Sai quanto potrebbe valere la tua pensione all’estero? Sono sempre più numerosi i pensionati italiani alla ricerca di paradisi fiscali in Europa dove godersi la vita e pagare meno tasse sulla pensione. Un fisco più leggero infatti permette di massimizzare il capitale messo da parte.
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Valorizza la tua pensione all’estero in questi paesi
In un recente convegno organizzato a ottobre 2023 dall’Inps e dall’associazione Migrantes sono emersi molti dati interessanti. Vediamo quali sono i migliori paesi per trasferirsi e cosa è bene sapere sulla pensione INPS all’estero.
Gli ultimi dati in possesso dell’INPS sono stati illustrati in un affollato convegno tenutosi a Roma lo scorso ottobre. A gennaio 2022, ultimo dato disponibile, il numero delle erogazioni pensionistiche estere è pari a 317 mila, pari a circa il 2,3% del totale delle pensioni erogate dall’istituto. Le destinazioni si rivolgono a ben 160 paesi e il peso delle singole aree geografiche è sintetizzato dal grafico visibile sotto, ricavato dai dati dell’INPS ed elaborato da Soldiexpert SCF. E’ interessante notare che su 5 milioni e mezzo di migranti, gli over 65 sono quasi 1,2 milioni.
A livello di tendenze le aree che risultano in maggior crescita come pensione all’estero troviamo Asia, Africa e America Centrale, anche se rimangono per ora molto contenute in senso assoluto. Per quanto riguarda l’Europa invece, a fronte di un aumento superiore al 4%, il numero complessivo di pensioni erogate all’estero è in vistosa crescita.
pensione INPS all’estero: i Paesi scelti dagli italiani
Come vedremo meglio in dettaglio più avanti, gli italiani che chiedono di rivere la pensione INPS all’estero sono residenti in Portogallo, ma anche in est Europa, ovvero in Romania, Bulgaria, Polonia e in paesi mediterranei quali Spagna, Grecia, Malta e Tunisia.
paradisi fiscali e agevolazioni in europa
Come accennavamo poco sopra tra gli italiani che chiedono di ricevere la pensione INPS all’estero i connazionali residenti in Portogallo rappresentano la fetta più cospicua, con un importo annuo totale di pensioni erogate da Inps superiore a 150 milioni€.
Un bel numero, ma come si è arrivati a questo piccolo esodo? A partire dalla crisi del debito che dal 2011 ha investito i paesi euro-mediterranei, altezzosamente etichettati dai cugini più virtuosi con l’appellativo di PIIGS, il Portogallo ha pensato di reagire. In particolare già dal 2009 aveva introdotto una serie di forti agevolazioni fiscali che permettessero di attrarre capitali e risollevare finanze e congiuntura economica.
Quasi alla stregua dei paradisi fiscali tra le agevolazioni introdotte in Portogallo a favore di chi trasferisce la pensione all’estero vi era l’esenzione totale di imposta per i residenti stranieri non abituali, tra i quali appunto professionisti e soprattutto pensionati all’estero.
Nel 2020 l’esenzione fiscale totale fu poi commutata in un’aliquota del 10% per i pensionati ma ora è stata definitivamente abolita a partire dal 2024 pur rimanendo in vigore per 10 anni per chi vi ha aderito fino all’anno scorso.
I nuovi pensionati in cerca di sollievo fiscale ora dovranno rivolgersi verso altri lidi. Vediamo cosa prevede la normativa di alcune possibili mete non troppo distanti dall’Italia se stai pensando di trasferirti all’estero.
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simil paradisi fiscali mediterranei
Prima di passare in rassegna le agevolazioni che molti paesi presentano per i pensionati che intendono trasferire la propria residenza occorre fare una premessa importante. I benefici fiscali sono concessi solo ed esclusivamente ai pensionati all’estero che sono stati dipendenti del settore privato e non del settore pubblico nella quasi totalità dei casi.
Partiamo dai paesi a noi più vicini e anche climaticamente più attrattivi per noi italiani, quelli mediterranei, cominciando dalla vicina Grecia, considerata da decenni un paradiso per le vacanze estive con un misto di cultura, mare e paesaggi mozzafiato. Tra i paradisi fiscali in Europa, la Grecia prevede una flat tax per un periodo di 10 anni pari al 7% per gli italiani che si fanno accreditare la pensione all’estero e decidono di trasferirsi nel paese.
