Guida completa all’apertura di un conto in Svizzera o al trasferimento della residenza fiscale
Come è possibile portare legalmente i soldi in Svizzera e quali sono le diverse possibilità con tutti i pro e i contro e gli errori da non fare
Attualità e opinioni
Vengono definiti paradisi fiscali quegli Stati che garantiscono un prelievo in termini di tasse basso o addirittura nullo sugli investimenti finanziari o sui profitti, consentendo così di evadere le tasse nel proprio Paese. Alcuni di essi garantiscono anche l’anonimato, ovvero il segreto bancario. Sono però molti i pericoli che si nascondono dietro questi “paradisi”, che possono trasformarsi per molti risparmiatori in un “inferno”. Come insegna quanto è accaduto nell’ultimo decennio e che avevamo segnalato già dal 2007.
Come è possibile portare legalmente i soldi in Svizzera e quali sono le diverse possibilità con tutti i pro e i contro e gli errori da non fare
Cosa sta succedendo sui mercati? In Svizzera il cioccolato stra-batte le banche. Questo e molto altro nella Lettera Settimanale di Salvatore Gaziano
Bradley Birkenfeld a RadioBorsa (anche in formato video sul canale Youtube di SoldiExpert), il whistleblower più pagato nella storia vuota il sacco.
Tra i 780 euro di reddito di cittadinanza, il deficit al 2,4% e lo spread a 300, le gambe del risparmiatore italiano iniziano a fare giacomo giacomo. Così c’è chi decide per una soluzione oltreconfine. I costi, i pericoli e le alternative della pista estera
Riguardo il «monitoraggio fiscale», vale a dire l’obbligo di dichiarare al Fisco le proprie ricchezze oltreconfine ci sono diverse novità con l’anno nuovo. E non tutte positive. Come il fatto che se riportate dei soldi in Italia lo Stato potrebbe prendervi tramite la vostra Banca, che opera come sostituto d’imposta, un bel 20% a titolo di ritenuta d’acconto. A meno che…Riguardo invece la voluntary disclosure ovvero l’ultimo provvedimento che consente a chi ha capitali in nero, non dichiarati e non scudati, di riportarli in Italia la situazione sembra complicata sotto il cielo.
Con la “volontary disclosure” (letteralmente volontaria rivelazione) europea si riapre la possibilità per chi detiene capitali offshore di riportarli in Italia alla luce del sole con sanzioni ridotte. Mancano però ancora alcuni tasselli fondamentali come la depenalizzazione e si è in attesa delle misure del Governo in materia. Ma la nuova normativa europea cambia anche il monitoraggio fiscale dei capitali detenuti all’estero e la compilazione del quadro RW di Unico. Ne parliamo con Roberto Lenzi, avvocato specializzato in diritto finanziario e consulenza patrimoniale titolare dello studio Lenzi e Associati.
Italian deposit: faremo la fine di Cipro? Ecco chi rischia di più
Chi non ha aderito agli ultimi scudi fiscali e detiene capitali irregolari si trova in una situazione spesso difficile. Se venisse realizzato l’accordo fra l’Italia e la Svizzera si dovrebbe pagare in cambio dell’anonimato un’imposta liberatoria molto pesante qualora si seguisse l’accordo alla tedesca. Se sposta o ha spostato i capitali in altri paradisi bancari non sempre si trova al sicuro. Come insegna il recente caso di Singapore. Conversazione con Roberto Lenzi, avvocato specializzato in diritto finanziario e consulenza patrimoniale.
Mancano pochi giorni alle scadenze fiscali che riguardano quest’anno anche chi detiene immobili all’estero come chi ha effettuato nel passato lo Scudo Fiscale ed è richiamato a ripassare alla cassa. Ma come al solito numerose sono ancora le criticità e problematiche. Ne abbiamo parlato con Roberto Lenzi, avvocato specializzato in diritto finanziario e pianificazione patrimoniale dello studio Lenzi & Associati
E’ in dirittura d’arrivo la cosiddetta manovra “Salva Italia” con importanti novità sul fronte fiscale per chi ha aderito agli ultimi tre scudi fiscali. Dallo “scudo” allo “scudiscio” fiscale? Salvo ulteriori modifiche si prevede, infatti un’imposta di bollo annuale da pagare da ora fino alla fine dei propri risparmi “scudati” con aliquote differenti (lo 0,4% nel 2011, l’1% nel 2012, l’1,35 nel 2013 e poi di nuovo lo 0,4% per gli anni successivi). Che si calcola sul valore attuali dei beni “scudati” alla fine di ogni anno. Con un 1% di imposta straordinaria per le somme eventualmente prelevate prima del 6 dicembre 2011. E per chi non paga? Quanto sa oggi del nostro patrimonio l’Agenzia delle Entrate e quanto potrebbe sapere se chi ha “scudato” rinuncia all’anonimato?