Smettere di lavorare: scopri se con il tuo capitale puoi vivere di rendita

L’onda lunga del Big Quit (letteralmente “smettila alla grande”) ha raggiunto l’Italia e un numero crescente di persone vorrebbe smettere di lavorare per uscire da un periodo di forte stress personale e professionale. Ma è davvero possibile riuscire a vivere di rendita e che significato può avere per il nostro futuro? Un buon consulente può essere d’aiuto a fare i calcoli giusti

MoneyReport, il blog di SoldiExpert SCF

Il blog di SoldiExpert SCF

All’inizio sembrava un fenomeno passeggero. I giovani non hanno più voglia di lavorare, si sentiva dire in giro. Ma adesso anche quelli che hanno un impiego e si sentono forse diversamente giovani scoprono a volte, magari a cinquant’anni, di voler semplicemente smettere di lavorare e vivere di rendita.

La visione delle generazioni più giovani del lavoro come “disturbante” rispetto alla vita privata l’hanno registrata per primi i datori di lavoro. I colloqui con neodiplomati o neolaureati da qualche anno sono la riprova che i giovani sono diventati un tantino altezzosi nei confronti dell’attività lavorativa.

Il crescente disamore per il lavoro in quanto tale, insomma, si sta estendendo. Lo stipendio non basta più. Né ai giovani, che avanzano richieste “pretenziose” di lavori coinvolgenti e motivanti insieme alla pretesa di non doversi allontanare troppo da casa. Né ai “diversamente giovani” (cioè chi a 40, 50 o 60 anni), che vedono farsi strada un nuovo desiderio e cercano di capire se è alla loro portata: smettere di lavorare e vivere di rendita, dimenticando la fatica delle generazioni precedenti per tenersi stretto l’agognato “posto fisso”.

Ma dell’espressione vivere di rendita, il significato profondo qual è? Cosa cercano giovani e meno giovani? Libertà e ritorno a se stessi. Vogliono vivere al meglio liberandosi dai fardelli del dovere, del grigiore quotidiano, del tran tran urbano. Come? Spesso il loro obiettivo è smettere di lavorare. Ma come vivere di rendita?

 

 

Aumenta il desiderio di smettere di lavorare e aspettare la pensione

 

La chiusura e le limitazioni dovute al diffondersi del Covid, e alla pandemia, hanno dato il colpo di grazia al lavoro. E come una piccola pallina di neve rotolante che si trasforma in una valanga sempre più grande ogni secondo che passa, lockdown e lavoro da casa hanno dato la stura a un’insofferenza che covava da anni, forse da decenni.

Insofferenza che aveva finora trovato sfogo nel fenomeno sociale definito (in inglese) YOLO, acronimo che sta per “You Only Lives Once”, ovvero, più o meno, “Si Vive Una Volta Sola” (ma SVUVS in italiano non suona bene…).

Grazie a questa riflessione sul fatto che si vive una volta sola, milioni di persone in tutto il mondo stanno rimettendo in discussione un intero modello di vita. Basato su un “progresso” che si appoggia a un costante aumento dei consumi e delle risorse del pianeta, da una parte, e a una vita da criceti nella ruota, dall’altra. E queste persone stanno lasciando il lavoro. Milioni di persone stanno cercando di smettere di lavorare e aspettano la pensione. Ovunque.

Mettendo in crisi il sistema, le aziende, l’organizzazione sociale così come è stata conosciuta e vissuta nell’ultimo secolo. Un altro fenomeno importante, a cui anche in questo caso è stato dato un bel nickname inglese: Great Resignation (“Grandi Dimissioni”) o Big Quit (che significa la stessa cosa).

 

 

Smettere di lavorare, un libro per fare i giusti calcoli

 

È un miraggio smettere di lavorare e aspettare la pensione? Alcuni puntano a lavorare meno e ad avere un’entrata lavorativa più piccola ma costante, altri cercano di usare quello che hanno: il capitale messo da parte. Ma sarà abbastanza? Quanto serve per vivere di rendita? Grazie alla guida Vivere di rendita: sogno o realtà? è possibile avere una prima panoramica. Per capire se si può vivere di rendita per sempre. O in alternativa, se i risparmi non sono abbastanza, lavorare ancora qualche anno, mettere da parte altro capitale, smettere di lavorare e aspettare la pensione. Vivere di rendita: sogno o realtà? spiega quando è possibile smettere di lavorare: un libro che insegna a fare i calcoli giusti.

