Fondi di investimento migliori e peggiori in base al rapporto rendimento/rischio e costi

Abbiamo elaborato una classifica delle migliori e peggiori società di gestione dei fondi grazie al SoldiExpert Fund Rating. E un interessante studio ricorda come la persistenza anche dei "migliori fondi" non vada sopravvalutata ma anzi...

MoneyReport, il blog di SoldiExpert SCF

Il blog di SoldiExpert SCF

Qualche settimana fa parlando del lancio del nostro Fund Rating che permette di individuare i fondi di investimento migliori e peggiori, mi ha scritto un risparmiatore dove contestava bonariamente le statistiche che indicano che oltre l’85% dei fondi d’investimento si comporta peggio degli indici dei mercati (e quindi degli ETF) e lui era così abile dal selezionare solo il 15% di fondi fra i migliori e che il problema quindi non lo riguardava perché è sufficiente vedere le performance passate per scoprire i fondi dai migliori ritorni futuri.

 

SoldiExpert Fund Rating SoldiExpert Fund Rating

 

Purtroppo le cose sono un pochino più complicate.

 

 

fondi migliori e peggiori: la performance non dura

 

Abbiamo pubblicato in questi giorni un video dedicato al Fund Rating (vedi qui) dove spieghiamo ancora un piccolo problemino che esiste. Il passaggio dei fondi migliori a peggiori può essere molto veloce. Colpa della “persistenza” ovvero l’elevatissima probabilità (reale non teorica, come dimostrano tutte le ricerche) che un fondo dalle performance superbe passi letteralmente dalle stelle alle stalle e in questi giorni ho letto quindi con molto piacere uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Psychology dove gli scienziati comportamentali Peter Ayton e Leonardo Weiss-Cohen dell’Università di Leeds e Philip Newall della Central Queensland University hanno analizzato il comportamento di 1.600 investitori Usa “esperti”.

 

 

Nonostante l’avviso che le performance passate non sono garanzia di eguali risulti futuri la maggior parte di questi sottoscrittori di fondi pensava che questo non li riguardasse. E questo studio ha dimostrato che la maggior parte dei sottoscrittori di fondi (irretiti anche magari da abili venditori) ha scelto i fondi con le commissioni più elevate ottenendo poi risultati inferiori.

 

 

Quali sono stati in passato i migliori e peggiori fondi?

 

“Alcune persone investono in base alle prestazioni passate, ma i fondi con commissioni basse hanno i risultati futuri più elevati hanno dimostrato i ricercatori ma d’altra parte noi “umani” siamo fatti così e ci sentiamo tutti “sperti” diceva mio padre quando parlava in dialetto siciliano. Quali sono stati in passato quindi i migliori e peggiori fondi? Quelli scelti con oculatezza o quelli con i costi più bassi? Quelli che costano meno

Tutti pensiamo di guidare l’auto meglio della media ed è famosa una ricerca elaborata dall’università di Stoccolma che rilevò come il 93% degli automobilisti americani si sentiva un guidatore migliore della media. Qualcosa di matematicamente impossibile visto che a estremizzare solo il 50% del campione può essere superiore alla media, ma così funziona la cosiddetta “overconfidence” (l’eccessiva sicurezza in se stessi) che è uno dei peccati capitali che rischia sempre di travolgere noi investitori.

E a proposito di fondi e società di gestione dei fondi abbiamo elaborato in base ai voti assegnati dal SoldiExpert Fund Rating un voto medio per “scuderie” che credo risulterà molto interessante per capire quali sono in termini relativi naturalmente in confronto al mercato (ovvero capacità di fare meglio nelle fasi di rialzo e ribasso) le società con i fondi mediamente migliori e peggiori.

Naturalmente, come spieghiamo anche qui, il nostro metodo di rating non è infallibile, ma cerca di fare il suo onesto lavoro: confrontare l’andamento di un fondo (con storico di almeno 3 anni) con il suo mercato di riferimento (le categorie sono elaborate da una primaria società del settore) per capire se fa meglio o peggio.

