fondi absolute return definizione
I cosiddetti “absolute return” sono fondi che puntano non a superare un benchmark ma ad avere performance positive in qualsiasi tipo di mercato e danno quasi carta bianca al gestore a cui non viene richiesto di replicare un benchmark ma di attuare strategie flessibili adeguate al tipo di mercato, potendo spaziare magari da azionario a obbligazionario, dal rialzo al ribasso oppure decidere se indebitarsi o meno. Obiettivo: contenere al minimo la volatilità.
Quella del “ritorno assoluto” è stata lanciata come una nuova generazione di fondi per attuare strategie più aggressive e coraggiose delle altre tipologie di fondi. E che dovevano dimostrare la bravura dei gestori nel fare meglio del mercato e catturare il mitico “alpha”. Come per esempio mettersi al ribasso oppure scommettere pesantemente su un’apparente anomalia del mercato come per esempio la sottovalutazione di un titolo e la sopravvalutazione di un altro.
Una definizione impegnativa quella dei fondi a ritorno assoluto poiché l’obiettivo di questa strategia è cercare di guadagnare nel tempo in tutte le condizioni di mercato: sole, pioggia e nuvoloso. Ovvero mercati laterali, rialzi e ribassi. O perlomeno fare meglio del mercato. Un’evoluzione ulteriore rispetto alle strategie solo flessibili o “total return” poiché a questa tipologia di fondi è consentito anche vendere strumenti finanziari che non possiedono (ovvero andare “short” ovvero al ribasso) oppure utilizzare parzialmente la leva finanziaria.
Fondi assolutamente perfetti sulla carta o nella realtà?
Uno strumento teoricamente “perfetto” per il portafoglio di molti risparmiatori che vorrebbero avere la “botte piena” e la “moglie ubriaca”. Essere investiti sui mercati finanziari e partecipare però soprattutto ai guadagni indipendentemente dall’andamento dei mercati. I fondi absolute return possono gestire asset molto diversi con strategie diversificate: tramite il possesso diretto o indiretto di azioni, obbligazioni, etf, materie prime.
Questi fondi hanno una soglia di ingresso molto bassa a differenza degli hedge fund e come i fondi dovrebbero offrire la trasparenza e la liquidità di un prodotto finanziario “rodato”. Ma non sempre è così. Fondi pessimi se ne sono pure visti ma nessuno è mai “saltato”: solo alcuni fondi H2o hanno da mesi congelato i riscatti su una parte degli asset che detenevano in portafoglio.
Con i fondi absolute return che recepiscono la direttiva Ucits III tutti o quasi possono mettersi in portafoglio una quota di fondi “simil hedge” col vantaggio non solo di non dovere mettere un “chip” da mezzo milione di euro ma anche di avere più facilità di entrata e di uscita. E una normativa abbastanza rigida pensata per limitare i casi di gestione scorretta, in conflitto d’interessi o avventata. Per quanto naturalmente nessuna normativa o strumento può garantire risultati positivi o guadagni “sicuri” (fondi Ucits III o meno…) il risparmiatore da situazioni “antipatiche.
Fondi absolute return e total return: rendimenti altissimi ma poco costanti
In Europa secondo Morningstar sono oltre 1.400 i fondi ed gli ETF alternativi domiciliati in Europa. Questi fondi absolute return e total return sono anche chiamati liquid alternative: simulano come strategia gli hedge fund, ma sono regolati dalla normativa europea Ucits sugli organismi di investimento collettivo del risparmio e offrono liquidità giornaliera o settimanale.
A luglio 2023 i fondi liquid alternative (un altro modo di chiamare i fondi absolute return e total return) in Euro autorizzati alla distribuzione in Italia erano oltre 400 con una performance media da inizio anno del 1,65% secondo le classifiche di Mondo Alternative. I fondi absolute return e total return classificati come prodotti Ucits III autorizzati alla distribuzione in Italia gestivano a fine giugno 179,3 miliardi di euro.
Questi fondi alternativi hanno preso il testimone dai vecchi flessibili, ma non sono riusciti per ora a riscattare la formula del gestore con carta bianca. Tutto questo nonostante dispongano di un raggio di azione molto ampio. I fondi di investimento absolute return raramente sono stati all’altezza delle promesse.
L’analisi di Citywire sui fondi absolute return
Intervistato qualche anno fa dal mensile Citywire ho “fatto le pulci” a questi fondi, che in molti casi, una volta usciti dalle pagine patinate delle brochure delle società prodotto, hanno faticato in questi anni a fare meglio di un banale paniere bilanciato investito per il 50% sull’azionario e per il 50% sull’obbligazionario.
