Riguardo a portafogli che mettano insieme sia Fondi che Etf, nella consulenza Self Service non ne prevediamo, ma sono previsti pacchetti di questo tipo nella consulenza personalizzata, perché dovremmo valutare se si opera con una banca che consente di poter negoziare quasi ogni fondo e con commissioni competitive o meno prima di assemblare strumenti che, magari, poi il risparmiatore non potrebbe invece essere in grado di negoziare tramite la propria banca.

I portafogli di ETF detengono rispettivamente 9 Etf per l’ETF FOCUS Obbligazionario e 10 Etf per l’ETF FOCUS Azionario Bilanciato Flessibile.
Quindi, se si vuole una maggiore diversificazione, la combinazione di tutti e 2 i portafogli è sicuramente consigliata con fino a 19 etf detenuti, per quanto potrà capitare anche, nel caso di sottoscrizione di tutti e 2 i portafogli, che alcuni Etf di tipo obbligazionario o monetario potremmo consigliare di sovrappesarli.

Riguardo la taglia dei portafogli normalmente i nostri clienti li replicano con patrimoni a partire da 20-25.000 euro in su e la logica di sottoscriverli tutti e 2 è di chi vuole costruirsi un approccio bilanciato, miscelando (in base alla propria propensione al rischio) parte di portafoglio ETF FOCUS AZIONARIO e parte di ETF FOCUS OBBLIGAZIONARIO per iniziare a diversificare in modo più organico il proprio portafoglio, potendo spaziare su un discreto spettro di mercati internazionali e comparti sia nell’azionario che nell’obbligazionario.

Si tratta di 2 portafogli che investono sempre sugli Etf ma come dice la denominazione con Focus diversi. Nel caso del Focus Azionario può spaziare su tutti gli Etf azionari e obbligazionari mondiali, mentre nel caso dell’ETF Focus Obbligazionario solo fra quelli di tipo obbligazionario.
Quindi nel caso dell’ETF FOCUS AZIONARIO può presentarsi anche la condizione che se i mercati azionari sono tutti negativi passi all’obbligazionario come è accaduto nel 2008/2009 o parte dello scorso anno, mentre evidentemente nel caso dell’ETF Focus Obbligazionario questo opererà solo fra gli Etf di tipo obbligazionario.
L’ETF FOCUS AZIONARIO ha quindi più possibilità di spaziare fra azionario e obbligazionario e nel tempo dovrebbe dare maggiori risultati ma evidentemente è anche quello che rispetto all’ETF FOCUS OBBLIGAZIONARIO può sopportare maggiore volatilità e perdite, perché evidentemente se i mercati azionari peggiorano (e non c’è nessun comparto forte nell’azionario) non è che immediatamente passa dall’azionario all’obbligazionario.
Il portafoglio più corretto dipende anche dal profilo di rischio di ciascuno (ovvero da quanto può sopportare come perdita nelle fasi avverse) dal proprio orizzonte temporale. Per dare qualche numero sulle performance di questi 2 portafogli, la volatilità di questi portafogli e cosa ha fatto nel periodo il mercato, può essere interessante confrontare questi dati sull’andamento di questi portafogli dal loro lancio a oggi in confronto con il mercato cliccando qui

Per investire in Borsa, le possibilità d’investimento sono molteplici, secondo gli strumenti che intendi utilizzare, come ad esempio azioni, e/o ETF od anche i fondi se intendi operare non su un solo mercato ma cogliere opportunità fra i mercati di tutto il mondo e i settori più diversi.
E se sei interessato ad investire sulla Borsa Italiana o sulle Borse Mondiali il nostro consiglio è senz’altro quello di impostare e seguire una strategia flessibile come quella che attuiamo con successo da diversi anni sui nostri portafogli, che in questi anni hanno dato risultati positivi rispetto ad un mercato in calo.
La normativa vigente ci impedisce di fornire indicazioni precise su un singolo titolo e peraltro è facile capire che fornire “consigli in libertà” è qualcosa di potenzialmente (e non solo a livello teorico, come dimostra l’ultimo decennio di guru di Borsa…) molto dannoso, perché è importante tanto segnalare in acquisto un titolo quanto in vendita ed è quello che facciamo con professionalità e metodo nei nostri portafogli.
Se intendi quindi ricevere non delle “dritte” e “consigli in libertà”, ma segnali operativi di acquisto e vendita, per costruire il tuo futuro finanziario e non giocare in Borsa, ti consigliamo di scegliere fra i portafogli Self Service di SoldiExpert quello/quelli più vicini al tuo profilo d’investitore.

