Meglio fondi o ETF? Ecco i confronti chiave da conoscere per non farsi intortare

ETF vs fondi: una sfida sempre aperta. Molti gli aspetti trascurati dalla maggior parte dei risparmiatori (e dei consulenti). Ecco gli aspetti da considerare per scegliere bene

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Meglio fondi o ETF? E’ un argomento sempre molto dibattuto (anche se il confronto pende chiaramente a favore di una parte) e ne abbiamo parlato anche in modo approfondito nella guida dedicata agli ETF che potete scaricare gratuitamente qui.

Affrontiamo comunque nuovamente l’argomento fondi ed ETF e cerchiamo di capire in cosa è meglio investire e quali sono i confronti da fare, facendo parlare soprattutto le evidenze ovvero i dati e le statistiche.

Le domande tipiche dalla quale molti partono sono:

  1. i fondi di investimento sono da evitare?
  2. È meglio investire solo in ETF?
  3. La gestione attiva alla fine premia e i fondi sono migliori degli ETF?

È quindi il caso di approfondire meglio il discorso sui fondi comuni di investimento e sugli ETF. Meglio fondi o ETF? Proviamo di seguito a dare una risposta, basandoci sulle evidenze e non sulle opinioni.

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Non solo fondi: ETF vs Sicav (ma cosa sono poi?)

 

Il mondo dei fondi d’investimento si articola in fondi comuni oppure nel caso siano domiciliati non in Italia ma di diritto estero (come sono la maggior parte di quelli distribuiti in Italia)  prendono il nome di Sicav, acronimo di Società di Investimento a Capitale Variabile, un tipo di società regolamentata dal Testo Unico della Finanza (TUF). Non ci solo solo i fondi ma anche le Sicav: cosa sono?

Per molti versi Sicav e fondi comuni di investimento sono simili, ma non sono del tutto identici. La principale differenza è che con le Sicav i sottoscrittori hanno la possibilità di entrare in possesso di azioni vere e proprie. Non, quindi, quote di fondi comuni. Ciò significa che con esse si acquisiscono tutti i diritti di un socio come, ad esempio, partecipare alle assemblee e avere diritto di voto (e partecipano anche ad alcune spese supplementari).

Nella sostanza, però, le differenze fra fondi e Sicav non sono elevatissime. Quindi in questo report utilizziamo il termine “fondo comune” o “fondo d’investimento” per entrambi gli strumenti.

 

FONDI A GESTIONE ATTIVA ?

 

Sulla carta ovvero in teoria la principale differenza fra i fondi e gli ETF è prima di tutto il tipo di gestione adottata.
Nel caso dei fondi a gestione attiva c’è un gestore (o un comitato di gestione) che in base al mercato di riferimento in cui opera o categoria, seleziona per quel mercato i titoli più interessanti facendo quello che in gergo tecnico si chiama “stock picking” o “bond picking“. In piccola parte se il regolamento del fondo lo prevede può anche decidere la percentuale di azionario e obbligazionario in cui essere investiti e il livello di liquidità.

Questo vuol dire “gestione attiva” ovvero discrezionale. Vi affidate teoricamente all’estro dello chef.

Quindi nei fondi comuni il portafoglio di azioni e /o obbligazioni è selezionato dai gestori mentre gli ETF hanno una composizione che è la replica di quella dell’indice che copiano.

 

Ecco le differenze principali fra fondi ed ETF

 

Ci sono poi altre differenze fra fondi ed ETF come il fatto che gli ETF sono acquistabili e vendibili come se fossero delle azioni in Borsa. Replicando infatti un paniere definito è possibile averne sempre un valore (il cosiddetto Nav ovvero Net Asset Value in termine tecnico) e per questo sono quotati in Borsa al valore del Nav con uno spread abbastanza ridotto ovvero mediamente dello 0,1-0,2% per gli ETF più scambiati.

I fondi d’investimento sono normalmente valorizzati una volta al giorno ma per acquistarli o venderli c’è sempre un minimo lasso di tempo dal momento dell’inserimento dell’ordine a quello della effettiva contabilizzazione ovvero addebito o accredito in conto.

Altra differenza meno importante ma che esiste è l’investimento minimo di accesso.
I fondi hanno soglie minime che possono variare da alcune centinaia di euro ad alcune migliaia di euro. Gli ETF sono scambiati come titoli quotati e quindi l’ammontare minimo è il valore di un titolo, più le commissioni di transazione che applica l’intermediario per acquistarlo.

