Con oltre un quarto di secolo di storia, il fondo Eurizon Azioni Internazionali (IT0001080446) da quando è stato lanciato nel 1997 investe nelle azioni mondiali a capitalizzazione medio/alta.
Con 281 titoli in portafoglio a inizio settembre 2023, difficilmente l’esposizione su una singola azione del fondo supera il 5% del patrimonio.
Eurizon Azioni Internazionali: in cosa investe?
Tra le prime quattro posizioni in portafoglio di Eurizon Azioni Internazionali troviamo i colossi tecnologici Microsoft, Apple, Amazon e NVIDIA che complessivamente pesano per oltre il 15% dell’intero patrimonio del fondo.
I titoli in cui il fondo investe sono denominate principalmente in euro, dollari USA, yen e sterline e per tale ragione il fondo risulta esposto al rischio di cambio, che viene coperto a discrezione della gestione, dato che il benchmark è comunque convertito quotidianamente in euro.
I legami con Intesa Sanpaolo: il collocatore n.1
Con spese correnti e di negoziazione poco superiori al 2% l’anno Eurizon Azioni Internazionali non è certo tra i più cari tra i fondi azionari internazionali ma nemmeno fra i più economici.
Fino all’83% dei costi pagati dal sottoscrittore alla società di gestione del fondo sono girati ai collocatori. In primis Intesa Sanpaolo la banca che ai suoi sportelli colloca maggiormente i fondi Eurizon essendo questa società di gestione appartenente alla stessa capogruppo.
Eurizon Azioni Internazionali: profilo di rischio 4. Strano no?
Il fondo Azioni Internazionali Eurizon è curiosamente classificato con un livello di rischio 4 (medio) in una scala da 1 a 7. Decisamente singolare per un fondo il cui parametro di riferimento (benchmark) è per il 95% l’indice MSCI World.
Qual è stata la perdita massima subita storicamente dal fondo? Tenetevi forte perché parliamo di uno scivolone pari a -45% durante la crisi Lehman del 2008. Non proprio un rischio medio.
Eurizon Azioni Internazionali e quelle performance baciate
Negli ultimi 10 anni il fondo Eurizon Azioni Internazionali ha avuto una performance baciata rispetto all’indice MSCI world in euro, che è il benchmark con cui al 95% si confronta.
Eurizon Azioni Internazionali ha come benchmark l’indice MSCI World in euro per il 95% e il Bloomberg Euro Treasury Bill, un indice monetario, per il restante 5%.
Quotazione Eurizon Azioni Internazionali: UN primo confronto
Nel grafico sottostante abbiamo messo a confronto l’andamento del fondo Eurizon Azioni Internazionali con l’indice MSCI world in EUR.
- Cosa si vede di interessante?
- Riuscite a distinguere bene le due linee?
Come si vede dal grafico, l’andamento del fondo rispetto all’indice è così similare (per la serie scopri le differenze!) che non si capisce bene come distinguere la gestione attiva decantata anche nel KID (il documento contenente le informazioni chiave) del prodotto.
“Il Fondo non si propone di replicare la composizione del benchmark – si legge nel KID del fondo azioni internazionali Eurizon – Il grado di discrezionalità rispetto al benchmark (è ndr) significativo”.
L’indice Msci World con cui il fondo nel confronto grafico sopra riportato non sfigura ha una particolarità non trascurabile: non tiene conto dei dividendi (che il fondo incassa naturalmente). Non è un dettaglio.
Cosa succede se confrontiamo l’andamento del fondo con un benchmark rappresentativo del mercato in cui il fondo Eurizon Azioni Internazionali investe e che include i dividendi (e che la società naturalmente incassa)? Lo vedremo fra poco…
dividendi: tutto grasso che cola sul fondo Eurizon Azioni Internazionali
L’indice MSCI World che rappresenta il 95% del benchmark con cui si confronta Eurizon Azioni Internazionali è un indice del mercato azionario costituito da oltre 1.400 titoli quotati su diverse piazza finanziarie e a larga capitalizzazione.
È calcolato da MSCI, ex Morgan Stanley Capital International ed è usato come metro di misura (benchmark) per i fondi azionari di tipo “world” (mondiali) o “global” (globali). Il fondo Eurizon Azioni Internazionali è uno di questi.
L’indice MSCI World fu creato nel 1969 in diverse forme: senza dividendi (Price Index) con dividendi netti o lordi reinvestiti (Net Index e Gross Index), in dollari statunitensi, euro e valute locali.
Un confronto corretto deve quindi essere fatto con un indice che comprenda anche i dividendi. Per questo abbiamo fatto un secondo grafico.
e se teniamo conto anche dei dividendi percepiti dal fondo?
Se confrontiamo, come peraltro fa la società di gestione stessa sul suo sito, la performance del fondo Eurizon Azioni Internazionali con un benchmark “total return” che tiene conto per l’obbligazionario delle cedole maturate e per l’azionario dei dividendi, il confronto tra il fondo targato Eurizon e il mercato è decisamente meno brillante.
Il mercato in cui investe il fondo Eurizon Azioni Internazionali nell’ultimo decennio ha messo a segno una performance del +172%. Nel periodo peggiore, il mercato è arrivato a una perdita massima consecutiva (draw down) del -32,2%.
Quanto ha guadagnato il fondo nel frattempo e quanto ha perso nel periodo peggiore? Il fondo Eurizon Azioni Internazionali ha realizzato nell’ultimo decennio una performance del 147% con un draw down del 34% (nel periodo peggiore è arrivato a perdere un terzo del capitale).
Come dire: il fondo ha fatto correre lo stesso rischio del mercato ma a fronte di una performance inferiore di quasi un 20%. Sicuramente i costi del fondo incidono su questa differenza, ma ha senso pagarli per ottenere meno e a parità di rischio corso?
Voto 6 per Eurizon Azioni Internazionali
Come spesso accade, i fondi non reggono il confronto con strumenti assai meno costosi come gli ETF che le banche si guardano bene dal favorire e consigliare ai propri clienti. E il tuo fondo come si comporta rispetto al mercato? Merita la sufficienza?
Quanto ha preso il fondo Eurizon Azioni Internazionali in base al SoldiExpert Fund Rating? 6. Insomma passa, ma con la sufficienza, quindi non è un fondo discreto (7), né buono (8), né distinto (9), né ottimo (10).
Quando si decide di comprare un fondo comune di investimento o una SICAV occorrerebbe sempre fare un’analisi per capire se esistono prodotti meno costosi a parità di rischio oppure nel tempo più performanti. Un consulente finanziario indipendente per legge è obbligato a valutare un’ampia gamma di strumenti. E non prende alcuna retrocessione sui prodotti raccomandati ai clienti. Quindi se esiste un ETF o una combinazione di ETF che fa un lavoro uguale a quello del fondo Eurizon Azioni Internazionali, consiglierà l’ETF facendo risparmiare al cliente l’80% all’anno di costi.
La banca invece è spesso un collocatore interessato a spingere i fondi perché gli viene ristornata ogni anno una commissione robusta su ogni prodotto raccomandato al cliente.
In banca l’offerta è non solo più limitata ma anche molto più condizionata. Soprattutto laddove chi vende il prodotto al cliente finale (la banca) ha legami societari con chi lo confeziona (la società di gestione). Un gioco di sponda, tra collocatore del fondo e società che lo gestisce. L’obiettivo? Giocare in casa.
Moltissimi gruppi bancari hanno la loro squadra di fondi “della casa” che vogliono spingere. Ma “giocare in casa” è un partita che non sempre al cliente conviene. Anche quando sembra una amichevole.