Investire nei fondi flessibili? Un po’ come giocare a testa o croce

Da +58% a -45% negli ultimi cinque anni: performance a macchia di leopardo per i fondi flessibili e nella media deludenti. Quali alternative?

Da +28% a -21% in cinque anni. Ecco quanto hanno reso il migliore e peggiore dei fondi flessibili nell’ultimo quinquennio. Orientarsi in questi prodotti è difficile.

A tal proposito un vecchio numero di Plus, il settimanale de Il Sole 24 ore, parlava di “mare magnum”: una grande e disordinata massa o quantità di fondi, tale da configurare una situazione di caos e di confusione. Ma al di là degli estremi è più importante valutare quanto mediamente hanno ottenuto come risultati questa categoria di fondi in 5 anni. Quasi nulla!

La flessibilità vantata dai gestori come capacità di muoversi al meglio sui mercati quando gli si dà carta bianca per cavalcare al meglio i mercati sia nelle fasi di rialzo che di ribasso non è assolutamente garantita da questa etichetta. Ed è bene per un risparmiatore che sottoscrive questi fondi (spesso perchè glieli propone la propria banca o rete di consulenti) comprenda la distanza fra teoria e pratica.

Anche perché l’Associazione delle Società di Gestione (Assogestioni) etichetta come fondi flessibili prodotti di tutti i tipi. Così il migliore e il peggiore della categoria sono divisi da 50 punti percentuali di rendimento come mostra la tabella.

 

Fondi flessibili cosa sono

 

I fondi flessibili si distinguono per il fatto che non hanno alcun vincolo in materia di asset allocation. Non esiste quindi un benchmark pre-determinato tipo massimo 50% azioni. I fondi flessibili vengono a volte chiamati “absolute return” (ritorno assoluto) per esprimere la loro libertà di investimento.

Gli unici vincoli ai quali il gestore deve attenersi sono quelli espressamente previsti nel regolamento del fondo flessibile. Quindi rispettare i limiti di investimento del fondo se definiti e i titoli in cui il fondo flessibile può o non può investire.

I fondi flessibili non devono indicare un parametro oggettivo di riferimento il cosiddetto benchmark con cui confrontare i risultati del fondo.

miglior fondo flessibile: i rendimenti a confronto

A metà agosto 2023 il miglior fondo flessibile degli ultimi 5 anni è stato  Schroder GAIA Blue Trend C Cap $ che ha reso il + 58%. Il fondo è gestito attivamente e investe direttamente (con partecipazioni fisiche) e/o indirettamente (attraverso derivati) in obbligazioni, azioni, valute e materie prime in tutto il mondo, nonché in fondi che investono in tali strumenti. Da inizio anno perde l’11,04% a dimostrazione che il miglior fondi del passato non è detto che lo sia sempre.

 

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Il peggior fondo flessibile negli ultimi cinque anni è stato il LUX IM Short Equities DBL Cap EUR di Banca Generali che ha perso il 45% del proprio valore. Il fondo persegue una strategia d’investimento short che si propone di catturare profitti in fasi di calo del mercato.

 

Il peggior fondo flessibile

 

LUX IM Short Equities DBL Cap EUR di Banca Generali e’ gestito attivamente e non ha un parametro di riferimento. Il Fondo  investe in un portafoglio diversificato di titoli e strumenti finanziari derivati su tutti i tipi di classi di attivi autorizzate. Inoltre, può investire in titoli azionari fino al 60% del suo patrimonio netto.

Il Fondo può investire in altri fondi che adottano strategie d’investimento short o double short ambedue fino al 20%. La sua esposizione netta ai mercati azionari globali, inclusi gli strumenti finanziari derivati, può variare da 0 a meno 100. Il Fondo può inoltre utilizzare strumenti finanziari derivati con lo scopo di proteggere il suo portafoglio da fluttuazioni sfavorevoli di mercato, del tasso d’interesse o dei tassi di cambio.

 

fondi di investimento flessibili: la dispersione dei rendimenti

 

Nella tabella seguente è possibile vedere l’enorme dispersione dei rendimenti dei fondi flessibili: su migliaia di strumenti analizzati il grafico mostra che tra il miglior e il peggiore fondo flessibili può esserci una grandissima differenza. Una dispersione dovuta anche al fatto, come abbiamo spiegato, che occorrerebbe capire  (da solì o con il supporto di un consulente finanziario non in conflitto d’interessi) al di là dell’etichetta “flessibile” per ciascun fondo qual è il perimetro in cui opera e gli strumenti e strategie che utilizza. Non certo acquistare questo genere di fondi sulla base dei depliant pubblicitari o del materiale di “marketing” (che teoricamente nemmeno dovrebbe essere consegnato al cliente).

 

La dispersione dei rendimenti dei fondi flessibili

 

Ma se le performance sono così a macchia di leopardo, vale la pena investire in questi prodotti?

L’opinione di SoldiExpert SCF sui fondi flessibili

Qualche anno fa Salvatore Gaziano, direttore Investimenti di SoldiExpert SCF, intervistato da Andrea Gennai su Plus ne dubitava fortemente  «Dal 2010 – spiega Gaziano – monitoriamo questo universo molto composito e ne avevamo previsto molti difetti. Il problema della maggior parte di questi fondi flessibili è che hanno commissioni troppo elevate e strategie di investimento che alla prova dei mercati deludono.”

 

La guida per investire con gli ETF La guida per investire con gli ETF

 

 

L’alternativa ai fondi flessibili? Secondo Gaziano c’è da valutare per ciascun risparmiatore naturalmente il suo mix corretto. Ma storicamente per fare un esempio semplice un paniere passivo con ribilanciamento annuale composto da Etf con peso 40% azioni mondiali Msci World, peso 40% obbligazioni internazionali, peso 15% obbligazioni europee e peso 5% sull’oro ha dimostrato di sovraperformare la maggior parte dei cosiddetti fondi “flessibili”.

Un portafoglio di ETF (e con mix più personalizzati per ciascun risparmiatore) può rendere molto di più della media dei fondi flessibili. Certo questo portafoglio è composto da ETF con costi medi annui dello 0,3%, mentre i fondi flessibili mediamente costano più del 2% all’anno e caricano talvolta anche antipatiche commissioni di performance quando i risultati sono persino negativi. E alcune banche e reti applicano anche commissioni di uscita per “trattenere” i sottoscrittori. Secondo voi in banca quale dei due prodotti vi consigliano? Il paniere passivo che vi costa poco o il fondo flessibile che costa tanto e che fa guadagnare di più chi ve lo colloca?

Non c’è bisogno che tirate la monetina per rispondere.

 

L’articolo di Plus24 in cui era stato intervistato Salvatore Gaziano Direttore di SoldiExpert SCF sui fondi flessibili

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