 

ETF COSA SONO

 

Gli ETF acronimo di Exchange Traded Fund sono considerati dei “cloni” e per questo tipicamente si parla di “gestione passiva” (anche se nel tempo le cose sono cambiate e molto) visto che il meccanismo base di funzionamento prevede una gestione decisa con regole ex ante ovvero prestabilite. E per questo si parla spesso nel caso degli ETF di “gestione passiva”. Gli ETF cosa sono?

Un ETF è un fondo che cerca di replicare la performance di un indice di riferimento, acquistando i titoli che compongono tale indice.
Prendiamo per esempio un ETF che ha come riferimento l’azionario mondiale che ha come riferimento l’indice MSCI World. Nel caso dell’ETF il suo andamento seguirà quasi pedissequamente l’andamento di questo indice ovvero l’emittente di questo ETF si assicurerà che le principali azioni e principali Paesi che sono rappresentati in questo indice (qui potete vederne la composizione dettagliata) siano presenti sempre nella stessa proporzione.

 

FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO

 

Nel caso del fondo d’investimento invece che ha come riferimento lo stesso identico mercato (ovvero lo stesso benchmark si dice tecnicamente) il gestore può decidere molto più liberamente di sovrappesare o sottopesare alcune azioni o alcuni Paesi, seguendo il parere dei propri esperti di analisi di ogni tipo.

Tutte le ricerche dimostrano a parità di categoria che gli ETF stra-battono i fondi in altissima percentuale.

Dopo le evidenze accademiche passiamo a quelle grafiche per rispondere alla domanda se sia meglio investire in fondi o in ETF.

 

MEGLIO INVESTIRE IN FONDI O IN ETF?

 

Vediamo un grafico (le evidenze) che confronta la media di tutti i fondi d’investimento (sicav comprese) nella stessa categoria (Azionari Globali Mercati Sviluppati Large & Mid Cap) con l’andamento degli ETF  tutti della stessa identica categoria. 

Confronto tra indici per capire se fondi sono meglio degli ETF

Il confronto all’americana (o per meglio dire “mondiale” visto la categoria prescelta) lascia pochi dubbi su statisticamente chi nel confronto fra fondi ed ETF è lo strumento più amico del risparmiatore. Meglio investire in fondi o in ETF?

Gli ETF stravincono il confronto con i fondi su qualsiasi orizzonte temporale.

Nel periodo esaminato (dal 25 maggio 2012 al 25 maggio 2022) il rendimento medio annuo degli ETF è dell’ 11,63% medio annuo composto mentre quello dei fondi del 9,72%.

 

LA VOLATILITA’ DEI FONDI E DEGLI ETF

 

I fondi qualcuno potrà obiettare magari perché attivi hanno però contenuto maggiormente la volatilità nelle fasi “cattive” come plus? Non risulta dal confronto poiché la volatilità “cattiva” dei fondi e degli ETF (ovvero il drawdown all’inglese come si definisce la massima perdita nella fase peggiore) è stata del tutto simile. Circa -33%.

Gli ETF nella categoria più rappresentativa prescelta hanno fatto meglio dei fondi, presentando un rendimento medio annuo superiore dell’1,91% ragione per cui 2 ipotetici risparmiatori che lo stesso giorno avessero investito 100.000 euro si ritroverebbero dopo 10 anni uno un capitale (da cui dedurre il capital gain che è uguale sia per i fondi che per gli ETF ovvero il 26%) di 308.000 euro (chi aveva sottoscritto l’ETF) o di 255.000 euro per chi deteneva quote del fondo.

 

I COSTI DEI FONDI E DEGLI ETF

 

Ci sono ampie evidenze che nel tempo l’andamento degli ETF supera come performance (e anche come rendimento aggiustato per il rischio) quello dei fondi e le principali ragioni sono i maggiori costi applicati sui fondi in primis (di gestione, transazione per la movimentazione del portafoglio ed eventuali ulteriori spese caricate sui partecipanti) e poi come seconda ragione le scelte peggiori rispetto all’andamento del mercato di riferimento fatte mediamente dalla maggior parte dei gestori.

All’inizio degli anni ’70 Burton Malkiel nel libro “A Random Walk Down Wall Street” aveva espresso già questa tesi che sembrava all’epoca eccessiva ma che si è rivelata invece così centrata che le sue intuizioni hanno contribuito a spianare la strada al lancio nel 1976 del primo fondo comune di investimento indicizzato di Vanguard (oggi un colosso mondiale della gestione del risparmio) e poi alla nascita del mercato degli ETF.

