Conflitti di interesse banche: i costi a cui prestare attenzione

Quando chiediamo un consiglio per investire in banca possiamo fidarci? I costi a cui prestare attenzione

I conflitti di interesse banche – cliente: quando ci consigliano un prodotto finanziario possiamo fidarci? Intervistato da Plus – l’inserto del sabato de Il Sole 24 Ore – il Professore Angelo Baglioni, dell’Università Cattolica di Milano, autore del libro “La rete buca­ta. Le regole e i controlli sulla finanza» (Mondadori 2018), risponde così sui conflitti di interesse più importanti nei rapporti tra intermediari finanziari e investitori, tra banche, cliente e prodotti finanziari.

 

conflitto di interesse banca cliente e prodotti finanziari

 

I maggiori conflitti di interesse si trovano nel settore del risparmio gestito. Spesso accade che una banca riceva dalla società che produce un fondo di investimento (Sgr) una commissione per il collocamento presso il pubblico delle quote del fondo. Si tratta dei cosiddetti “incentivi”: l’investitore paga delle commissioni alla Sgr, ad esempio quella di gestione, che vengono – almeno in parte- girate dalla Sgr alle banche per compensarle del servizio di distribuzione. Le banche sottopongono ai risparmiatori i prodotti di investimento e possono orientarne le scelte.

 

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Quando una banca riceve degli incentivi da una Sgr può essere indotta a privilegiare i prodotti di quella Sgr rispetto ad altre presenti sul mercato. Ma c’è di più: a volte la Sgr e la banca distributrice appartengono allo stesso gruppo creditizio. Questo significa che, nonostante siano due società separate, esse rispondono in ultima analisi agli stessi azionisti e amministratori: quelli della società capogruppo. In questo caso, è fin troppo evidente che la banca distributrice possa essere condizionata nel favorire i prodotti “della casa” rispetto a quelli di altre Sgr.”

 

retrocessioni sui prodotti e conflitti di interesse banche

 

Le retrocessioni sui prodotti raccomandati, chiamate anche incentivi, possono viziare quindi i consigli di tutti quegli intermediari che le ricevono. E’ bene ricordare che gli unici consulenti a cui è vietato ricevere retrocessioni o incentivi sui prodotti consigliati ai propri clienti sono i consulenti autonomi e le società di consulenza finanziaria indipendente (SCF). Il consiglio dei consulenti autonomi e delle società di consulenza finanziaria non sarà mai viziato dal conflitto di interesse.

A differenza dei consulenti autonomi e delle SCF banche e reti di vendita (e i loro consulenti) invece continuano a ricevere nella stragrande maggioranza dei casi questi incentivi perché hanno preferito mantenere le retrocessioni sui prodotti collocati piuttosto che prestare un servizio di consulenza indipendente.

Pochi risparmatori lo capiscono, ma avere un consulente pagato da chi confeziona il prodotto (consulenza pagata con retrocessioni sui prodotti consigliati) non lo mette nella migliore condizione di ricevere un consiglio super partes. L’importante è saperlo, ed esserne consapevoli, poi ognuno decide per sè quale tipo di consulenza preferire se indipendente o meno.

 

conflitto d'interesse

conflitti di interesse banche: ex commissario consob accusa

Salvatore Bragantini, ex Commissario Consob (1996-2011) e attualmente amministratore non esecutivo di Società Esercizi Aeroportuali – Sea SpA e di Indaco Ventures SGR, gestore di fondi alternativi, sul CorrierEconomia fa un ritrattino non esattamente edificate delle banche (che conosce bene avendo ricoperto importanti incarichi in passato presso diversi istituti di credito). Il risparmiatore/cliente? Un soggetto che serve per far quadrare i conti secondo Bragantini.

 

 

Dato che non guadagnano abbastanza col credito, le banche stanno diventando supermercati finanziari, sempre più on line e meno in filiale. I loro margini oggi vengono soprattutto dalle commissioni caricate ai clienti sui prodotti che essi comprano, spesso senza capirli, collocati da reti pesantemente incentivate. Il conflitto di interesse tra la banca e il cliente fa spesso capolino. Gli interessi della banca e quelli dei clienti sono spesso opposti” e la mancanza di trasparenza all’ordine del giorno. Le banche scrive Bragantini “prima disegnano i prodotti su cui guadagnano di più, poi pensano a come venderli e a chi.”

E quali sono le banche che con i loro business riescono a ricavare più margini? “Banca Generali ha margini da commissioni di 490 milioni e un rapporto cost/income del 33% – spiega Bragantini – Mediolanum è a 833 milioni e al 37%, mentre Eurizon, fabbrica di asset management di Intesa Sanpaolo, sta a 800 milioni e al 18,7%. I loro margini lordi sono rispettivamente del 67, 63 e dell’81%!”

banche e la vendita dei prodotti finanziari ai clienti

In Italia ogni banca ha la sua riserva di caccia “Non è un lavoro riservato ai premi Nobel, e vien da chiedersi come possa una «normale» impresa di servizi vantare margini simili – accusa Bragantini – È molto probabile che essi siano dovuti alla scelta, non già dei prodotti più adatti ai clienti, bensì di quelli più remunerativi per la casa, scelta facilitata da un regime di concorrenza fra gestori particolarmente «rilassato»; ciò anche per la forte segmentazione dei mercati nazionali, che consente loro di disporre di autentiche «riserve di caccia», ove la selvaggina è ricca e, per ora, garantita.

 

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E anche un po’ fessa aggiungiamo noi di SoldiExpert SCF, visto che ci sono fondi che nonostante performance pessime, commissioni da amatore e varie scorrettezze nel calcolarle, registrano incredibilmente una raccolta positiva. Bravissimi i collocatori (che sarebbero tranquillamente in grado di vendere ghiaccio agli eschimesi) ma quanto sono vittime predestinate a volte certi clienti?

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Marco Cini

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