Vivere di Rendita Vivere di Rendita

Per capire di cosa stiamo parlando, ci rifacciamo a una serie di recentissimi studi relativi ai fenomeni citati. Il Dipartimento (cioè il Ministero) del Lavoro USA ha fatto sapere che solo a luglio e agosto dello scorso anno hanno scelto di smettere di lavorare circa 8,2 milioni di persone ovvero circa il 5,8% della forza lavoro americana. Non si tratta di disoccupazione ma proprio di auto-licenziamenti.

Il dato sembra effettivamente un po’ eccessivo, e forse fa riferimento a motivazioni differenti, ma è molto evidente anche in Germania e Regno Unito. Come motivazione all’abbandono del lavoro si cita spesso il cosiddetto burnout professionale, ovvero la consunzione, il logoramento psicofisico dovuto a un carico eccessivo di stress, che colpisce a tutti i livelli (riconosciuto dall’OMS come sindrome, non come patologia).

Si può sopravvivere senza “ammazzarsi” di lavoro? Si può smettere di lavorare e aspettare la pensione? Quanti soldi servono per vivere di rendita? Nei propri servizi di consulenza finanziaria una tantum SoldiExpert SCF può aiutarti a fare i calcoli giusti.

 

mi licenzio e cambio vita

 

Nella ricerca “The Great Resignation Update” di Limeade (interviste a mille lavoratori che hanno cambiato lavoro), il 40% delle risposte indica proprio il logoramento come motivo del cambiamento, mentre il 28% degli intervistati ha detto di essersi licenziato senza avere alternative.

Anche in Italia la Great Resignation potrebbe aver iniziato a crescere. Nei primi nove mesi del 2021, ben 300.000 lavoratori in più rispetto allo stesso periodo del 2020, per un totale di 1,3 milioni di persone hanno scelto volontariamente di smettere di lavorare. La differenza rispetto agli USA che qui chi lascia il lavoro raramente riesce o vuole rientrare. Però gli italiani mediamente hanno un asso nella manica: notoriamente grandi risparmiatori, potrebbero disporre un capitale che consenta di smettere di lavorare a cinquant’anni e costituire una rendita vitalizia.

Tutto questo sta mettendo in allarme le grandi aziende, costrette ad aumentare i salari e implementare misure e attività di “cura” dei dipendenti per non farsene scappare troppi. E i Governi, per cui il flusso di lavoratori in uscita rischia di far rallentare il sistema produttivo, le entrate statali, il sistema pensionistico.

Un desiderio diffuso di smettere di lavorare e vivere di rendita potrebbe diventare il sassolino nell’ingranaggio del sistema che conosciamo.

 

 

Vivere di rendita, significato e opzioni

 

È però necessario intendersi bene quando si parla di vivere di rendita: significato e modalità per arrivare a un simile modello di vita non sono sempre univoci. Vivere di rendita significa infatti aver messo da parte abbastanza soldi per non dover lavorare. Non si tratta quindi soltanto di una rendita integrativa, cioè di un’aggiunta ai redditi da lavoro che già si percepiscono. Ma di un modo di pianificare l’utilizzo delle proprie risorse per non dover più lavorare.

E questo è possibile in due casi. Come rendita che consente di mantenere più o meno lo stesso livello di vita di cui si ha goduto fino al momento di lasciare il lavoro. Ma senza aver ancora maturato i requisiti per ottenere una pensione. Oppure come rendita integrativa della pensione o di altre entrate che non derivano da attività professionali.