Se prendiamo la categoria dei fondi a ritorno assoluto a media volatilità scopriamo che su 1787 lanciati al pubblico dei risparmiatori ne sono oggi disponibili oggi poco più della metà perché moltissimi sono stati tolti dal banco (liquidati o fusi nel giro di circa 4 anni) perché magari avevano performato molto male ed era meglio toglierli dalla circolazione e fonderli in altri.
Uno studio Morningstar del 2020 rivela che i sottoscrittori di fondi liquid alternative negli Stati Uniti hanno pagato un miliardo di dollari in più dei ritorni che hanno ottenuto complessivamente dal 2009. Un salasso per i sottoscrittori senza che che questi ne abbiamo tratti vantaggi significativi.
Performance deludenti e rischi elevati
Di quelli attualmente in circolazione fra i fondi d’investimento a ritorno assoluto (catalogati a media volatilità secondo il provider di indici finanziari Fida) esaminati da SoldiExpert SCF a metà agosto 2023, il risultato realizzato medio complessivo nel periodo è stato del -0,12% con un valore minimo del -23% e massimo del 36%. Per avere un’idea e confrontare il valore medio del benchmark dei fondi a ritorno assoluto (media volatilità) confrontato con un portafoglio 50% azioni mondiali e 50% obbligazioni mondiali questo paniere avrebbe realizzato un risultato del +25,2%.
Correndo rischi a volte altissimi come ricordavo 5 anni fa sul giornale Citywire riguardo al fondo H20 Multistrategies (FR0010923383, un fondo a ritorno assoluto catalogato come multi-strategy): se il rendimento era stato per un certo tempo straordinario (come la raccolta) l’altra faccia della medaglia era una volatilità molto elevata che lo sconsigliava ai deboli di cuore se non si era disponibili a sopportare ampie fluttuazioni esplose poi nel febbraio 2020.
migliori fondi absolute return: tanta dispersione
I fondi a ritorno assoluto mantengono quello che promettono? Sono la nuova frontiera del risparmio gestito? C’è da fidarsi o è bene (come al solito) saper valutare i differenti prodotti, le società di gestione che li lanciano e il “momentum” di mercato?
Confrontare un fondo “absolute return” di una società di gestione con un altro può presentare fortissime differenze nei risultati e anche una società di gestione che un anno è in cima alle performance non è assolutamente detto che l’anno successivo replicherà i risultati poiché magari le strategie utilizzate non è assolutamente detto che resteranno così performanti. E un’analisi obiettiva dell’andamento dei fondi absolute return non può rilevare come molti di questi fondi partiti con le migliori intenzioni hanno poi ottenuto sul mercato risultati anche pessimi.
I “nuovi” fondi absolute non lo sono spesso solo di facciata ma recepiscono maggiormente la normativa UCITS III che consente una libertà operativa ben maggiore e maggiori controlli. Naturalmente la normativa ampliata è solo una pre-condizione per il successo poiché se poi il gestore implementa le strategie sbagliate un fondo “absolute” return può perfino generare risultati peggiori di un fondo tradizionale.
Presentare questo tipo di fondi come la “panacea” assoluta per il risparmiatore del tipo “sottoscrivi” uno di questi fondi e stai tranquillo in qualsiasi condizione di mercato è quindi forse un po’ ottimistico.
Meglio i fondi tradizionali o gli absolute return?
Con qualche avvertenza in più. Se nelle categorie classiche dei fondi d’investimento i rendimenti appaiono, infatti, abbastanza simili fra le diverse società di gestione con scostamenti magari importanti fra un fondo e l’altro ma con una linea di tendenza tutto sommato rintracciabile che è l’andamento del benchmark (ovvero il mercato di riferimento dove il fondo investe), nel caso dei fondi a ritorno assoluto la dispersione dei rendimenti è veramente alta. In questo tipo di fondi i gestori non hanno d’altra parte un benchmark da rispettare (o copiare…) e quindi questo tipo di fondi dà la vera capacità di un team di gestione di fare meglio o peggio del mercato e/o di applicare delle strategie veramente a valore aggiunto.
Fondi hedge e absolute return a confronto: chi vince?
I fondi “absolute return” che si adeguano alla normativa Ucits III non sono mediamente migliori sopratutto in termini di ritorni attesi degli hedge fund: il fatto di essere più liquidi significa anche che alcune strategie non possono essere realizzate e il fatto di garantire una maggiore liquidità del prodotto ha certamente dei vantaggi ma che possono anche avere un costo opportunità.
Dopo la crisi che toccato nel 2008/2009 il segmento di prodotti finanziari più sofisticati come gli hedge fund, numerose società di gestione specializzate in fondi speculativi hanno deciso di proporre sul mercato “retail” anche questo genere di fondi absolute return a fianco a quelli per gli istituzionali anche per effetto di una richiesta di maggiore trasparenza e liquidità che arrivava dalla clientela tipica del mondo hedge.
