La normativa sulla tassazione delle rendite finanziarie è stata soggetta a numerose modifiche nel corso degli anni.
La guida Salvafisco scritta da Salvatore Gaziano e Roberta Rossi, fondatori e amministratori di SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente attiva dal 2002, ti guida nei vari regimi fiscali fornendo consigli pratici ai risparmiatori che desiderano ottimizzare il carico fiscale sui propri investimenti.
In Italia sono attualmente in vigore tre regimi fiscali che il risparmiatore può scegliere per pagare le tasse sui guadagni finanziari (spesso chiamate rendite finanziarie)
1. Il regime fiscale amministrato (Fai da te)
2. Il regime fiscale del risparmio gestito (Gestioni)
3. Il regime fiscale applicato ai prodotti assicurativi
Una guida per orientarsi nella tassazione delle rendite finanziarie
Chi svolge da sé le proprie operazioni finanziarie comprando e vendendo titoli con la propria banca (Fai Da Te) opera in regime di risparmio amministrato.
Chi opta per le gestioni di una banca o di una Sim viene invece tassato in base al regime fiscale previsto per il risparmio gestito.
I prodotti assicurativi di tipo vita sono invece soggetti a una tassazione differente e molto vantaggiosa.
Per il contribuente quest’ultimo regime (quello assicurativo legato al ramo Vita) è per molti versi una sorta di Paradiso Fiscale rispetto al regime fiscale altrimenti… infernale a cui è sottoposto nel Fai da Te soprattutto su alcuni prodotti finanziari. Tramite le soluzioni assicurative vita nella peggiore delle ipotesi rispetto al “fai da te” e al “gestito” si ottengono tre vantaggi dal punto di vista fiscale:
– si viene tassati sui guadagni effettivamente realizzati (non si viene tassati sui guadagni maturati di anno in anno come nel risparmio gestito) quando si decide di riscattare la polizza e quindi di rientrare in possesso del capitale investito;
– in caso di riscatto parziale del valore della polizza l’imposta sul capital gain viene pagata solo sulla differenza tra l’ammontare percepito e i premi pagati (quindi nelle polizze non viene tassata l’intera plusvalenza);
– per tutta la durata della gestione sotto polizza si compensano tutti i guadagni e le perdite realizzati su tutti gli strumenti finanziari detenuti dalla gestione (nel regime del risparmio amministrato o “fai da te” la compensazione tra minus e plus è invece limitata);
– le minusvalenze non scadono dopo cinque anni (come previsto dal regime del risparmio amministrato o “fai da te” e anche nel gestito).
E io pago! Il fai da te, l’inferno del contribuente
Chi svolge da sé le proprie operazioni finanziarie comprando e vendendo titoli con la propria banca opera in regime di risparmio amministrato. E’ attualmente il peggior regime fiscale possibile: la compensazione tra minusvalenze e plusvalenze su strumenti finanziari diversi è limitata, le minusvalenze dopo cinque anni scadono, su alcuni strumenti la tassazione è alla fonte e non al momento della vendita o assurda come nel caso degli ETF e dei fondi e sicav dove le plusvalenze non possono essere compensate con minusvalenze pregresse.
E io compenso! Il risparmio gestito, ovvero il purgatorio del contribuente
Nelle gestioni il conteggio del capital gain avviene una volta l’anno sui guadagni maturati fino a quel momento dal Cliente. Questo regime, rispetto al risparmio amministrato o “fai da te”, consente di compensare minus e plus maturate dalla gestione nel corso dell’anno sui diversi strumenti. Rispetto al regime del risparmio amministrato è più equo perché:
– la tassazione avviene a fine anno (non è immediata come nel regime del risparmio amministrato o “fai da te”);
– vi è una compensazione totale tra tutti gli strumenti (azioni, fondi, etf, titoli obbligazionari) che la gestione ha comprato e venduto nel corso dell’anno.
Pur migliorativa, non è ancora un tipo di tassazione equa perchè si viene tassati sul guadagno maturato e non effettivamente realizzato. Inoltre dopo cinque anni le minusvalenze scadono.
Meglio la Gestione del “Fai da Te”, fiscalmente parlando
Poniamo il caso in cui un risparmiatore che opera direttamente comprando e vendendo titoli abbia realizzato una plusvalenza su delle azioni e nel corso dell’anno una minusvalenza su un fondo. Il risparmiatore dovrà pagare interamente il capital gain conseguito sull’aziona e senza poter usare il fondo su cui ha chiuso l’operazione in perdita come compensazione. Nelle gestioni invece, i guadagni sulle azioni si compensano con la perdita sul fondo.
Nel caso delle gestioni, quindi, i guadagni vengono tassati meno perché i guadagni sulle azioni sono compensabili con qualsiasi perdita avuta su qualsiasi strumento (fondo, etf, azione o titolo obbligazionario) che la gestione abbia comprato e venduto registrando una minusvalenza. A tutto vantaggio del conto economico a fine anno del risparmiatore. Il regime del risparmio gestito è quindi molto più conveniente ai fini della tassazione del risparmio amministrato (la tassazione è differita ed è prevista una compensazione maggiore tra minus e plus) ma siamo ancora lontani dal paradiso… fiscale.
La polizza vita e la mini tassazione sulle rendite finanziarie
Il veicolo più efficiente dal punto di vista fiscale sono le polizze. Nelle polizze il pagamento delle tasse avviene solo al momento del riscatto. Se il risparmiatore che ha sottoscritto il contratto di polizza ha bisogno di usare in modo parziale o totale il capitale investito nella gestione tramite polizza, in quel momento avviene il calcolo dell’obolo fiscale. Che è decisamente minore rispetto al regime del risparmio amministrato e gestito.
Per saperne di più scarica gratuitamente la Guida Salvafisco di SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, che fornisce un utile e gratuito vademecum su come ottimizzare la tassazione delle rendite finanziarie.