CONFLITTI D’INTERESSI IN BANCA: ECCO UN BEL CASO SEGNALATOCI DA UN NOSTRO LETTORE

La maggior parte dei risparmiatori si affida a banche e promotori per farsi gestire i propri risparmi. Ma questa delega può costare cara perché quello che è conveniente per la banca non è assolutamente detto che lo sia anche per il proprio cliente. Un caso vero che ci ha scritto un lettore e racconta come a una signora di 83 anni una promotrice finanziaria di Mps ha cercato di rifilare un prodotto della casa. Ma ha trovato questa volta “pane” per i suoi denti…...

Esiste un problema di conflitti di interessi in banca? Nella saggezza popolare si dice che non bisogna mai chiedere all’oste un giudizio sul suo vino perché è evidente che il parere non sarà disinteressato.

Quando si parla di risparmi e investimenti molti risparmiatori rischiano di commettere in buona fede la stessa leggerezza (che però può costare molto più cara), seguendo i consigli di chi in banca (allo sportello o tramite promotori) cerca di rifilare del vinello scadente.

Due i rischi che si corrono: il meno grave è sottoscrivere un prodotto finanziario che offrirà un rendimento più basso rispetto a quello di mercato (e questa differenza evidentemente viene regalata all’intermediario che così se ne appropria); l’altro, ancora più preoccupante, è quando la banca rifila al cliente un prodotto non adatto al profilo di rischio del cliente (e sul quale lucra una lauta commissione) che può trasformarsi in una fonte incredibile di perdite per il risparmiatore.

Casi concreti di conflitti di interesse come quelli del prestito obbligazionario convertendo BPM, che in questi giorni sono tornati d’attualità, ne sono un esempio.

Naturalmente è bene non generalizzare ma purtroppo la realtà ci dice che moltissimi risparmiatori cadono in queste trappole e dall’interno delle stesse banche, da tempo, si levano grida di chi si ribella all’ordine di scuderia di rifilare “patacche” pur di raggiungere i budget assegnati.

Argomenti che non ci inventiamo noi che svolgiamo l’attività di consulenza finanziaria indipendente (e che magari potremmo essere in conflitto d’interesse sull’argomento…) ma che in alcune nazioni hanno visto la netta eliminazione della figura, per esempio, del promotore finanziario come esiste in Italia per evitare proprio questo fenomeno.

E che anche in Italia ha visto la stessa Consob sollevare qualche dubbio sul modello attuale a leggere le parole di Tiziana Togna, responsabile della direzione intermediari della Consob, il 19 marzo 2012 a un convegno organizzato da Ascosim: “C’è una consulenza base fatta dalle banche e dalle reti gratuita e strumentale alla distribuzione. E’ il perimetro nel quale diventa difficile gestire situazioni di conflitti di interessi. Poi c’è quella offerta dai consulenti indipendenti che – ha spiegato Tiziana Togna – è quella non legata al servizio di collocamento ma alla qualità del servizio” Questa consulenza, ha dichiarato la  responsabile della direzione intermediari della Consob, “si allinea meglio agli interessi del cliente e genera minori conflitti di interesse”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento allo stesso convegno di Mario Noera dell’Università Bocconi di Milano, già docente dell’Aiaf, l’Associazione Italiana degli analisti finanziari: i consulenti sono indipendenti quando sono remunerati esclusivamente dai clienti e non dai collocatori. “Dimmi chi ti paga e ti dirò chi sei: questa è la linea di demarcazione fra la consulenza intesa come servizio professionale e quella che diventa un’attività di business legata al collocamento” ha specificato Noera in un recente interessante convegno organizzato da Ascosim.

Come dimostra bene questo caso reale segnalato e raccontato a MoneyReport.it da un nostro lettore e cliente. Piuttosto preparato sull’argomento come capirete leggendo questa storia…

“Monte dei Paschi di Siena: come cerco di piazzarti il bond in emissione alla nonnetta”

Mercoledì sera mia suocera viene a trovarmi e mi dice:

“la nonna di 83 anni, vedova, che vive di sola pensione che spesso non basta per arrivare alla fine del mese ha una somma di X euro da investire”. Bisogna sapere che sono gli unici soldi che ha a disposizione e sono il frutto di un’intera vita lavorativa. Mia suocera e la sorella che sono cointestatarie del dossier titoli sono andate in banca ANTONVENETA chiedendo consiglio.

