Sul sito ZeroHedge ieri è uscito un articolo, scritto da Ritesh Jain, con tema il solito oro che sembra aver rubato il posto nelle conversazioni delle gente al Bitcoin del 2018. In questo articolo di cui si propone un estratto l’oro si valuta in relazione all’inflazione americana e ai tassi di interesse della FED e non al semplice “target price” (prezzo obiettivo).
I tassi reali (tassi di inflazione-nominali ovvero quanto viene remunerata la liquidità sottraendo l’inflazione prevista) sono attualmente a livelli del -1% e sembra che possano scendere ancora più in basso. Ma lo sono già stati in passato negli anni ’40, dopo la seconda guerra mondiale e nei più vicini anni ’70 e quel fenomeno venne definito STAGFLAZIONE che magari qualche lettore ricorderà.
Il calo dei tassi reali è dovuto ad una politica monetaria delle banche centrali che per supportare l’economia e le imprese, riducono i tassi di interesse sui prestiti, comprano direttamente debito pubblico o privato sul mercato secondario al fine di abbassare i rendimenti e i costi del debito. “Questa politica dei tassi reali negativi è sempre preferita al lasciar fallire le aziende non solide”, scrive R. Jain.
La risposta politica degli Stati Uniti dopo il COVID è stata quella di stampare carichi in denaro per riqualificare il sistema bancario ed evitare i default. Con il tasso di crescita della base monetaria negli Stati Uniti del 23% e nessuna possibilità di aumento dei tassi ufficiali nei prossimi due anni, i tassi reali possono diminuire ulteriormente nel prossimo futuro…