Anche in questo caso per i pensionati italiani ci sono requisiti da soddisfare tra i quali: affittare o comprare casa, dimorare nel paese almeno 183 giorni l’anno, essere iscritti all’AIRE (Associazione Italiana Residenti Estero), aprire un conto corrente. Tutte cose di ordinaria amministrazione nel momento in cui ci si trasferisce veramente e non in modo fittizio.
Malta tra i paradisi fiscali per i pensionati all’estero
Per rimanere in Eurozona troviamo anche Malta, poco più grande dell’isola d’Elba e localizzata a circa 100 km a sud della Sicilia. Diciamo subito che la legislazione maltese offre vantaggi che si avvicinano ai paradisi fiscali per i pensionati all’estero che scelgono di aderire al programma pensionistico di Malta. La tassazione infatti prevede un’aliquota pari al 15%, con una soglia minima di tasse pagate non inferiore a 7.500€ più 500€ per ogni persona fiscalmente a carico.
Vi sono però alcuni vincoli da rispettare: tra i più importanti ne ricordiamo due. Il primo è quello di risiedere a Malta almeno 90 giorni l’anno e di non risiedere in un’altra singola giurisdizione per più di 183. Il secondo è che occorre acquistare una casa per un valore non inferiore a 275 mila€, oppure affittarne una per un canone annuo non inferiore a 9.600€ (per l’isola di Gozo le soglie sono leggermente inferiori). Se andrete a vivere effettivamente a Malta per la maggior parte dell’anno, l’affitto è una spesa che va comunque messa in conto.
anche Cipro e Tunisia in lizza tra i paradisi fiscali dove trasferirsi
Tra i paradisi fiscali a portata di poche ore di volo, la Tunisia offre i vantaggi maggiori per coloro che decidono di trasferirsi e che sono pensionati all’estero. Gli sgravi fiscali sono molto consistenti perché prevedono che l’80% della pensione sia completamente esente da imposte mentre solo il restante 20% sia assoggettato alle tasse. Come solitamente accade, occorrono dei requisiti minimi per rientrare nell’agevolazione, tra i quali i più rilevanti sono l’iscrizione all’AIRE e quindi il trasferimento della residenza fiscale, nonché l’acquisto o l’affitto di una casa e l’intestazione delle utenze.
Cipro, che secondo la mitologia greca diede i natali ad Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore, è un’altra destinazione che offre interessanti prospettive in merito a tassazione delle pensioni estere. A Cipro i redditi dei pensionati all’estero sono sottoposti ad una tassazione del 5%, una percentuale da veri e propri paradisi fiscali, con franchigia di esenzione fino a 3.420€ mensili. Anche in questo caso l’isola considera solo le pensioni da impiego privato e non pubblico come diversi altri stati. Sussistono inoltre le consuete condizioni quali l’affitto o l’acquisto di un alloggio, l’utilizzo dell’assistenza sanitaria locale e l’iscrizione all’AIRE.
europa orientale e pensionati all’ estero
Oltre ai paesi già menzionati, anche altre nazioni e aree geografiche si sono attrezzate per attrarre pensionati dal resto d’Europa e del mondo.
Albania e Slovacchia sono veri e propri paradisi fiscali, perché prevedono l’esenzione totale delle imposte per i pensionati all’estero. In Albania in particolare la detassazione è molto recente e abbraccia tutti i cittadini della UE che vorranno trasferirsi regolarmente e fiscalmente nel paese. Per accedere al beneficio occorre essere fruitori di una pensione da impiego privato, non statale, non assistenziale o d’invalidità, e trasferirsi nel paese con obbligo di soggiornarvi almeno 183 giorni l’anno non continuativi.
Anche in Slovacchia il reddito da pensione è totalmente esente da prelievo fiscale e anche qui valgono le medesime regole generali che richiedono la residenza e il soggiorno minimo superiore alla metà dei giorni dell’anno.
opinioni sui paradisi fiscali in Europa
Con la prospettiva di poter risparmiare molti o moltissimi soldi grazie alla detassazione del reddito pensionistico vigente in molti paesi non lontani dall’Italia, molti neo pensionati o futuri pensionati italiani stanno iniziando a valutare l’idea di trasferirsi all’estero. Ma oltre a trasferirsi altrove esistono anche altre opzioni per ottimizzare e far fruttare le proprie entrate o il proprio patrimonio.
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