 

 

le società di gestione con i fondi migliori e peggiori

 

Chi ci conosce sa che non siamo degli “integralisti” e non pensiamo che tutti i fondi siano da buttare e apprezziamo, invece, alcuni gestori (sia azionari che obbligazionari) che reputiamo bravi a fare il loro lavoro, perché svolgono realmente gestione attiva e/o sanno concentrarsi su comparti di mercato altrimenti non coperti ai fini di una corretta diversificazione.

Fra zero e dieci il voto medio attribuito dal nostro Fund Rating è 5,3 su oltre 10.000 fondi esaminati, ovvero sotto la sufficienza, perché un voto con 6 è semplicemente un fondo che si comporta mediamente come il mercato, mentre da 7 in poi possiamo parlare (con tutti i limiti dati dalla “persistenza”) di fondi migliori del mercato.

In questa tabella potete vedere la classifica per società di gestione (dove abbiamo riepilogato i voti attribuiti a ciascun fondo per ciascuna società di gestione facendone una media aritmetica tenendo conto di tutti i voti) e nei prossimi giorni pubblicheremo sul nostro blog FondiExpert.it anche un’ulteriore classificazione per categorie, ovvero per fondi “azionari”, “obbligazionari” e “diversificati” che aggiorneremo periodicamente.

Può esistere in via astratta il caso di una società di gestione brava a maneggiare l’azionario e meno brava nell’obbligazionario e volevamo esplorare anche questa ipotesi come consulenti finanziari indipendenti che non hanno alcun interesse a sostenere i fondi di una casa rispetto all’altra dato che non percepiscono provvigioni su nessuna.

 

Le migliori (e peggiori) società di gestione di fondi

 

In questa classifica abbiamo considerato solo le società di gestione di cui abbiamo i dati di almeno 10 fondi sottostanti (classe retail) delle categorie principali e per questa ragione alcune sgr potrebbero non comparire.

 

 

tra i fondi peggiori alcuni sono campioni di raccolta

 

Fra le cose che fanno riflettere, la presenza nella parte medio bassa di alcune delle società di gestione italiane (spesso quotate) più abili nell’intercettare i risparmi degli italiani con reti di private banker, family banker, consulenti finanziari sguinzagliate sul territorio.

Nulla di nuovo sotto il sole e la conferma (ennesima) che il risparmiatore medio italiano si fa guidare dall’offerta e quello del risparmio gestito come dice un mio amico esperto di marketing è un mercato “push”.

Tale si intende un mercato dove la promozione di un prodotto o di un servizio si basa sulla “spinta” e la pressione verso il cliente attraverso degli intermediari che rappresentano la forza vendita. Anelli fondamentali per spingere il prodotto.

L’opposto di un approccio “pull” dove si cercano di attirare naturalmente i clienti verso i propri servizi.

Ma se si hanno budget sempre più elevati da centrare e un cliente potenziale abbastanza facile da manipolare è chiaro qual è l’approccio vincente e l’Italia nel campo del risparmio gestito ne è un esempio lampante.

Inutile dire che noi preferiamo l’approccio “pull” dove sono addirittura i clienti a trovarci, cerchiamo di essere trasparenti il più possibile e informarli, perché diventino investitori consapevoli (parlando di rendimenti ma anche di rischi, di costi e anche possibili perdite) e questo è il modello che noi ritroviamo più congeniale e ci fa dormire sonni tranquilli. Anche in questo afoso luglio. Quello della consulenza su base indipendente.

 

(parte del contenuto di questa analisi è stata pubblicata in anteprima nella nuova Lettera Settimanale che viene inviata ogni martedì agli iscritti al nostro sito insieme ad altri contenuti speciali: è possibile registrarsi gratuitamente qui nel caso non si fosse già registrati al nostro sito)

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Roberta Rossi Gaziano

Responsabile Consulenza Personalizzata di SoldiExpert SCF

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Francesco Pilotti

Responsabile Ufficio Studi di SoldiExpert SCF

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Marco Cini

Responsabile Consulenza Previdenziale

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