Qual è la differenza? Nel primo caso, il rendimento del patrimonio a disposizione, investito adeguatamente, dovrà essere sufficiente a compensare la totale interruzione del flusso reddituale già proveniente dallo stipendio. E quindi vivere di rendita senza problemi. Si tratta infatti di una situazione che bisogna prevedere e gestire in anticipo, prima che un evento improvviso (chiusura dell’azienda, licenziamento o altro) possa intervenire. Nel secondo caso sarà invece un’integrazione o di una rendita già esistente (per esempio da immobili) o da una futura pensione. In questo caso, la pianificazione è meno complessa in quanto è possibile ipotizzare una data a cui sarà necessaria l’integrazione.

 

come smettere di lavorare

 

Lasciare il lavoro significa veder ridurre drasticamente il proprio reddito. Come fare a vivere, quindi? È possibile ritrovare serenità e felicità senza avere entrate certe o è soltanto un modo per liberarsi di un problema del momento (lo stress) senza pensare al futuro? Forse è meglio capire come smettere di lavorare. Basandosi sul patrimonio presente e futuro, quando si matureranno i requisiti per andare in pensione.

Anche SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, ha registrato questo fenomeno, in particolare attraverso il crescente numero di persone che vorrebbero capire come smettere di lavorare e desiderano avere una risposta “pianificata”, richiedendo il servizio di consulenza finanziaria una tantum.

Le risposte che può fornire una società di consulenza indipendente come SoldiExpert SCF sono su diversi fronti e rispondono alle domande più frequenti. Posso permettermi di smettere di lavorare? Posso vivere con i miei risparmi già da subito o devo lavorare ancora qualche anno (quanti?) o sono proprio costretto ad aspettare la pensione? Avrò un reddito costante, più o meno esiguo? Avrò un minimo di capitale, dovuto almeno allo sblocco del fondo pensione e/o del trattamento di fine rapporto? Quanto potrò spendere al mese per non rischiare di esaurire il capitale prima del tempo?

La consulenza finanziaria indipendente di SoldiExpert SCF serve a questo, a dare risposte tecniche, realistiche, a sogni, desideri, obiettivi, realizzando prospetti di flussi di cassa futuri per aiutare a comprendere quanto capitale potrebbe eventualmente servire per arrivare a vivere sereni e felici con ciò che sia ha.

Come primo passo per capire come smettere di lavorare e capire se si può farcela con i risparmi messi da parte può essere utile leggere la guida Vivere di rendita – Sogno o realtà?, realizzata da SoldiExpert SCF e scaricabile gratuitamente in formato ebook.

 

Fare bene i conti per smettere di lavorare a 50 anni

 

Decidere di smettere di lavorare a 50 anni comporta un’ottima pianificazione tecnica preventiva. Ma, indefinitiva, capire quanto serve per vivere di rendita a 50 anni non è molto diverso dal calcolare quanti soldi servono per vivere di rendita a 40 anni oppure quanto serve per vivere di rendita a 60 anni. La differenza risiede nel capitale accumulato nel corso di una vita lavorativa più o meno lunga, ma il meccanismo non cambia.

E a questo proposito, perché non chiedere una consulenza a un esperto? Si può chiedere il supporto di una consulenza finanziaria un tantum come quella offerta da SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, per capire se e quando è possibile pensare di smettere di lavorare prima del tempo. Quale capitale occorre avere da parte e quale potrà essere il budget mensile di spesa in questo scenario.

Prendiamo il caso di una persona che abbia redditi vari per circa 22.000-24.000 euro netti all’anno, pari a circa 2.000 netti mensili. Non si tratta di una rendita vitalizia, ma di redditi da lavoro o da affitti di immobili di proprietà. Poniamo che la persona sia a pochi anni dalla pensione (che sarà di circa 5-600 euro), con una figlia a carico e un patrimonio di 5-600.000 euro.

La domanda di partenza è: se decide di smettere di lavorare qualche anno prima di aver maturato i requisiti per la pensione, quanto potrà andare avanti senza intaccare il patrimonio? Perché è ovvio che le strategie per vivere di rendita con 5 milioni di euro sono molto diversa dal cercare di comprendere come vivere di rendita con 100mila euro o poco più.

lasciare il lavoro e aspettare la pensione. o anticiparla grazie a una rendita vitalizia

 

Nel complesso, si tratta di una buona situazione patrimoniale a fronte di spese fisse stimate più alte in alcuni anni per le spese universitarie della figlia. Il calo di reddito a distanza di una decina d’anni da oggi al massimo può mettere in crisi il progetto di lasciare il lavoro e aspettare la pensione o anticiparla grazie alla costruzione di una rendita vitalizia.

