il titolo fino a scadenza. Il premio è corrisposto in due tranche: lo 0,4% nel giugno 2026 come premio intermedio e  il restante 0,6% alla scadenza del titolo. Un incentivo insomma a non disfarsene prima che scada.

 

 

è sceso il BTP Italia 2030 col rialzo dei tassi?

 

Parlando in generale possiamo affermare che i titoli indicizzati, come il BTP Italia 2030,  sono meno sensibili al rialzo dei tassi di interesse, perché non pagano una cedola fissa ma una cedola agganciata a un parametro di mercato. Nel grafico sotto abbiamo messo a confronto un BTP tradizionale (con cedola 1,6% e scadenza 2030), a sinistra, con il nostro BTP Italia 2030 a destra. Se osserviamo il prezzo di entrambi è evidente che il calo del BTP Italia 2030 è molto più contenuto di quello del BTP tradizionale, essendo quest’ultimo a tasso fisso  e privo di protezione dall’inflazione.

 

 

e in prospettiva che dire del BTP italia 2030?

 

Dopo un paio di anni di inflazione sostenuta nessuno può dire con certezza se il sentiero dei prezzi continuerà a salire o se rientreremo verso valori più contenuti.

Negli ultimi 24 mesi la politica della banche centrali è stata molto restrittiva proprio in funzione mitigatrice di tassi di inflazione che non si vedevano da decenni. Ma la certezza che il rischio di ulteriori rialzi dei prezzi si sia esaurito non c’è.

Come società di consulenza finanziaria indipendente evitiamo di fare previsioni sul mercato, spesso fuorvianti, ma suggeriamo ai nostri clienti portafogli diversificati ed efficienti per affrontare al meglio gli scenari futuri, qualsiasi essi siano.

 

buone ragioni per avere in portafoglio il BTP Italia 2030

 

Sono tante le ragioni per avere in portafoglio il BTP Italia 2030: protezione dall’inflazione, tassazione ridotta, esenzione dalle tasse di successione, liquidità e premio fedeltà. Già solo questo li rende interessanti per essere presi in considerazione per una diversificazione di portafoglio. I prezzi attuali del BTP Italia 2030 sono in area 93€, ma è necessario ricordare che saranno rimborsati a 100€.  Per coloro che li hanno acquistati in collocamento occorre anche considerare il premio fedeltà, che va ad incrementarne la redditività.

Come SoldiExpert  siamo convinti che sia importante valutare gli strumenti di investimento nell’ottica di composizione di  portafoglio e non a compartimenti stagni. Anche il BTP Italia 2030 può contribuire alla costruzione di portafogli efficienti e personalizzati sulle esigenze del singolo investitore. Portafogli equilibrati e correttamente allocati in termini di scadenze, emittenti, tipologia di strumenti e rischiosità. Una consulenza una tantum può risultare la soluzione giusta per valutare le esigenze di ciascun investitore in base al suo profilo di rischio e al suo orizzonte temporale.

 

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