Reputiamo che, nel tempo, i migliori risultati sul mercato azionario e in particolare dei fondi d´investimento si possono ottenere mettendo insieme prodotti azionari specializzati su settori poco correlati, puntando sulla varietà e sulla rotazione, perché i cicli economici (accumulazione, ascesa, euforia, caduta) non si ripetono eguali per tutti i settori insieme, ma si muovono in modo spesso alternato. Considerazioni quelle della rotazione settoriale che possono sembrare ovvie, ma che, nella realtà, sono spesso poco applicate anche dai gestori professionali e che hanno spinto la nostra società a investire su degli strumenti come i portafogli di Fondi o ETF che hanno come obiettivo (con risultati interessanti da tutte le simulazioni realizzate su un periodo superiore ai 5 anni oltre che dall’applicazione concreta) proprio quello di cercare di cavalcare le tendenze ed individuare nel tempo i settori più interessanti su cui puntare. La rotazione settoriale sistematica si fonda sull´idea che i diversi settori in cui è composta l´economia non seguono lo stesso andamento durante le fasi del ciclo economico, bensì andamenti differenti. Alcuni settori sembrano, infatti, beneficiare più di altri durante le fasi iniziali di crescita dell´economia, mentre altri settori sembrano beneficiare maggiormente nei periodi di declino. In ogni momento del ciclo economico esistono quindi settori che hanno più possibilità di generare un rendimento extra (o conservare meglio il capitale) rispetto ad altri settori. Un approccio classico fondato sulla pura diversificazione (quello seguito da numerosi consulenti) si è infatti spesso rivelato perdente in questi anni dove ha vinto (e così sarà sempre) una logica dinamica rispetto ad una statica. Meglio quindi puntare su una rotazione settoriale per cercare di muoversi in modo attivo e flessibile e non in balia degli eventi. I portafogli che proponiamo quindi si caratterizzano per una logica “total return” ovvero realmente flessibile: nessun benchmark predefinito, ma la possibilità nel tempo di passare dal 100% a 0% di azionario, privilegiando di volta in volta nella diversificazione consigliata (con verifiche settimanali) i settori e comparti più interessanti e forti. Obiettivo cavalcare i mercati ma soprattutto “non prenderle troppo” nelle fasi di discesa prolungate come è avvenuto nel triennio 2000-2002 (e ancora nel triennio 2007-2009) dove un approccio così fondato ha evitato perdite medie di oltre il 30-40% rispetto a un approccio statico.

Tutte le informazioni sui portafogli di fondi ed Etf sono disponibili sul sito nella sezione PORTAFOGLI SELF SERVICE . Occorre comunque valutare preliminarmente i fondi che la tua banca ti mette a disposizione, quali sono, che diversificazione geografica e settoriale offrono e che condizioni ti praticano in termini di commissioni. Se questo esame presenta risultati non eccellenti sul piano delle commissioni applicate si può prendere in considerazione di operare con chi offre il miglior rapporto qualità-prezzo con molte alternative presenti sul mercato.
Per poter seguire il servizio Migliori Fondi Focus Azionario riteniamo che sia preferibile operare con piattaforme che offrono la possibilità di negoziare molti fondi e sicav a condizioni della massima competitività e in completa autonomia.

