Lettera L
GLOSSARIO
Un indicatore principale è un indice, un titolo, un rapporto o un’altra misura che segnala in anticipo il trend economico o la direzione del mercato azionario, se ribassista o rialzista. Tra gli indicatori che possono segnalare un deterioramento delle prospettive abbiamo, per esempio, statisticamente (e questo significa, come sempre in economia, che non si tratta di indicatore infallibile) l’inversione della curva dei tassi: quando i titoli a lungo termine offrono un rendimento più basso di quelli con scadenza più breve significa che l’investitore si sente meno al sicuro nell’acquistarlo. Ciò è la spia di un peggioramento del clima di fiducia nel breve termine e gli investitori si attendono un deterioramento delle condizioni economiche. L’inversione della curva dei tassi si è verificata, negli ultimi anni, nel 2007, prima della crisi dei mutui subprime, e nel 2019. Si parla di inversione della curva proprio perché in condizioni normali avviene il contrario: le obbligazioni con scadenze più lunghe offrono rendimenti più alti di quelle con scadenze più ravvicinate in quanto incorporano un rischio di volatilità e di rischio maggiore.
Un lemming è un investitore che fa qualunque cosa faccia la folla. Quindi è un sinonimo di gregario o per dirla in modo più offensivo di pecora. In finanza l’uso di termini mutuati dal mondo animale è abbastanza frequente per indicare i comportamenti massivi e irrazionali di un gruppo di investitori che si muovono come un branco. Il termine più famoso in questo senso è “parco buoi” usato specificatamente per indicare masse di risparmiatori che si muovono in modo acritico. Il termine deriva dalla zona dei mercati di Borsa che un tempo era riservata al pubblico che assisteva alle contrattazioni degli operatori di Borsa cercando di capire i trend del mercato in base alle grida dei professionisti. Oggi con “parco buoi” si intendono proprio le vittime predestinate del trading di Borsa che si muovono come un gregge indistinto sulla base di poche notizie e mal digerite dell’ultima ora.
È una strategia finanziaria previdenziale che consiste in un piano di switch (vedi) programmati e automatici che, partendo da un profilo più rischioso per il risparmiatore più giovane e con un periodo più ampio a disposizione, arriva man mano che l’investitore invecchia a concentrare l’investimento su un profilo più conservativo all’avvicinamento del momento previsto per la pensione.
Un mercato o uno strumento finanziario è definito “liquido” se sono presenti molti acquirenti e venditori, le transazioni avvengono con relativa facilità e a costi contenuti. Un’attività si definisce “liquida” se è già in questo stato (per esempio, il denaro sul conto corrente che è immediatamente spendibile, quindi usabile) o se può diventarlo facilmente (per esempio, titoli azionari ad elevata capitalizzazione o titoli di stato molto negoziati che possono essere facilmente venduti e trasformati in liquidità sul conto corrente). Il rischio di liquidità è il rischio che un investimento non possa essere facilmente trasformato in denaro sul conto corrente: le case, ma anche i fondi chiusi per esempio, o i fondi immobiliari, presentano di questi problemi, per non parlare delle azioni non quotate delle banche che hanno congelato i risparmi di centinaia di migliaia di italiani. Nel caso di un’azienda o una banca, il rischio di liquidità è l’impossibilità di soddisfare le esigenze finanziarie a breve termine.
Un fondo “load” è un fondo comune di investimento che comporta una commissione per l’acquisto o la vendita delle sue azioni (è quindi un fondo gravato, dall’inglese “load” = caricare, di un costo aggiuntivo, la commissione di ingresso o uscita, ulteriore rispetto ai costi che caratterizzano i fondi). La commissione di ingresso o uscita è espressa in percentuale dell’importo investito nel fondo. Tutti i collocatori di fondi (banche e reti di vendita) possono interamente scontare questo costo di entrata o di uscita al cliente.
Clausola che sancisce l’impegno della società emittente ed eventualmente di alcuni azionisti in possesso di pacchetti di titoli della società a non compiere determinate azioni sul capitale della società stessa (quindi a vendere i loro pacchetti di azioni) nel periodo successivo ad un’operazione di offerta pubblica.
Le strategie azionarie long-short prevedono di acquistare titoli di società che, secondo il gestore, potranno crescere di valore (esposizione long, che in inglese significa lungo, quindi rialzista), con la peculiarità di poter prendere anche posizioni short (in inglese “corte”, ovvero ribassiste): se un gestore pensa che un particolare titolo sia scambiato ad un prezzo superiore al suo valore intrinseco, può scommettere sul suo ribasso”. Tecnicamente, andare short significa prendere in prestito azioni e venderle a prezzi di oggi, con la speranza di riacquistare le stesse azioni a un prezzo inferiore successivamente guadagnando sulla differenza. L’obiettivo è quello di beneficiare di eventuali riduzioni di prezzo.