 

Risposta della banca: “Signore abbiamo quello che fa al caso vostro: una SOLA obbligazione MPS Isin IT0004825755 3.6% che sarà collocata il 06-08-2012  scadenza 06-08-2014” (valore teorico 94,74% – Prezzo emissione 100% – oneri impliciti 5,26%). Mia suocera, che non mastica molto di finanza, a “pelle” ha avvertito che qualcosa non quadrava e mi ha chiesto consiglio. Gli rispondo che saremmo andati in banca insieme.

Il giorno successivo in banca:
Mia domanda:
“Vorrei vedere la profilatura di rischio del cliente”
RISPOSTA:
– Mutismo assoluto.
Domanda:
“Vorrei conoscere la posizione fiscale della signora per vedere se ha minusvalenze da recuperare”.
Risposta:
“Devo chiedere in sede”. Proseguendo nella discussione mi rendo conto che non sapeva entro quali termini temporali scade la possibilità di recuperare le minusvalenze, non conosceva la differenza tra redditi diversi e redditi da capitale.
Domanda:
“Mi spieghi secondo quale logica lei ha proposto ad una persona di 83 anni, vedova, che vive di sola pensione che non basta per arrivare a fine mese un solo titolo e con rating BBB ovvero in deroga ad ogni logica di diversificazione del rischio ed un titolo che ha un rating “comunicato” (diverso dal rating reale che le società di rating possono vendere su richiesta) alla soglia dell’investment grade; senza parlare poi dei problemi noti che sta attraversando MPS”.
Risposta della promotrice:   “Venga lei al mio posto!”

Conflitti di interesse: il consiglio nell’interesse della banca e non del cliente

Mia risposta:
– “Io non riuscirei a essere al suo posto e fare quello che fa lei non certo per lacune di formazione finanziaria ma piuttosto perché non sarei in grado di “fregare” una vecchietta di 83 anni che in caso di default dell’unico titolo su cui lei ha investito, per i ritorni commissionali della banca, si troverebbe priva dei risparmi di una vita.  Io ho una coscienza”.
-Lei: recitando una filastrocca che avrà imparato a memoria: “Guardi che MPS non ha problemi…..”
Io: “Facciamo finta che MPS non abbia problemi e sorvoliamo sulla diversificazione.
Mi spieghi allora perché ha proposto quel titolo MPS e non questo MPS (quindi stesso emittente) acquistabile sul mercato secondario: XS0173287516 cedola 4,375% – scad. 07/2013 quindi con un rendimento su base annua del 5.02% una DURATION 0.95 e una DURATION MODIFCATA di 0,80.
Ovvero: steso emittente, con un costo di 99,…… anziché 100 – con una cedola del 4.375% e non del 3,6% – e quindi con un rendimento migliore e una duration e una duration modifcata più bassa, e di conseguenza una esposizione alla volatilità inferiore….
Questo solo per farle capire che nel vendere il primo corporate MPS non aveva certo intenzione di fare l’interesse del cliente. E che comunque MPS avendo un CDS A 3 anni di 695 non è certo adatto al cliente che doveva servire. Le chiedo perché non ha scelto (tra i vari che doveva proporre nella logica della diversificazione) un titolo Inflation linked e le faccio vedere titoli più sicuri con rating e CDS migliori visti che il cliente aveva espresso il desiderio di essere disposto a rinunciare al profitto in virtù della maggior sicurezza… magari senza arrivare ad un rendimento reale negativo….. E nella discussione ho iniziato ad andare più nello specifico di prodotti e termini finanziari”.
Lei:  apriti cielo, non sapeva di cosa stessi parlando! Ovvero delle cose basilari per fare un arbitraggio su un investimento obbligazionario !!
A quel punto per metterla ancora più sotto pressione le chiedo di calcolarmi lo YTM (il rendimento annuale alla scadenza) dell’obbligazione Mps che lei mi aveva proposto (emesso a 100 e cedola 3,60%). Dietro a questa richiesta elementare va nel panico e chiede l’aiuto del direttore.
Con il direttore, persona dotata di buon senso, dopo un breve colloquio ricevo questa risposta:
“Evidentemente lei è una persona molto preparata sul profilo finanziario e quindi la Banca le chiede scusa poiché ha sbagliato !!”.
Ovvero
Siccome lei ha una preparazione finanziaria NON possiamo fregarla. (mia interpretazione).