Infatti anche a fronte di investimenti oculati, non è possibile vivere con i soli interessi maturati, ma è necessario intaccare progressivamente il capitale. Che si esaurirà in poco più di quarant’anni. Vivere di rendita con il proprio capitale sarà possibile o il capitale si esaurirà quando ancora si è in vita? Dipende dall’età. Se entro questa scadenza la persona interessata avesse improbabili centodieci anni, allora potrebbe essere un’opzione da considerare quella di smettere di lavorare grazie a una rendita vitalizia. Se ne avesse 75 o 80, l’esaurimento del capitale – qui interpretato come una sorta di “produttore” di una rendita vitalizia– sarebbe ancora un rischio che vale la pena correre?

Con una buona consulenza è tuttavia possibile pianificare con attenzione il proprio futuro. Ragionando sulle mosse migliori da fare. Proprio per avere risposte alle domande poste dai “great-resignators”. Riscattare la laurea? Integrare il reddito? Aspettare la scadenza naturale della pensione o anticiparla? Le due cose insieme, cioè smettere di lavorare e aspettare la pensione?

Tra gli aspetti da tenere presente per un’efficace pianificazione vi sono quindi alcuni aspetti tecnici che devono essere attentamente ponderati. E non si tratta soltanto dei flussi di entrate e di uscite in un dato lasso di tempo. Chi punta a una rendita vitalizia per smettere di lavorare prima della pensione, deve valutare con attenzione fiscalità (tasse e imposte), inflazione e variazione dei rendimenti di eventuali investimenti finanziari.

 

 

Quanti soldi servono per vivere di rendita

 

Chi  è maschio, ha circa un terzo di probabilità di morire entro gli 80 anni, il 50% entro gli 84 e un 20% di possibilità di arrivare ai 90. Una donna ha più dell’80% di probabilità di arrivare a 80 anni, il 50% di arrivare a 87 e quasi il 20% di arrivare a 93. Ma il dato è facilmente sottostimato. In tutto il mondo si camperà sempre di più. E noi italiani più degli altri. Secondo le statistiche mondiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per il 2014 gli italiani sono uno dei popoli più longevi della terra. Una bella opportunità di vita, ma anche un bel rischio dal punto di vista finanziario. Ha anche un nome: longevity risk ed è il rischio di vivere più del proprio patrimonio.

Se si vuole smettere di lavorare e vivere di rendita occorre pianificare e calcolare entrate e uscite ovvero

  • le proprie spese medie annue decurtate delle entrate di vario genere (dalla pensione agli affitti)
  • la massa patrimoniale che può essere investita sui mercati finanziari
  • Fare una stima del rendimento medio annuo del proprio patrimonio investito
  • Comprendere se c’è congruenza tra la massa patrimoniale accumulata, i rendimenti stimati e le spese medie annue

 

 

Vivere di rendita: se il capitale non basta a coprire tutte le spese?

 

Se rispetto alle proprie uscite medie annue, considerando il tasso di rendimento dei propri risparmi, la massa investita e la propria aspettativa di vita, i calcoli non tornano, si possono percorrere diverse strade. Tra cui:

  • ridurre i consumi;
  • aumentare la massa investibile, dismettendo parte del proprio patrimonio immobiliare e riducendo al minimo la liquidità parcheggiata sui conti correnti a tassi ormai da prefisso telefonico;
  • ripensare la propria asset allocation non in funzione delle proprie paure, ma della realtà: se si ha il giusto orizzonte temporale di vita i rendimenti storici delle asset class sono stati maggiori per gli impieghi più rischiosi;
  • diventare più esigenti sui propri investimenti iniziando per esempio a tagliare i costi grazie per esempio a un check up del proprio patrimonio che riveli i costi reali che si stanno pagando e di cui magari non si è pienamente consapevoli.