Non esistono risposte certe e standardizzate soprattutto quando si parla di rendimenti attesi. Fra scegliere un portafoglio di fondi e di Etf occorre valutare prima di tutto il costo di negoziazione con il proprio intermediario.
Nel caso dei fondi reputiamo importante assicurarsi che non si paghi alcuna commissione d´ingresso (condizione che tutte le banche e sim possono applicare) e di pagare quindi commissioni minime (o nulle anche) in caso di switch ovvero di passaggio all´interno della stessa società di gestione da un comparto all´altro.
Se già il tuo intermediario ti vuole applicare balzelli di questo tipo occorre tenere conto che questi andranno inevitabilmente ad abbassare i tuoi rendimenti e può valere la pena quindi cambiare intermediario a favore di uno più competitivo. Esistono, infatti, canali bancari online che offrono la possibilità di negoziare fondi e sicav di molte primarie società di gestione a commissioni zero o estremamente ridotte. Con società anche specializzate nei fondi che funzionano come veri supermarket dei fondi.
Nel caso di operatività con ETF consigliamo di accertarsi riguardo le condizioni di negoziazione che dovrebbero prevedere oltre a commissioni variabili (tipo 0,19% con minimo non superiore a 5 euro per operazione) anche commissioni massime di negoziazione (tipo 19/20 euro è quanto richiedono le principali banche online) indipendentemente dall´importo negoziato che possono essere utili in caso di compravendite di importi elevati.
Per esperienza dal punto di vista dei rendimenti e della diversificazione possibile la preferenza va alle sicav di società estere (Merrill Lynch, Schroder, Fidelity e simili) rispetto ai fondi offerti dalle sgr italiane. Rispetto a quest’ultimi (gestiti in maniera passiva e poco diversificati come comparti e settori) gli ETF possono essere un’alternativa interessante in numerosi casi.
Nel caso dei portafogli di fondi di SoldiExpert viene poi attuata una selezione che può giustificare extra-performance (andando a selezionare cioè fondi attivi che ottengono risultati migliori dei fondi passivi) testimoniate da studi fatti e anche dai risultati reali ottenuti in questi anni per portafogli di fondi rispetto a quelli di ETF soprattutto per patrimoni elevati dove vi è il vantaggio che le commissioni di negoziazione pesano meno e inoltre è più facile entrare e uscire dal mercato anche per grandi importi.

