Lettera P
GLOSSARIO
Prima di assumere qualsiasi decisione d’investimento, sia piccola che importante, il consiglio è quello di essere consapevoli del quadro d’insieme in cui tale investimento si colloca, interrogandosi se la decisione possa essere coerente con il proprio profilo di rischio. Con questo termine si valutano, quindi, i criteri con cui ciascun investitore dovrebbe fare i conti per stabilire, magari con il suo consulente, quale sia il suo profilo di rischio; tra i criteri che ne fanno parte figurano l’età, la composizione del nucleo familiare, la situazione patrimoniale, la disponibilità al rischio, ovvero la capacità di sostenere le perdite, l’orizzonte temporale dell’investimento, gli obiettivi dell’investimento. Occorre anche stilare un bilancio personale (o familiare) completo che permetta di valutare: a) la propria capacità di generare reddito; b) la capacità di generare risparmio; c) il valore delle proprietà (al netto di debiti e mutui) sia mobiliari che immobiliari. Tutti questi elementi consentono all’investitore di assumere sempre, e per qualsiasi importo disponibile, decisioni di investimento coerenti con il proprio profilo di rischio e con le proprie effettive esigenze.
Il promotore finanziario è una persona fisica che esercita l’attività di offerta fuori sede di vendita di servizi d’investimento e con la nuova definizione è stato ridenominato “consulente abilitato all’offerta fuori sede” (vedi). Deve essere obbligatoriamente iscritto a un Albo nazionale tenuto dall’OCF liberamente consultabile sul sito dell’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo unico dei Consulenti Finanziari (www.organismocf.it).
Nell’ambito dei mercati finanziari, la documentazione informativa predisposta ai fini di informazione del pubblico degli investitori. Il prospetto è un documento scritto che deve essere obbligatoriamente consegnato all’investitore al momento dell’acquisto di un prodotto finanziario. È normalmente suddiviso in due parti: la prima descrive la politica di investimento, i rischi, e fornisce informazioni di carattere economico come costi, agevolazioni e regime fiscale; la seconda presenta i dati storici di rischio/rendimento e dei costi del prodotto finanziario.
Una società pubblica, secondo la definizione anglosassone, è una società autorizzata a vendere i suoi titoli registrati al pubblico. In italiano si dovrebbe tradurre come “società quotata in borsa” seppure il termine “public company” sia utilizzato soprattutto per definire quelle società quotate dove non c’è un azionista di maggioranza fortissimo, ovvero con un pacchetto di maggioranza superiore al 51% e dove quindi la proprietà appartiene a molti azionisti.
Si riferisce a una truffa sugli investimenti in cui vengono pubblicizzate (“pump” ovvero “pompare”) dichiarazioni ottimistiche, ma non veritiere, su specifiche società quotate in Borsa al fine di aumentare artificialmente il prezzo attraverso una maggiore domanda (tipico l’utilizzo di siti web, forum, mailing…) mentre dall’altra parte coloro che orchestrano questa frode scaricano (“dump”) le azioni sul mercato dopo che iniziano a salire per liberarsene e lasciare gli ultimi con il cerino in mano.