 

quanti soldi servono per vivere di rendita a 60 anni

 

“Colui che non prevede le cose lontane, si espone a infelicità ravvicinate” diceva Confucio. Pianificare e prevedere come il proprio patrimonio si evolverà negli anni a venire, quanto verrà intaccato ogni anno e per quanti anni, è fondamentale per vivere sereni.

Per sapere per esempio quanto serve per vivere di rendita a 60 anni, come mostra la tabella sottostante a cura di SoldiExpert SCF il capitale di cui si deve disporre oggi un sessantenne è pari a poco meno di 1,5 milioni di euro (1.470.000,00 euro per l’esattezza) nell’ipotesi in cui:

  • spenda ogni mese 3.500 euro;
  • ottenga dal suo capitale un rendimento netto dell’1,5% netto annuo.

E se spendesse meno quanto capitale basterebbe per vivere di rendita a 60 anni? Ecco qualche calcolo per farsi un’idea.

 

Smettere di lavorare e vivere di rendita quanti soldi servono

 

 

vivere di rendita con 800 mila euro

 

Se il nostro sessantenne non dispone di 1.470.000 euro che gli consentirebbero di spendere 3.500 euro al mese, ma poniamo di 840.000 euro, dovrebbe ridurre le sue spese mensili a 2.000 euro al mese. Ciò per evitare il longevity risk, ovvero il rischio di sopravvivere al suo capitale. Vivere di rendita con 800 mila euro è possibile se si riducono le spese a 2.000 euro al mese.

Se il sessantenne non vuole invece modificare il suo stile di vita e dispone di 840.000 euro, deve o aumentare la massa investita, per esempio dismettendo degli immobili che non usa. O impiegare in modo più redditizio le decine di migliaia o centinaia di migliaia di euro che ha parcheggiati sul conto corrente bancario. Oppure puntare a un impiego dei propri risparmi che renda di più dell’ 1,5% netto.

 

 

Come vivere di rendita con 100mila euro

 

Se qualcuno si domandasse come vivere di rendita con 100mila euro, se cioè sia un’opzione possibile, la risposta è che si tratta di una possibilità non semplice da attuare. I numeri infatti sono chiari. Ipotizziamo di investire 100.000 all’1,5% annuo netto. Se scegliamo di utilizzare subito l’ipotetico rendimento (pari quindi a 1.500 euro annui) senza reinvestirlo, avremmo 125 euro al mese. Una cifra evidentemente troppo esigua per vivere di rendita. Reinvestendo costantemente il rendimento (che ipotizziamo resti sempre costante), in dieci anni il capitale diventerebbe di oltre 116.000 euro, portando il rendimento dell’1,5% a circa 145 euro al mese.

Continuando a reinvestire, dopo vent’anni avremmo circa 170 euro al mese e dopo 30 anni 195 euro. Vista la crescita dei tassi di questi mesi e con un buon servizio di consulenza finanziaria indipendente, possiamo anche immaginare rendimenti superiori, del 3% o del 5%. Ma anche in questi casi (del tutto ipotetici) potrebbe essere possibile ottenere una rendita discreta solo dopo 15-20 anni (800-1000 euro), reinvestendo sempre (quindi senza mai intaccare il capitale accumulato). Con un orizzonte temporale così lungo, un’attenta gestione finanziaria e un costante monitoraggio degli investimenti, quindi, qualche discreto risultato è possibile ottenerlo. Ma è più individuabile come integrazione del reddito che come una vera e propria rendita vitalizia.

 

 

Vivere di rendita con 200.000 euro

 

Un analogo ragionamento potrebbe essere valido per chi pensasse di vivere di rendita con 200 mila euro. Ovviamente, un capitale simile è inferiore alle cifre considerate nel paragrafo dedicato agli 800.000 euro. È chiaro quindi che sia la gestione delle spese sia il rendimento di eventuali investimenti dovrebbe adattarsi alla situazione. Tagliando drasticamente le prime e incrementando il secondo. Ciò per evitare di consumare i capitale in pochi anni e restare senza reddito.