All’uscita mia suocera mi dice: “sapevo che ti piaceva il mondo finanziario, ma credevo che almeno quelli della banca potessero tenerti testa su una discussione, ma queste persone quando hai iniziato a parlare di grado di subordinazione, LT1 – Lower T2 – Upper T2 , del perché può convenire fare uno Swich da un titolo ad un altro ti guardavano come se fossi un marziano. Allora in tutti questi anni mi hanno sempre “fregato”?

Il mio rammarico è che la promotrice finanziaria (nonostante gli sguardi di minaccia che il direttore le lanciava come a dire: “STAI ZITTA!” che questo “cliente” ti annienta su tutti i fronti) continuava arrogantemente a cercare scusanti assurde.
Non era conscia del danno che poteva arrecare. Questa persona è una minaccia per lo sprovveduto che le capita come cliente.
Questa promotrice non ha ancora capito che non esiste l’investimento perfetto, il migliore in assoluto, ma esiste solo l’investimento più adatto al profilo del cliente. Se il promotore bancario, al solo fine di fare budget, vende senza profilare il cliente può fare veramente molti danni.
Siamo messi male. Al punto che sto meditando di scrivere una lettera di reclamo alla CONSOB.

La morale? Attenti a non diventare dei polli da “spennare”.  Il risparmiatore deve sempre più documentarsi e/o affidarsi a chi gli può fornire una seconda opinione o consulenza veramente indipendente rispetto a quanto gli viene proposto in banca o dal suo promotore visto che queste figure professionali guadagnano sul prodotto che il cliente andrà a comprare e non sempre si preoccupano dell’interesse a breve e lungo del proprio cliente.

“Sopra la Banca l’Italia campa, sotto la banca l’Italia crepa”

Naturalmente se la promotrice che ha cercato di vendere l’obbligazione alla nonnetta vuole dare la sua versione dei fatti siamo pronti ad ospitarla. Seppure non abbiamo molte ragioni per dubitare che le cose siano andate come ce le ha raccontate il nostro lettore/cliente.

Che dire dopo questa bella e documentata testimonianza di come può funzionare il sistema bancario e delle reti di vendita di prodotti bancari e finanziari?

La risposta ce la fornisce il nostro stesso attento e preparato cliente: “Gli imponenti tagli all’organizzazione delle banche italiane rischiano di peggiorare il livello di servizio ai clienti. Se a questo aggiungiamo che le banche non imparano mai dai loro errori, e nonostante le denunce e le brutte figure raccontate da giornalisti economici continuano a provare a “fregare” i clienti; arriviamo alla conclusione che solo il risparmiatore che alza l’asticella della conoscenza finanziaria può cercare di evitare fregature. E un altro rammarico è che questa promotrice finanziaria con tutta la sua incompetenza occupa un posto di lavoro dove può fare danni a molte persone”.

Peraltro fra i nostri clienti della consulenza oltre che lettori di MoneyReport.it abbiamo molti bancari, promotori e addetti ai lavori e quello che ci raccontano che accade nel collocamento dei prodotti alla clientela non ci stupisce (e spesso abbiamo raccontato di esempi simili) visto che al “mal di budget” anche Plus, il settimanale de “Il Sole 24 Ore” ha dedicato spesso spazio spiegando anche del tentativo di ribellione di molti bancari e promotori a piazzare qualsiasi cosa con fortissime pressioni. Un fenomeno quello dei conflitti di interesse in banca che non riguarda solo una banca ma che è purtroppo molto esteso ed è diventato in questi anni quasi la regola come ha perfino testimoniato in alcuni studi la stessa Consob.

La stessa autorità di controllo che dovrebbe vigilare affinchè  sul mercato finanziario non si effettuino abusi. Ma questo è un altro discorso. E riguarda non certo solo la Consob.

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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