Origine del fondo absolute return, la storia
C’è una data tutto sommato lontana (ma che è stata recepita dai diversi Paesi negli anni successivi) che segna l’avvento di questi fondi absolute return nell’ordinamento europeo ed è il 21 gennaio 2002 quando viene licenziata dal Parlamento europeo la direttiva 2001/108/CE a cui si fa generalmente riferimento con il termine UCITS III. Con questo termine ci si riferisce alle direttive europee che regolano il settore dei fondi comuni e che si pongono come obiettivo quello di armonizzare la disciplina nei diversi Paesi.
La normativa Ucits (e per questo talvolta si definiscono questi fondi Ucits o Newcits) obbliga i fondi a investire in attività liquide per permettere il rimborso della quota al sottoscrittore in ogni momento; limita, inoltre, l’uso della leva finanziaria e la detenzione di un singolo asset (un solo titolo non può superare il 10% del patrimonio).
Vincoli posti per tutelare il sottoscrittore che identificano anche una classe di prodotti intermedia fra i fondi tradizionali e gli hedge fund. Fondi genericamente definiti “absolute return”, ossia caratterizzati da obiettivi di rendimento positivo, decorrelazione rispetto alle asset class tradizionali, assenza di un benchmark di riferimento, processo di investimento fortemente focalizzato sul controllo del rischio e stile gestionale altamente flessibile.
Non hanno un benchmark di riferimento in quanto il loro obiettivo è ottenere dei risultati di performance positivi indipendentemente dall’andamento del mercato. Mentre i fondi comuni di investimento classici differiscono per la loro asset allocation, i fondi absolute return si caratterizzano per le differenti strategie utilizzate per il raggiungimento della performance.
Le strategie utilizzate nei fondi absolute return
Quali le strategie maggiormente utilizzate nei fondi “absolute return”? Alcune delle stesse utilizzate nella gestione degli hedge fund ma non tutte poiché possono essere replicate solo sugli strumenti più liquidi e negoziabili. Questo ci fa capire che confrontare hedge fund o fondi “absolute return” non è un’impresa facile poiché diverso può essere il sottostante (azioni, indici, derivati su materie prime, obbligazioni, valute) ma anche l’approccio seguito.
Si potrebbe quasi dire che non esiste un prodotto “alternativo” (come suggerisce lo stesso aggettivo) uguale all’altro dato che ogni gestore cerca di applicare il proprio “stile” o strategia.
Le strategie più comunemente applicate nei fondi absolute return sono comunque quelle direzionali (Global Macro) che tendono a trarre profitto dalle grandi tendenze che emergono nei mercati finanziari. Ma sono soprattutto le strategie long/short ad essere le più applicate, ovvero quelle che combinano investimenti al rialzo (“long”) su titoli considerati sottovalutati con delle posizioni al ribasso (“short”) su titoli sopravvalutati al fine di generare risultati positivi indipendentemente dall’evoluzione dei mercati. L’obiettivo è dunque quello di trarre profitto in qualunque fase di mercato, sia essa al rialzo o al ribasso.
Esistono poi anche strategie di arbitraggio che cercano di trarre vantaggio dal disallineamento delle quotazioni (“relative value”) fra azioni di diverse categorie, aziende concorrenti o azioni e obbligazioni. Si cerca per esempio di sfruttare eventuali sfasamenti di prezzo tra due titoli che, fino a quel momento, hanno sempre mostrato una elevata correlazione. In tali strategie, il gestore ritiene di poter approfittare del momentaneo scostamento del valore del titolo dal suo prezzo teorico e del successivo allineamento di tale divergenza.
L’opinione di SoldiExpert Scf sui fondi absolute return
Nella nostra esperienza questo tipo di fondi come tutti vanno monitorati continuamente senza fare scelte fideistiche e valutando bene bene i pro e contro e cercando di comprendere bene il tipo di strategia seguita, la liquidabilità degli investimenti e la serietà ed esperienza dei proponenti unitamente ai costi che i fondi absolute return hanno spesso costi molto alti e sono l’unica cosa certa. Non sono in ogni caso la soluzione miracolosa al problema degli investimenti e i numeri che vengono dall’analisi del track record di migliaia di questi fondi ce lo ricordano.
Proposti in modo massiccio a partire dal 2010, i fondi absolute return sono stati in questi anni fra i campioni nella raccolta grazie a un marketing (adesso si dice storytelling) adeguato che prometteva una sorta di quadratura del cerchio.
Un prodotto “assolutamente” perfetto: la promessa era di essere investiti sui mercati finanziari partecipando però soprattutto ai guadagni perchè attraverso strategie diversificate questi fondi avrebbero puntato su asset decorrelati rispetto ai mercati. Il che è come dire che uno sa dove vanno i mercati. Ovviamente in anticipo. Un po’ come quella pubblicità della Vodka “Absolute perfect, absolute security, absolute unique.” Un absolute dream.