Cercare di aumentare il rendimento del capitale investito, però, può significare aumentare anche il rischio dell’investimento stesso. Che quindi deve essere accuratamente soppesato sulla base del profilo di rischio e degli obiettivi che si desidera raggiungere. In un caso come questo è ancora più evidente l’utilità di un consulente finanziario indipendente come SoldiExpert SCF.

 

 

Vivere di rendita con 300.000 euro È possibile?

 

Più il patrimonio a disposizione è cospicuo, maggiori sono le possibilità di arrivare a vivere senza lavorare. Vivere di rendita con 300.000 euro, per esempio, significa disporre di 100.000 euro aggiuntivi rispetto a quando indicato nel paragrafo precedente. Il che vuol dire che con un investimento che sia in grado di ottenere un rendimento annuo netto dell’1,5% sarebbe possibile avere 1.500 euro aggiuntivi all’anno, cioè 125 euro al mese.

Senza contare che se questi interessi venissero reinvestiti costantemente per un congruo numero di anni, il capitale complessivo crescerebbe e, di conseguenza anche il rendimento. Inoltre, con i tassi in aumento, è probabile che gli interessi ottenibili con una buona pianificazione siano oggi più vicini al 3%.

Complessivamente, vivere di rendita con 300.000 non è impossibile, anche se si tratta di un capitale non in grado di garantire in tenore di vita particolarmente alto. Tuttavia, integrandolo con un attento controllo delle spese e un altrettanto attenta pianificazione finanziaria, ha qualche punto a suo favore.

 

 

vivere di rendita con 5 milioni di euro

 

Non sembri un’ovvietà dire che vivere di rendita con 5 milioni di euro è possibile. Bisogna sempre considerare, infatti, che quasi tutti tendono sempre a vivere al limite delle proprie possibilità. Chi guadagna 1.000 euro, 2.000 o 5.000 euro al mese cercherà sempre di avere un’abitazione migliore, comprerà vestiti, cibo e opportunità di svago sfruttando al massimo, e anche oltre, le proprie risorse economiche. Spesso usando la carta di credito, facendo mutui o comunque anche indebitandosi.

Allo stesso modo, chi ha patrimoni ingenti solitamente ha un alto tenore di vita, immobili, auto, viaggi, università costose per i figli, e così via. Ciò significa che lo sforzo per mantenere il livello di vita desiderato anche una volta interrotta la vita professionale non sarà diverso da quello necessario per altri livello di reddito.

Avere 5 milioni di capitale, consente di avere varie migliaia di euro al mese di rendimento finanziario. Facendo riferimento ai rendimenti ipotizzati per gli altri livelli di capitale citati, solo con un 1,5% di interesse netto annuo, si ottengono 75.000 euro, cioè 6.125 euro al mese. Considerando però le spese di cui una famiglia ad alto reddito si fa carico, potrebbero non essere sufficienti.

Si tratta però di un patrimonio che può essere investito con ottime possibilità di diversificazione e di gestione del rischio. Soprattutto in ottica di medio-lungo periodo e di rialzo dei tassi. Pensando cioè non solo a vivere di rendita, ma anche alla successiva gestione della successione ereditaria. Anche su questo tema la consulenza indipendente di SoldiExpert SCF può essere un valido supporto.
Capitale necessario per smettere di lavorare e vivere di rendita

Mettere a dieta i consumi o ingrassare rendimenti e patrimonio?

Tutte le variabili in gioco necessarie per vivere di rendita (consumi, massa investita, rendimenti attesi) possono quindi essere variamente ricombinate. Per cercare la soluzione migliore e più adatta al cliente. È un lavoro che SoldiExpert Scf offre ai clienti che sottoscrivono il servizio di consulenza una tantum. Persone che vogliono mantenere il proprio tenore di vita inalterato nel tempo. Perché come diceva Woody Allen “Se i soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria”.

Per approfondire il tema:

Scarica la GUIDA Vivere di rendita – Sogno o realtà a cura di Roberta Rossi di SoldiExpert SCF

Guarda il VIDEO – Vivere di rendita: finalmente una guida che dice le cose come stanno e ti spiega i calcoli da fare

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Roberta Rossi Gaziano

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Francesco Pilotti

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Marco Cini

Esperto di pianificazione finanziara e previdenziale

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