Etf è l’acronimo di Exchange Traded Funds. Ovvero dall’inglese «fondi trattati in Borsa» al pari delle azioni, quindi la prima particolarità è che possono essere acquistati (e venduti) in ogni momento di mercato aperto. Come una qualsiasi azione, dando l’ordine alla propria banca (e oggi praticamente tutte le banche ne consentono la negoziazione a differenza dei fondi dove ciascuna banca offre il suo “bouquet” magari in pieno conflitto d’interessi) come se si trattasse di un’azione. A differenza di un fondo possono quindi essere acquistati o venduti anche intraday (durante la seduta borsistica), unendo così la flessibilità e la liquidità delle azioni ai benefici dell’investimento in fondi indicizzati. Gli Etf, come i fondi comuni d’investimento, investono in una pluralità di azioni: possono replicare un indice, un settore o un insieme di aziende di una determinata zona geografica. Chi acquista una quota di Etf investe, quindi, nell’insieme dei titoli che formano l’indice e guadagnerà o perderà a seconda del suo andamento complessivo. Il vantaggio principale di un ETF è quindi quello che, con un investimento minimo e con una sola operazione, puoi investire contemporaneamente in tutte le azioni che compongono l’indice di riferimento. In questo modo si riesce a diversificare l’investimento su un ampio numero di titoli (un vantaggio molto importante per la diminuzione del rischio), riducendo il rischio di fluttuazioni di prezzo di pochi titoli posseduti direttamente, riducendo i rischi di detenere azioni o obbligazioni di pochi emittenti. Qui è possibile trovare ulteriori informazioni su questi strumenti per approfondire l’argomento.
Gli Etf sono simili ai fondi passivi in quanto il gestore si limita a tenere in portafoglio i titoli che compongono l’indice o il settore a cui si riferiscono.
Si può perciò parlare per gli ETF di prodotti finanziari ibridi, in quanto da un lato sono simili ai fondi comuni e dall’altro sono negoziati in Borsa come le azioni. Il prezzo di un Etf è determinato, come per le azioni, in base alla sua domanda e offerta e quindi varia continuamente nel corso della giornata borsistica, tenendo naturalmente conto del prezzo dei titoli rappresentati, al contrario dei fondi comuni che sono negoziati a un prezzo incerto, che è comunicato solo a chiusura dei mercati.
La seconda importante caratteristica di un Etf è quella di avere un andamento predeterminato che ricalca quello dell’indice borsistico a cui sono legati, e ciò avviene perché il gestore non sceglie liberamente i titoli da inserire nell’Etf, ma riproduce il più fedelmente possibile il portafoglio in questione. Se per esempio l’Etf è collegato all’indice Stoxx 50 delle principali 50 azioni europee, vuol dire che sarà diversificato tra quelle 50 azioni, e nella proporzione in cui queste azioni compongono il paniere. Comprando un Etf si compra quindi un paniere predeterminato, acquistando in un sol colpo tutti i titoli di un comparto, di un settore o di una Borsa. Ma c’è poi una terza caratteristica che spiega perché non hanno avuto in Italia una partenza a razzo, a dispetto della loro convenienza per gli investitori di lunghissimo periodo: gli Etf non hanno alle spalle l’esercito di promotori o di bancari incentivati a venderli, poiché sono un prodotto povero per i collocatori, cioè con poco «grasso commissionale» attorno. Non ci sono spese di sottoscrizione (per diversi fondi è comunque possibile utilizzando diverse piattaforme via internet e saltando i promotori annullare questo costo) e di uscita (ma solo il costo per l’acquisto in Borsa e che è simile a quello di un’azione trattata a Piazza Affari), e hanno commissioni di gestione limitate che arrivano ad essere dalla metà a un quinto di quelle dei normali fondi comuni gestiti più o meno attivamente e offerti da banche o promotori. Eppure dietro agli stessi Etf non ci sono misteriosi nomi della finanza atipica o avventurosa ma società bancarie di prima grandezza. La serietà degli emittenti è infatti fuori discussione visto che a emetterli e gestirli sono colossi come Société Générale o Credit Lyonnaise, l’americana Merrill Lynch, la prima banca al mondo per patrimoni privati gestiti, o l’inglese Barclays Global Investors-BGI. Che cosa distingue un Etf dall’altro è, quindi, il mercato su cui opera. Nella sostanza, sono un’alternativa diretta ai fondi delle rispettive categorie: gli Etf sull’Eurostoxx competono con i fondi azionari europei, quelli sul Mib40 con gli azionari italiani e così via. Ed esistono anche ETF obbligazionari che rappresentano panieri di bond dove si “scommette” sulla curva dei tassi o sugli emittenti.
Altro vantaggio degli ETF sono i costi, molto più competitivi rispetto a quelli applicati dal risparmio gestito. Non esistono nel caso degli ETF commissioni di ingresso o di uscita ma soprattutto la commissione di gestione (già incorporata nel prezzo, come nei fondi comuni) è molto più bassa, spesso del 70% inferiore. Un risparmio che per un Etf azionario può arrivare a superare oltre l”1,5% annuo e quasi l’1% per un Etf obbligazionario in termini di minori costi. Soldi che restano in tasca al risparmiatore e non alimentano piramidi commissionali (società di gestione, banche, capi area, promotori finanziari) a tutto vantaggio dell’investitore che deve altrimenti remunerare complicate strutture commerciali senza alcun beneficio reale in molti casi sul suo investimento.
Non esistono minimi di investimento: non sono richieste infatti somme importanti per sottoscriverli potendo anche teoricamente (occorre valutare evidentemente l’incidenza del costo commissionale) comprare solo una quota di un Etf.
Analogamente alla compravendita di un titolo azionario occorre considerare che in caso di acquisto o vendita di Etf bisogna comunque passare dal proprio intermediario per le operazioni di acquisto e di vendita dei titoli, sostenendo evidentemente un costo commissionale (che può essere limitato privilegiando intermediari che offrono commissioni basse dal punto di vista del variabile con minimi e massimi contenuti).
Vi è anche da valutare che il prezzo di un Etf può scostarsi dal valore intrinseco soprattutto in presenza di un mercato limitato con bassi scambi o in presenza di una forte volatilità in un mercato, per esempio, in rottura.
Come svantaggio tipico (ma che può rappresentare anche un vantaggio in confronto a molti fondi venduti come “attivi” ma che nella realtà poi si comportano sempre nettamente peggio con costi superiori) di un Etf vi è quello di una gestione passiva considerato che per questi strumenti non esiste una gestione in senso proprio in quanto l’Etf replica un indice e, quindi, il suo rendimento dipende dalle performance di quest’ultimo. Vi è da precisare in proposito che non sempre le performance dell’Etf non sono le stesse dell’indice sottostante, poiché alcuni fattori (arbitraggi, commissioni e volatilità del mercato) possono ampliare le differenze (tracking error) tra il rendimento dell’Etf e dell’indice sottostante. Inoltre vi è da considerare che sugli Etf collegati a panieri di azioni espresse in valute diverse dall’euro ci si assume anche un rischio cambio se questo non viene “sterilizzato” con altre operazioni di copertura (questo in realtà accade con la maggior parte dei fondi comuni che quasi mai coprono il rischio valuta). Fra gli Etf, nell’operatività concreta, va rilevato come problema principale uno “spread” (distanza fra proposte in acquisto e in vendita) elevato nei momenti di maggiore volatilità soprattutto fra gli Etf settoriali o legati a Borse dei Paesi Emergenti. In queste situazioni il market maker (la società che cura gli scambi) può fare il “furbo”, discostandosi dal Nav: un comportamento “antipatico” che negli Etf poco scambiati o collegati ad azioni di indici poco diffusi si può ampliare in modo evidente con distanze fra denaro e lettera anche di oltre il 2%. Quindi per fare dei confronti corretti fra fondi ed ETF al costo di gestione di un Etf occorrerebbe sempre aggiungere anche lo “spread” medio fra denaro e lettera (su PLUS 24 viene pubblicato ogni sabato). Un evidente limite degli Etf (soprattutto quelli molto specializzati) che diventano quindi sconsigliabili se si vuole operare in determinate condizioni di volatilità con forti volumi in acquisto e in vendita con un approccio dinamico o speculativo (diverso è il caso se uno acquista un Etf e lo tiene in posizione per il lunghissimo periodo da “cassettisti” ma in questo caso si devono sopportare magari altri problemi).
Fra i punti non positivi anche il trattamento fiscale che appare più complicato e penalizzate rispetto a quello applicato ad altri strumenti finanziari.
Vi sono da porre in evidenza, fra gli svantaggi, anche le elevate commissioni di transazione applicate da alcuni broker (fortunatamente sempre meno) che potrebbero annullare i benefici connessi ai minori costi di gestione.

