Il riscatto della laurea agevolato è stato introdotto nella legislazione italiana nel 2019 e per molti si è subito trasformato in un miraggio. Poter andare in pensione con qualche anno di anticipo, “pagando poco” sembrava una possibilità davvero a portata di mano.
Ma perché tanto interesse per andare in pensione prima? Ed è davvero possibile?
Su questo argomento SoldiExpert SCF ha realizzato un video – il terzo di cinque dedicati alla previdenza – in cui Marco Cini fornisce indicazioni e consigli utili per aiutare a dirimere i nodi del riscatto della laurea, quando conviene e quando è meglio lasciar perdere.
Secondo l’OCSE, i pensionati italiani traggono i propri redditi per circa il 75% da trasferimenti pubblici (sotto forma di pensioni, agevolazioni e assistenza), per circa il 5% da investimenti di capitali e per il restante 20% da attività lavorative.
Rispetto alla media di tutti i Paesi OCSE, l’Italia vanta un’assistenza sociale pubblica imponente (e costosa), situandosi tra la dozzina di nazioni maggiormente attive nel sostegno alla popolazione anziana. Anche per quanto riguarda il lavoro dei pensionati (più o meno dovuto alla necessità) si tratta di una percentuale non trascurabile ma mediamente non eccessiva. In alcuni Paesi quest’ultimo dato supera infatti anche il 50%.
Il totale complessivo delle pensioni in Italia nel 2021 ammontava a poco meno di 18 milioni di unità, per un esborso annuo da parte dello Stato e delle casse dei lavoratori autonomi di circa 218 miliardi di euro. Questo senza tenere conto degli investimenti in pensioni integrative.
E se è vero che i due terzi delle pensioni sono di importo inferiore ai 1.000 euro, l’INPS sottolinea che i pensionati hanno appunto molte forme di assistenza, quindi l’importo della pensione è inferiore al reddito reale. Il riscatto della laurea agevolato si inserisce poi in uno scenario di supporto al prepensionamento anche ai fini di incrementare l’occupazione giovanile.
Riscatto laurea agevolato, quanti italiani lo desiderano?
Malgrado l’entità piuttosto esigua della pensione media nel nostro Paese, quindi è comprensibile che in tanti ritengano l’ipotesi di prepensionamento come un traguardo positivo.
Uno degli strumenti per andare in pensione in anticipo è il riscatto della laurea, che può essere di tre anni (laurea, che una volta era definita laurea triennale) o di cinque anni (laurea magistrale). La legge 26/2019 ha inoltre introdotto il cosiddetto “riscatto laurea agevolato”: un’ottima notizia. O no?
Nel video realizzato da Marco Cini per SoldiExpert SCF si affrontano proprio questi temi: riscatto della laurea, la differenza tra riscatto laurea normale e riscatto laurea agevolato, i costi e i requisiti necessari per usufruire di questa opportunità. Si tratta del terzo video di una serie di cinque dedicati ai fondi pensione e alla previdenza integrativa: non perdetevi i video precedenti.
Ma quando si parla di riscatto laurea agevolato, quanti italiani lo desiderano? O meglio, quanti sono i laureati italiani che potrebbero optare per il riscatto? I dati ISTAT (Istituto Italiano di Statistica) indicano che i laureati sono il 20,1% della popolazione tra 20 e 64 anni. Cioè circa 7 milioni di persone (ogni anno ne arrivano sul mercato del lavoro circa 2-300.000).
Secondo un sondaggio commissionato di Facile.it nel 2019 (prima cioè del Covid), soltanto 2,3 milioni (indicati come il 60% degli aventi diritto) avrebbero espresso l’intenzione di usufruire del riscatto. Un numero tutto sommato non altissimo. Come mai? Per il 70% degli intervistati, i motivi erano la grande complessità della materia e delle procedure, per il 24% i costi.
E in questi anni le cose non sono cambiate, anzi. Come spiega Marco Cini nel video, i requisiti del riscatto laurea agevolato o normale che sia, resta una giungla di ipotesi e distinguo. Mentre i costi possono scoraggiare le fasce sociali con redditi limitati.
Riscatto laurea, calcolo alla portata di pochi
Tuttavia, secondo l’ISTAT, poi, nel 2021 sono state chieste mediamente circa 72.000 pensioni anticipate a trimestre, numero in leggero calo nel primo trimestre 2022 (71.000, ultimi dati disponibili).
Insomma, la voglia di andare in pensione c’è, ma normative complesse, costi e difficoltà di calcolo dei vantaggi e degli svantaggi di un pensionamento anticipato sembrano frenare il flusso in uscita dal mercato del lavoro. In particolare se riguardano il riscatto laurea e il calcolo ad esso relativo. Proprio perché sembra essere, quello per il riscatto laurea, un calcolo alla portata di pochi, questo percorso a ostacoli dovrebbe essere affrontato con il supporto di un consulente finanziario indipendente come SoldiExpert SCF.
Una spinta alla pensione deriva sia dalle condizioni socio-economiche che si sono create con il blocco del 2020 dovuta alla pandemia. Ma, ancora prima, dalle condizioni strutturali del mercato del lavoro e delle Università nel nostro Paese.
Tralasciamo le recenti indagini su 1.900 docenti di tutta Italia accusati di manipolare i concorsi per l’assunzione di docenti, assistenti e dottorandi. Non si può però non fare un confronto con i Paesi dell’UE, e qui si scoprono due cose poco lusinghiere.
MA in Italia pochi laureati rispetto alla media UE
Non solo che il già citato 20,1% della popolazione laureata tra i 20 e i 64 anni è tra le più basse del Vecchio Continente (la media UE è del 32,8%!), ma nella fascia d’età 30-34 anni si è laureato il 27,6% contro il 40,3% della media UE (dati Eurostat 2020, ultimi disponibili).
Mettendo insieme tutti questi dati, dalla complessità della normativa all’esiguo numero di laureati, è davvero difficile aspettarsi un flusso incontenibile di “teste coronate” (di foglie di lauro) fare la coda all’INPS per il riscatto della laurea. A meno che non se ne comprendano bene e a fondo le implicazioni. Che è esattamente l’obiettivo del video di SoldiExpert SCF su questo tema. Comunque, anche la tempistica della pratica non è troppo lunga: dalla presentazione, la legge fissa un massimo di 85 giorni per avere una risposta dall’INPS.