Costi fondi comuni? Ancora esagerati

Costi dei fondi comuni ancora elevati: in alcuni casi superano il 6% annuo. E si tratta di una società molto nota

Chi vigila sui costi dei fondi comuni? Chi si assicura che i prodotti venduti ai risparmiatori comuni non siano caricati da commissioni eccessive?

Non c’è nessuna autorità di controllo che impedisca oggi a una società di gestione di far pagare costi anche del 6% annui sui fondi che vende alla sua clientela.

Fortunatamente non tutte le società applicano costi così elevati ai propri clienti. I fondi che applicano costi del 6% sono casi rari come vedremo, casi limite, ma applicati da società di primo piano nella gestione dei risparmi degli italiani.

Quanto paga mediamente un risparmiatore sui fondi comuni di investimento?

 

ESMA: commissioni elevate e rendimenti inferiori nei fondi comuni

 

A gennaio 2025 l’ESMA ha pubblicato un’indagine su “Costs and Performance of EU Retail Investment Products” in cui è emerso che i costi dei fondi comuni sono di gran lunga superiori a quelli degli ETF.

Pur non essendo un regolatore di fondi “retail” in via diretta (compito che spetta alle autorità nazionali), l’ESMA, l’Autorità europea di vigilanza sui mercati mobiliari, svolge un ruolo chiave emanando regolamenti secondari, orientamenti e raccomandazioni e coordinando controlli a livello europeo, con l’obiettivo di elevare gli standard di trasparenza, integrità del mercato e tutela degli investitori nel settore dei fondi comuni.

In uno studio recente ESMA ha esaminato commissioni e rendimenti dal 2019 a 2023 dei fondi venduti ai risparmiatori europei evidenziando che in media hanno costi superiori e rendimenti inferiori agli exchange traded funds (ETF) che spesso ottengono performance superiori.

 

Costi dei fondi comuni: le indagini ESMA e Mediobanca

 

L’ESMA in questo ultimo rapporto pubblicato nel 2025 sui costi e le performance dei prodotti d’investimento venduti ai risparmiatori in Europa sottolinea come la disponibilità di prodotti “ben disegnati” e a basso costo sia cruciale per migliorare i rendimenti netti per i risparmiatori e rafforzare la fiducia nei mercati.

I risparmiatori comuni mostrano secondo l’ESMA una scarsa comprensione dei costi associati agli investimenti. Dato l’elevato impatto dei costi sui rendimenti finali, l’Autorità di vigilanza mira ad assicurare con proposte, analisi e report che i fondi offrano sempre un valore equo rispetto alle commissioni addebitate.
Un tema sensibile che avevamo già evidenziato pubblicando qualche anno fa uno studio shock di Mediobanca sui costi veramente spropositati dei fondi venduti ai risparmiatori italiani da alcune società in Italia, Azimut in testa.

In un report di 88 pagine, intitolato “Italian Asset Gatherers – Aggiornamento 2021”,  Gian Luca Ferrari analista di Mediobanca Securities, passava al setaccio i costi dei fondi di investimento e le performance delle 5 società di gestione del risparmio quotate a Piazza Affari. Le SGR analizzate nello studio erano cinque: Banca Generali, Anima, Azimut, Banca Mediolanum e Fineco. Vediamo che cosa ne è uscito.

 

i costi dei fondi: Azimut la piu’ cara

 

Secondo i dati raccolti, Azimut risultava essere la più cara in merito ai costi dei fondi di investimento e l’unica fra le analizzate che non aveva avviato alcuna riduzione in questi anni post Mifid II.

Il principale indicatore che solitamente viene utilizzato per verificare quanto sia costoso un fondo è il cosiddetto TER, acronimo utilizzato per sintetizzare un indice di spese complessive, il Total Expense Ratio.

Ebbene i risultati evidenziavano che tra commissioni di gestione e di performance, un cliente di Azimut poteva pagare fino al 6% annuo di costi sui fondi di investimento di questa SGR.

Tra i primi top40 dei fondi più sottoscritti dai clienti Azimut, nel 2020 il fondo Global ESG A aveva applicato in totale un costo del fondo di investimento del 6,3%, con un 4% sulla gestione e il 2,30% di performance.