Se si tratta di un abbonamento rateale mensile, per il quale è stato attivato un addebito automatico tramite Paypal puoi decidere di interromperlo in qualunque momento. E’ necessario però che ti colleghi al tuo profilo Paypal e sospenda il pagamento ricorrente precedentemente attivato. Quindi alla scadenza dell’ultimo mese pagato si interromperà di fatto anche l’invio dei segnali da parte di SoldiExpert.

Gli abbonamenti annuali, invece, prevedono il rinnovo automatico, in caso di mancata disdetta del servizio 15 giorni prima della scadenza dell’abbonamento: la data di scadenza la puoi trovare nella Tua Bacheca vicino ad ognuno dei servizi attivati.

Se hai deciso di rinnovare il tuo abbonamento, non dovrai far altro che accedere alla tua Area Riservata, con i Tuoi codici di accesso personali. Nella Bacheca vedrai i Tuoi abbonamenti attivi e dovrai cliccare sul tasto Rinnova portafoglio, in corrispondenza del portafoglio da rinnovare. Scorri poi la pagina e tra gli ORDINI RECENTI visualizzerai quello che hai creato cliccando su Rinnova Portafoglio. Clicca quindi su PAGA e segui la procedura di rinnovo compilando tutti i campi della pagina della CASSA.

Certo. E’ sempre possibile cambiare, switchare fra tutti i nostri servizi, anche verso la consulenza personalizzata. Ed in questi casi si calcolerà il rateo della quota pagata ma non usufruita e se ne terrà conto nel canone dell’altro servizio prescelto.