“Sono estremamente scettico sul fatto che chiunque possa fare bene la selezione delle azioni. L’evidenza è chiara che i fondi indicizzati semplici a basso costo hanno sovraperformato il 90% dei fondi gestiti attivamente in 10 anni. Alcuni rari selezionatori di azioni hanno ottenuto rendimenti migliori, ma non c’è modo di sapere in anticipo chi potrebbero essere” ha ancora ribadito recentemente in un mercato che vede oggi negli Stati Uniti gli ETF come masse superare quelle dei fondi comuni d’investimento.

 

MEGLIO FONDI COMUNI O ETF?

 

In questi anni sono state pubblicate centinaia di analisi e ricerche sul tema e fra quelle più importanti segnaliamo a livello internazionale il Morningstar Active Passive Barometer e anche l’S&P Index Versus Active Scorecard (SPIVA) che ogni anno confrontano migliaia di fondi “attivi” con l’andamento del mercato o di fondi passivi e il risultato è sempre schiacciante: gli ETF (a parità naturalmente di benchmark) si comportano meglio dei fondi. 

Per rispondere alla domanda meglio fondi comuni o ETF? Basti notare che su orizzonti temporali brevi (1 anno, 3 anni…) alcuni fondi sembrano essere migliori come andamento degli ETF simili ma le percentuali di successo a lungo termine dei fondi rispetto agli ETF diventano molto basse (con differenze fra le categorie ma con un verdetto simile di minore o maggiore entità) ovvero la persistenza è molto labile. Un tema che abbiamo approfondito nel nostro SoldiExpert Fund Rating dove confrontiamo in modo oggettivo migliaia di fondi con i rispettivi benchmark (tenendo conto sia del rendimento che del rischio) dando un voto da zero a 10.

E in ogni caso l’altro segnale che arriva forte e chiaro in questa analisi è che i tassi di successo a lungo termine sono generalmente più alti tra i fondi meno costosi.

Peraltro l’ultima ricerca SPIVA evidenzia come circa la metà di tutti i fondi azionari globali, statunitensi, europei e britannici hanno chiuso negli ultimi 10 anni; molti gestori magari per nascondere la “debacle” dei fondi li chiudono o accorpano con altri o ne lanciano di nuovi  a dimostrazione secondo l’agenzia di rating Standard & Poor’s (fra le più importanti nel mondo) della sfida che i gestori attivi devono affrontare quando cercano di battere il loro benchmark.

Il 94,9% e il 94,7% dei fondi azionari statunitensi in euro e sterline sono stati superati dall’indice S&P 500 nei 10 anni fino alla fine del 2021: il passivo ha stra-battuto il cosiddetto attivo.

 

Investire in fondi o in ETF

 

“Non cercare l’ago nel pagliaio, comprati il pagliaio” è una celebre frase di John Bogle, il fondatore di Vanguard che si può considerare il “papà” degli ETF e il senso finanziario è evidentemente quello che questi numeri ripetuti nel tempo, in ogni mercato e latitudine, suggeriscono che è più redditizio investire in ETF rispetto ai fondi perché vista statisticamente chi farà una selezione attiva come un fondo delle migliori società o titoli di un settore o di un comparto difficilmente (mediamente meno del 15-20% dei casi) riuscirà a mantenere la promessa.

La risposta quindi se è meglio investire in fondi o in ETF vede la bilancia propendere nettamente a favore degli ETF. Parlano le evidenze.

In Europa le masse gestite con ETF continuano a crescere anno dopo anno (sono aumentate di 20 volte fra il 2005 e il 2021)  ma restano molto più basse di quelle negli Stati Uniti. Il mercato europeo degli ETF valeva a fine 2021 circa 1500 miliardi di dollari mentre il mercato mondiale oltre 10.000 miliardi di dollari (10 trilioni) con gli Stati Uniti in prima fila.

La revisione intermedia della Capital Markets Union della Commissione Europea ha riconosciuto che il coinvolgimento degli investitori al dettaglio nei mercati dei capitali rimane molto basso e ha evidenziato la necessità di incoraggiare gli investimenti in ETF ma è stato ampiamente osservato che è il sistema distributivo a condizionare molto la bassa domanda da parte dei risparmiatori di investimenti in ETF.

 

ETF MIGLIORI

 

Nei Paesi dove la consulenza finanziaria indipendente è basata su modelli più a parcella (ovvero la consulenza indipendente pura come quella offerta da Soldiexpert SCF) come per esempio gli Stati Uniti o in Europa la Gran Bretagna, gli ETF sono maggiormente conosciuti dai risparmiatori e diffusi mentre nei Paesi dove il sistema distributivo è basato sulla retrocessioni delle commissioni ai collocatori interessa molto più consigliare e collocare fondi d’investimento che consentono loro evidentemente di ottenere margini ben superiori.