C’erano  altri fondi citati nella ricerca di Mediobanca, tra i più collocati ai clienti da Azimut, che superavano il 5% di costi annui tra spese di gestione e di performance. Erano tutti fondi di fondi azionari, come Global FoF A, Emerging Asia Fof A, Small Cap Europe FoF A, Global Emerging FoF A. Nella tabella sottostante, che è un estratto di quella contenuta nello studio di Mediobanca del 2021, venivano indicati i costi dei fondi di investimento più cari collocati da Azimut all’interno dei top40 più sottoscritti.

 

Azimut: Costi dei fondi di investimento più sottoscritti

 

Il caso Azimut: commissioni fino al 6,9% annuo

 

Trascorsi diversi anni dal report shock di Mediobanca, i costi dei fondi Azimut non sono calati, almeno nel caso del fondo AZ Equity – Global ESG FoF di Azimut Investments.

Leggendo il documento contenente le informazioni chiave del fondo, aggiornato al 11 luglio 2025, si evidenzia che il fondo (identificato dal codice ISIN LU1867654276) applica il 4,8% di commissioni di gestione e può applicare commissioni di ingresso fino al 2,0% dell’importo pagato al momento della sottoscrizione dell’investimento. Queste commissioni possono arrivare a un massimo dello 0,96%.

Considerati tutti questi costi il fondo Azimut Global ESG FoF può costare al sottoscrittore se detenuto per meno di un anno il 6,7% mentre se venduto dopo 7 anni il risparmiatore può pagare all’anno il 5%. Secondo il sito Morningstar il fondo Global ESG FoF di Azimut ha addebitato costi totali tra commissioni di gestione e di performance del 6,94%. Un costo abnorme considerando che secondo lo studio dell’ESMA i fondi azionari addebitano mediamente costi del 2,1% ai propri sottoscrittori mentre i più convenienti ETF hanno commissioni di gestione dello 0,6% all’anno.

 

commissioni di performance? sì, anche in perdita

 

Lo studio del 2021 dell’Ufficio Studi di Mediobanca evidenziava altre pratiche dannose per gli interessi dei risparmiatori.

Nonostante le raccomandazioni dell’ESMA di calcolare le commissioni di performance su base annuale e non mensile, molti intermediari continuavano a utilizzare metodologie non corrette. In particolare nel 2020 il 15% dei fondi più sottoscritti dai clienti di Banca Generali aveva fatto pagare commissioni di performance anche in presenza di un risultato negativo per i propri sottoscrittori. Il 25% dei fondi più collocati da Azimut aveva applicato commissioni di performance sui suoi fondi, nonostante performance annuali negative per i sottoscrittori. Questo era stato possibile grazie al calcolo mensile anziché annuale delle commissioni di performance, calcolo che secondo Mediobanca era semplicemente inaccettabile.

Applicare costi di performance anche in presenza di risultati negativi, come secondo lo studio del 2021 facevano Banca Generali e Azimut, zavorrava ulteriormente il costo dei fondi di investimento. Peraltro anche nel 2025 leggendo il documento contenente le informazioni chiave del fondo Azimut Global ESG FoF è scritto che sono previste commissioni di performance anche se il risultato dovesse essere negativo.

 

 

commissioni di performance: chi non le applica

 

Sempre dai dati scaturiti dall’indagine Mediobanca, nel 2020 Banca Mediolanum non aveva invece incassato commissioni di performance quando il risultato era stato negativo, essendosi già allineata alle nuove regole di calcolo indicate dall’Esma relativamente alle commissioni di incentivo. Fineco invece risultava l’unica società a non applicarle, alleviando il costo dei fondi di investimento, come si vede nella tabella sottostante, che è un estratto di quella contenuta nello studio di Mediobanca del 2021.

 

Costi dei fondi di investimento: le commissioni di performance
fonte: “Italian Asset Gatherers” Mediobanca 11/10/2021 estratto

 

Il cahiers de doléances sulle commissioni di performance non finiva qui: molte società utilizzavano altri stratagemmi per per applicare le commissioni di gestione, alzando complessivamente i costi dei fondi di investimento.

Un metodo particolarmente utilizzato èera quello di etichettare sempre più  fondi indicandoli come flessibili (quando secondo Mediobanca erano degli azionari) per potervi applicare dei benchmark facili da battere su cui calcolare le commissioni di performance come ad esempio l’Euribor a 3 mesi, che in un fondo azionario non si potrebbero usare.