Si potrebbero evitare simili falsi segnali se conoscessimo in anticipo i prezzi futuri delle azioni. Ma non abbiamo questi poteri magici. Se un titolo peggiora il suo «momentum» ne dobbiamo tenere conto e può scattare un segnale di uscita. E la strategia consiglia di attenersi a queste indicazioni, perché statisticamente solo questo può generare nel tempo i migliori risultati.

Sì, è normale non essere completamente investiti in alcuni periodi. Fra le leve che possiamo utilizzare nelle nostre strategie vi è la selezione dei titoli (stock o fund picking) ed anche l’esposizione. Anche non essere investiti al 100% fa parte della strategia!
Adottare un approccio attivo vuol dire scostarsi dagli indici e prendere decisioni di questo tipo. Ed essere disinvestiti, talvolta, può essere la migliore strategia per contenere le perdite in attesa di segnali più convincenti.

Sarebbe certo bello avere un portafoglio di titoli su cui non fare nulla, che salgono (o quasi) solamente. Ma i mercati finanziari, e sempre più frequentemente, ci dicono che il futuro può essere diverso dal passato. E non adeguarsi può costare caro. In termini di opportunità perse o scelte sbagliate che è meglio rivedere. Sui nostri portafogli non viene mai fissata a priori una percentuale al raggiungimento della quale (in guadagno o in perdita) vendere il titolo.

Dopo esserti abbonato puoi accedere all’Area Riservata del nostro sito soldiexpert.com immettendo una password. Avrai così la possibilità di verificare in qualsiasi momento l’andamento del portafoglio a cui sei abbonato, la sua composizione e l’intero storico dei movimenti effettuati dalla data di partenza.

Sì, se si vuole rispettare la strategia occorre replicare per diverse ragioni.
Se i titoli sono ancora in portafoglio vuol dire che al momento sono fra quelli «forti» e potrebbero essere magari ancora per settimane o mesi nonostante il rialzo già accumulato. Inoltre se aspettassi di replicare solo le nuove indicazioni rischieresti magari di essere disinvestito per mesi o anni…

Sulla tua Area Riservata trovi i tuoi servizi sottoscritti. Clicca su DETTAGLI per visualizzare tutti i dati relativi ad ogni servizio. Scorrendo la pagina dei dettagli, clicca su AVVIO REPLICA PORTAFOGLIO, inserisci nell’apposito riquadro il capitale di partenza e avvia il calcolo.

Automaticamente compariranno le quantità da acquistare per ogni titolo presente in portafoglio.
Una volta inserito il capitale di partenza comparirà un numero a fianco della scritta “coefficiente”. Se a te risulta un coefficiente pari a 1,6 (è un esempio) e noi domani dovessimo acquistare per il nostro portafoglio 1000 azioni Telecom, tu ne dovresti acquistare 1600 (1000×1,6) per mantenere gli stessi pesi percentuali. Consigliamo anche esattamente il peso da detenere.

Certo. Ogni cliente ha la possibilità di accedere, con i propri codici personali, all’Area Riservata dove può visualizzare le posizioni aperte, lo storico ed essere sempre aggiornato sul rendimento di ognuno dei titoli in portafoglio e sul rendimento totale del portafoglio stesso.

Per diventare cliente della consulenza personalizzata occorre accedere alla propria area riservata scorrere la pagina e cliccare su “richiedi una consulenza” seguendo tutti gli step man mano indicati.
Per conoscere il costo della consulenza personalizzata cliccare qui.
Il pagamento avviene con bonifico bancario (ma puoi pagare anche con carta di credito o paypal) ed il costo viene diviso in 2 rate semestrali: la prima al momento della sottoscrizione del servizio e la seconda dopo 6 mesi.

OGNI INVESTITORE E’ UNICO

Scegli il percorso più adatto a te e scopri cosa possiamo offrirti.

Usa questo menù per trovare la soluzione che più si adatta alle tue esigenze

CHIAMACI AL NUMERO VERDE

Per ricevere maggiori informazioni sui nostri servizi di consulenza

800 03 15 88

PRENOTA UN APPUNTAMENTO

Se vuoi avere una prima consulenza gratuita

PRENOTA ORA