In Italia rientriamo in pieno in questo secondo scenario e infatti (o proprio per questo motivo) nonostante il costo dei fondi comuni d’investimento addebitati ai risparmiatori sia fra i più alti al mondo (dato confermato recentemente da una recente ricerca su MorningStar) i risparmiatori si sentono da banche e reti proposti soprattutto fondi d’investimento che ETF anche quando sono migliori che non vengono nemmeno proposti o addirittura vengono demonizzati come strumenti pericolosi.

E’ evidente il tema del “conflitto d’interessi” ampiamente dibattuto in questi anni e molto conosciuto dai risparmiatori un po’ smaliziati che comprendono come funziona realmente il sistema del risparmio gestito in Italia ed è confermato continuamente dalle diverse audizioni parlamentari che puntano l’indice proprio sul modello distributivo italiano basato soprattutto sulle pressioni commerciali come per esempio ribadito da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi (il più importante sindacato dei bancari in Italia): “l’ossessione delle banche è il raggiungimento dei risultati, tutti concentrati nel breve termine, perché il vero obiettivo è soltanto la distribuzione di altissimi dividendi ad azionisti e fondi d’investimento….Le indebite pressioni commerciali invece di diminuire hanno ripreso forza”.

 

SoldiExpert Fund Rating SoldiExpert Fund Rating

 

Fondi E ETF, un parere indipendente

 

Questa breve disamina ha cercato su fondi e ETF di fornire un parere indipendente al quesito “meglio i fondi o gli ETF” e può aiutare anche a comprendere perché SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, che opera quindi senza alcun conflitto d’interesse, consiglia in via preminente fra gli strumenti del risparmio gestito gli ETF e non i fondi d’investimento. Che sono invece consigliati e collocati soprattutto da banche e reti (soprattutto in Italia) nonostante i maggiori costi e minori rendimenti osservati nel tempo poiché consentono di generare una maggiore redditività sia immediata che nel tempo visto anche il meccanismo di applicazione dei costi più opaco nonostante tutti gli sforzi del legislatore europeo di rendere più trasparente l’offerta e la comparazione fra i diversi strumenti e servizi d’investimento.

Se una banca consiglia un ETF otterrà come ritorno economico esclusivamente il costo dell’intermediazione (pochi euro per la transazione); se invece la banca consiglia un fondo il guadagno sarà sia immediato (per i costi applicati alla sottoscrizione) che ricorrente (una percentuale mediamente del 75-85% ritorna al collocatore mentre solo il 15-20% resta alla società di gestione del fondo) e questo nel tempo fa evidentemente un’enorme differenza come abbiamo visto nel grafico dove abbiamo confrontato un fondo con un ETF come risultati a parità di mercato sottostante (in questo caso l’azionario globale).

Un 2% di maggiori costi sostenuti dal risparmiatore (spesso sull’azionario fra le spese correnti di un ETF e quelle di un fondo in questa percentuale si aggira la differenza) in 30 anni si traduce in un abbattimento del patrimonio di partenza del -45% e per la banca o rete questo può essere il suo ritorno economico senza rischi e fa comprendere perché il risparmio gestito è l’architrave oggi della stragrande parte di banche e reti con il collocamento di fondi, gestioni patrimoniali, polizze unit linked, certificati e assicurazioni dove è più facile applicare simili costi spesso occulti alla maggior parte dei risparmiatori.

 

Incidenza dei costi annui sul capitale investito

 

ETF per una gestione attiva e diversificata

 

Per noi di SoldiExpert SCF è chiaro che la gestione finto attiva (ed è quella che nel 90% dei casi viene venduta allo sportello o proposta dalla maggior parte dei promotori finanziari a ignari risparmiatori), super farcita di costi  va guardata invece in modo spesso critico, partendo dall’esame del portafoglio di fondi suggerito e facendo i giusti confronti sia sugli strumenti che sulla strategia perseguita, analizzando con il risparmiatore le sue esigenze e i suoi obiettivi.

 

Consulenza Una-tantum Consulenza Una-tantum

 

E per questo motivo offriamo diversi servizi di consulenza finanziaria e inoltre in caso di primo contatto offriamo anche un check up gratuito con una prima mezzora di consulenza offerta dalla nostra società per esaminare alcuni punti chiave del portafoglio migliore per ciascun risparmiatore secondo le nostre evidenze e approccio.

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Roberta Rossi Gaziano

Responsabile Consulenza Personalizzata di SoldiExpert SCF

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Francesco Pilotti

Responsabile Ufficio Studi di SoldiExpert SCF

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Marco Cini

Esperto di pianificazione finanziara e previdenziale

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