Per molti lavoratori dipendenti si pone periodicamente il problema di prendere una decisione importante che riguarda il capitale accumulato sotto forma di trattamento di fine rapporto: dove conviene lasciare il TFR? Meglio spostarlo in un fondo pensione o lasciarlo in azienda?
Si tratta di un dilemma che riguarda prima di tutto neo-assunti, ma non solo. I primi, infatti, devono decidere dove conviene lasciare il TFR già al momento della firma del contratto di assunzione. E la scelta ha solo due opzioni: azienda o fondo pensione. Un dubbio, però, su cui dovrebbero riflettere con consapevolezza tutti i lavoratori dipendenti, visto che la scelta presente avrà un impatto significativo sulla sicurezza finanziaria futura.
Il rendimento del capitale accumulato, infatti, può essere molto diverso se si opta per versare il TFR in un fondo pensione se invece lasciarlo in azienda. Una decisione che, al momento della pensione o comunque dell’uscita dall’azienda, può significare decine di migliaia di euro di differenza.
Come spiega il consulente finanziario indipendente Marco Cini nel video “Dove conviene lasciare il TFR, in azienda o nel fondo pensione?”. Si tratta del quinto video della serie realizzata da SoldiExpert SCF dedicata alla previdenza complementare.
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QUANTO RENDE METTERE IL TFR IN UN FONDO PENSIONE
Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip), alla fine del 2021 erano circa 8,8 milioni i lavoratori italiani che avevano posizioni aperte presso forme pensionistiche complementari. Molti di essi anche con più di una posizione, per un totale di quasi 10 milioni. Di queste posizioni, i fondi negoziali (cioè i fondi pensionistici complementari riservati ai lavoratori dipendenti) rappresentavano circa 3,5 milioni. Una scelta d’investimento utile? Per decidere infatti dove conviene lasciare il TFR bisogna prima capire quanto rende mettere il TFR in un fondo pensione. Considerando però che per scoprirlo bisogna guardare ai rendimenti passati e che questi ultimi non sono assolutamente una garanzia dei rendimenti futuri.
Sempre secondo i dati Covip il rendimento medio dei fondi pensione tra 2020 e 2021 (al netto dei costi di gestione e della fiscalità) è stato del 4,9%, con un picco del 6,4% “per le linee di investimento caratterizzate da una maggiore esposizione azionaria”, mentre per i PIP (piani previdenziali assicurativi) di ramo III sono stati pari all’11,1%. Scrive inoltre la Covip: “Valutando i rendimenti su orizzonti più propri del risparmio previdenziale, nei dieci anni da inizio 2012 a fine 2021, il rendimento medio annuo composto è stato pari al 4,1% per i fondi negoziali, al 4,6% per i fondi aperti, al 5% per i PIP di ramo III e al 2,2 per cento per le gestioni di ramo I. Nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR è risultata pari all’1,9 per cento annuo”.
DOVE È MEGLIO LASCIARE IL TFR E COME SAPERE A QUANTO AMMONTA
Una forte motivazione è alla base di qualunque processo di analisi di un problema complesso. E dove conviene lasciare il TFR è un problema complesso. In soldoni, se devo sbattermi per gestire due euro magari non lo faccio e lascio perdere, ma se si tratta di centomila euro mi attivo eccome! E proprio di questo stiamo parlando. Ma come capire dove è meglio lasciare il TFR e come sapere a quanto ammonta? Nel video, Marco Cini cita un esempio: un lavoratore dipendente che prende 34.000 euro lordi annui, dopo 40 avrà accumulato un TFR di 115.000 euro. Il video spiega infatti in modo chiaro come viene calcolato il TFR e che capitale ci si dovrà aspettare a fine rapporto.
La cifra dell’esempio, grazie agli interessi dati dalla gestione in azienda o nel fondi pensione, potrebbe però diventare di 144.000 oppure crescere fino a 260.000. Come? Anche in questo caso il video lo spiega molto bene, a partire da una tassazione che in un caso supera ampiamente il 20%, in un altro oscilla tra il 15% e il 9%. Ovvero anche oltre dieci punti percentuali di differenza sul risultato finale. Dove è meglio lasciare il TFR è quindi una questione complessa che coinvolge rendimenti, tassazione e altre variabili importanti.
I QUATTRO PUNTI IMPORTANTI PER DECIDERE SE LASCIARE IL TFR IN AZIENDA OPPURE NO
Le variabili principali sono soprattutto quattro, a cui vanno sempre aggiunti esigenze e obiettivi individuali. Dei quattro punti importanti per decidere se lasciare il TFR in azienda oppure no, ai primi due pilastri già citati (rendimento e tassazione) si devono aggiungere sicurezza e liquidabilità. Senza dimenticare un altro aspetto (che rientra nella voce “rendimento” ma col segno meno), che è quello dei costi di gestione dei fondi.
Come illustra Marco Cini nel video, se si decide di lasciare il TFR in azienda la sicurezza avrà un certo peso: si tratta di un azienda grande o piccola? E se fallisce cosa succede al TFR? Lo stesso ragionamento vale per il fondo pensione: in cosa investe, azioni, obbligazioni o misto? E che rischi ci sono in questi investimenti in borsa?
Un peso per valutare dove conviene lasciare il TFR, infine lo ha anche la liquidabilità, cioè la reale possibilità di prelevare tutto o parte del TFR in caso di bisogno. In questo caso le regole sono complesse e diverse tra azienda e fondo.
In ogni caso, fare riferimento a un consulente finanziario indipendente come SoldiExpert SCF anche per una consulenza una tantum sul tema della previdenza complementare può semplificare molto la decisione.