Crisi bancarie: consigli su come proteggere i propri risparmi dal rischio di bail-in

Fra gli indicatori da conoscere per valutare quanto la propria banca è solida il CET1 è fra i più immediati e facili da reperire. Mediolanum e Fineco fra le banche più solide, Veneto Banca e Popolare Vicenza fra quelle in fondo alla classifica.

MoneyReport, il blog di SoldiExpert SCF

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Dal 1° gennaio 2016  è entrata in vigore la normativa sul “bail in”: se la banca presso cui si sono depositati i vostri risparmi o di cui siete creditori (per esempio possedendo delle obbligazioni) o azionisti, ha dei problemi finanziari seri, il problema potrebbe diventare anche vostro. Ed essere chiamati a partecipare con i vostri risparmi al “salvataggio”.

 

 

Che cos’è il bail in

Il bail-in è un processo mediante il quale le autorità finanziarie possono stabilire che le perdite di una banca insolvente devono essere coperte non attraverso i fondi pubblici, ma attraverso il contributo degli azionisti, dei creditori e dei detentori di obbligazioni subordinate della banca stessa. E, in alcuni casi, anche dei depositanti.

In pratica, durante una crisi bancaria, il bail-in consente alle autorità di ristrutturare la banca in difficoltà in modo da garantirne la solvibilità senza ricorrere ai fondi pubblici. Questo può includere la conversione di obbligazioni subordinate in azioni, la riduzione dei crediti bancari, la cancellazione o la ristrutturazione delle azioni esistenti e così via.

Il bail-in è stato introdotto in Europa come parte della risposta alla crisi finanziaria del 2008, al fine di evitare il salvataggio delle banche con fondi pubblici e di proteggere i contribuenti dal dover coprire le perdite delle banche.

 

bail in banche un meccanismo complesso e controverso

 

Il bail-in è un meccanismo attraverso il quale le autorità di regolamentazione finanziaria cercano di evitare il fallimento di una banca o di un’altra istituzione finanziaria in difficoltà.

Invece di utilizzare fondi pubblici per salvare l’istituzione finanziaria, con il bail in gli azionisti e i creditori dell’istituzione finanziaria in difficoltà sono chiamati a contribuire al finanziamento della sua risoluzione.

Il bail-in è un meccanismo complesso e controverso, poiché può comportare il rischio di creare panico tra gli investitori.

 

 

come proteggersi dal bail in

 

Meglio cercare quindi di evitare di trovarsi in questa antipatica situazione. Come? Cercando di non detenere i vostri risparmi presso banche in cattive acque naturalmente, per non rischiare di restare incastrati in situazioni antipatiche.

Ma come può un risparmiatore capire se il banco sta saltando e il bail in sta arrivando? In teoria ci sono le autorità di vigilanza che dovrebbero evitare che si arrivi a questa situazione e se detenete risparmi sul conto corrente o depositi sotto i 100.000 euro c’è poi il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi che garantisce che nessun cent è a rischio e questa garanzia varrà anche nei prossimi anni.

 

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Nella pratica però le risorse a disposizione del Fidt per come è costruito possono essere anche insufficienti o considerate dall’Unione Europea non utilizzabili per salvare banche decotte e c’è ancora una certa confusione sotto il cielo.

 

l’idea di più per proteggersi dal bail in

 

Come consulenti finanziari indipendenti veniamo spesso interpellati quando crisi bancarie che ciclicamente interessano il mercato destano non poche preoccupazioni sui propri risparmi. Esiste il modo di salvare il proprio patrimonio quando la banca su cui sono depositati i nostri soldi entra in difficoltà e viene sottoposta al bail in? Molti correntisti non sanno che gli strumenti finanziari acquistati dal risparmiatore sono di sua proprietà e in caso di dissesto della banca possono essere trasferiti presso un altro istituto di credito. Detenere ingenti liquidità sul conto corrente per un valore superiore ai 100.000 mila euro non è quindi saggio né sensato anche da questo punto di vista.

 

bail in banche: quali istituti sono più sicuri?

 

Vale quindi dedicare un po’ di tempo all’anno a informarsi sullo stato di solidità della vostra banca e a prendere un po’ di confidenza con alcuni indicatori di solidità che ciascuna banca è obbligata a fornire nel proprio bilancio (sulla Rete sono disponibili quasi tutti) se il vostro impiegato allo sportello di fiducia si mostrasse troppo reticente al riguardo.

Come evitare quindi di scoprire troppo tardi che la propria banca ha dei grossi guai? Può un risparmiatore capire se ci sono le avvisaglie di una forte crisi per evitarne di restare incastrato?

 

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Non tutti i risparmiatori magari avranno il tempo e le competenze di leggere il bilancio della propria banca ma qualche precauzione possono prenderla per monitorare periodicamente lo stato del proprio istituto. Un indicatore che è diventato molto importante per misurare la solidità degli istituti bancari è il Common equity tier 1 in sigla Cet1.

il Cet1, un indicatore per misurare il grado di solidità di una banca

 

Con questo indicatore si rapporta il patrimonio netto della banca (il capitale sociale più le riserve) ai rischi assunti ovvero si misura il totale delle attività ponderate per il rischio.

Attualmente le norme europee prevedono come pavimento “minimo” per le banche un CET1 Ratio del 8% che equivale a dire che una banca può effettuare investimenti (finanziamenti, prestiti, mutui, investimenti su titoli e così via) ponderati per il rischio superiori a 12,5 volte il capitale proprio.

Risulta quindi evidente che più questo indicatore è elevato, maggiore dovrebbe essere la solidità dell’istituto. Tradotto la capacità di affrontare eventuali scenari negativi avendo un maggiore “cuscinetto” di garanzia a sostegno.

 

Come tutti gli indicatori sintetici anche il Cet1 presenta alcuni difetti (alcune banche con un livello di crediti di dubbia esigibilità molto elevata mostrano un livello di questo ratio tutto sommato buono che meriterebbe un maggior approfondimento) ma resta fra i più immediati e facili da reperire per fare dei primi confronti.

Altri indicatori interessanti per comprendere lo stato di salute della propria banca sono per esempio l’analisi sintetica dei crediti di dubbia esigibilità (i soldi che la banca ha prestato e non si sa se verranno rimborsati integralmente). Potrebbe suonare come un campanello di allarme se associato ad altri indicatori.

 

 

bail in come funziona

 

In caso di bail ecco quali soggetti vengono chiamati a rispondere per primi:

  1. Azionisti e titolari di obbligazioni convertibili in azioni
  2.  Detentori di obbligazioni subordinate e obbligazioni senior
  3. Creditori chirografari che non godono del diritto di prelazione
  4. Correntisti e depositi (di persone fisiche o imprese) di valore superiore ai 100.000 euro

 

 

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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