 

 

 

costi dei fondi di investimento: anche il 3%

 

Con l’unica eccezione di Anima, sui fondi più sottoscritti le spese correnti (in inglese ongoing charges), quelle che gravavano sul sottoscrittore di un fondo, erano mediamente intorno al 2,5%. Queste spese fanno solitamente riferimento alla commissione di gestione più le spese di negoziazione, più altre spese amministrative. Se ad esse si sommano poi le performance fees, ovvero le commissioni di performance, in media il totale costo dei fondi di investimento superava addirittura il 3% sia per Banca Generali, con un 3,15%, sia per Azimut, con un 3,34%. E questo non riguardava singoli fondi ma era una media dei 40 fondi più collocati da queste società alla loro clientela.

Banca Mediolanum, sempre sui suoi fondi più collocati, applicava in media costi dei fondi di investimento del 2,69%, Fineco del 2,33% e Anima del 1,65% come si vede nella tabella sottostante che è un estratto di quella contenuta nello studio di Mediobanca del 2021.

 

A quanto ammontano le spese correnti delle società analizzate da Mediobanca?
fonte: “Italian Asset Gatherers” Mediobanca 11/10/2021 estratto

 

fondi obbligazionari: ha senso sottoscriverli?

 

Un tema molto scottante è quanto i costi assorbivano il rendimento finale per l’investitore, andando a deprimerlo. In particolare nel caso di quelli obbligazionari i costi dei fondi di investimento potevano “mangiarsi” due terzi del risultato: tanto che nel report a cura dell’Ufficio Studi di Mediobanca ci si chiedeva se avesse senso sottoscriverli.

Nella tabella sottostante, che è un estratto di quella contenuta nello studio di Mediobanca, sono riportati i i costi dei fondi più collocati da Banca Generali, Mediolanum, Fineco, Azimut e Anima. Nel 2020, tra spese correnti e commissioni di performance i costi dei fondi obbligazionari applicati da Banca Generali erano stati del  2,68%, Mediolanum dell’1,38%, Fineco dell’1,95%, Azimut del 2,04% e Anima dell’1,26%.

 

SoldiExpert Fund Rating SoldiExpert Fund Rating

 

Considerando la performance ottenuta da questi stessi strumenti si vedeva come nel caso di Anima i costi totali avevano ridotto moltissimo o quasi azzerato in alcuni casi, il ritorno dei sottoscrittori.

In particolare nel 2020 i costi dei fondi di investimento avevano ridotto del 45% il rendimento dei fondi Anima, del 59% quelli di Fineco, del 65% quelli di Azimut e di Banca Generali, e del 89% quelli di Banca Mediolanum.

Avete letto bene.

Rendimento quindi dimezzato nel migliore dei casi, se non addirittura ridotto a un terzo o a un risibile decimo di quello che il fondo avrebbe ottenuto al lordo dei costi.

 

I costi dei fondi di investimento tagliano il rendimento per l'investitore
fonte: “Italian Asset Gatherers” Mediobanca 11/10/2021

 

 

i costi dei fondi e il richiamo di mediobanca

 

Nel complesso dunque questo studio offriva uno spaccato eloquente che confermava le contraddizioni di un sistema basato sulle retrocessioni e che alimentava un’incredibile asimmetria informativa.
Le cose sono cambiate?
Come abbiamo visto analizzando il fondo ha spese correnti del 4,80% contro una media per i fondi azionari dell’1,47%. Nella tabella sottostante sono rappresentati costi e rendimenti dei fondi comuni di investimento (suddivisi in azionari obbligazionari e bilanciati) a confronto con gli ETF.

 

Costi e rendimenti fondi comuni azionari e ETF a confronto

 

I fondi azionari mediamente costano il 2,1% all’anno: quasi il 60% in meno del fondo Azimut più costoso secondo l’indagine di Mediobanca del 2021, fondo che costa anche nel 2025 una fucilata.

 

Gli ETF azionari invece costano mediamente lo 0,6%. Si dirà: gli ETF costano meno ma rendono meno. No. Secondo le statistiche dell’ESMA del 2025 sui costi dei fondi, gli azionari hanno ottenuto una performance dell’1,7%  mentre i corrispondenti ETF hanno guadagnato il 4,1%.

 

Per chi detiene fondi, forse vale la pena valutare anche altri strumenti di investimento magari ricorrendo a quelli raccomandati da consulenti indipendenti che non avendo propri prodotti da collocare sono sicuramente interessati a consigliare quelli che costano meno. Se hai un fondo costoso in portafoglio e vuoi valutare alternative più economiche puoi chiedere un check up finanziario gratuito. SoldiExpert dal 2001 consiglia ai propri clienti gli strumenti più interessanti in cui investire nel loro esclusivo interesse.

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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