Fuga dal ramo vita: riscatti raddoppiano ogni mese dopo ultime news su polizze Eurovita

Da inizio anno raddoppiano ogni mese i riscatti sulle polizze ramo vita. Leggi le ultime notizie sul caso Eurovita e scopri perché

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Qualche mese fa avevamo avvisato della spiacevole situazione in cui si sono trovati i sottoscrittori di polizze assicurative vita della compagnia Eurovita con il commissariamento della società e il blocco dei riscatti.

La compagnia assicurativa Eurovita è stata commissariata il 31 gennaio 2023 per via di una situazione patrimoniale non in linea coi requisiti minimi. I riscatti crescenti (ovvero le richieste di rimborso da parte dei sottoscrittori) potevano creare una situazione di danno concreto verso la restante parte dei detentori di questi prodotti.

Non solo nel caso delle polizze delle “gestioni separate” dove si è creato il bubbone per effetto sia del rialzo a razzo dei tassi d’interesse che della gestione della precedente proprietà (il fondo di private equity Cinven). Ma anche per le polizze Eurovita di tipo finanziario (le “unit linked”, il cosiddetto ramo III) dove il rischio di mercato è comunque al 99% già in carico totalmente al contraente e dove l’involucro è assicurativo ma il sottostante sono titoli o fondi d’investimento la cui valutazione dipende dai su e giù dei mercati. Incastrati anche loro!

E questa situazione di tensione la stanno vivendo anche molti consulenti finanziari di banche e reti che avevano proposto (rassicurati dalle loro “mandanti”) queste polizze più di tipo finanziario-assicurativo ignari di potersi trovare un giorno in questa situazione. Dal 6 febbraio 2023 l’IVASS ha disposto la sospensione temporanea della facoltà dei contraenti delle polizze Eurovita di esercitare i riscatti.

 

 

ultime news sul caso Eurovita

 

A che punto è la notte? Bisognerà probabilmente ancora aspettare viene fatto filtrare da chi segue il dossier. Nelle scorse settimane il termine di “congelamento dei riscatti” delle polizze Eurovita è stato spostato al 30 giugno 2023 e il commissario Alessandro Santoliquido sta cercando da settimane una “soluzione di sistema” coinvolgendo i big del settore. Intesa Vita, Generali, Poste, Unipol e Allianz a parole hanno dato la propria disponibilità al “salvataggio” di Eurovita coinvolgendo anche le reti che hanno maggiormente collocato queste polizze.

Nell’occhio dei ciclone per il collocamento di polizze Eurovita banche come Fideuram, Fineco, Widiba, Sparkasse e molte banche di credito cooperativo sparse in tutto lo Stivale. E sembra sempre più probabile che occorrerà rinviare ancora la data del possibile “scongelamento” oltre il 30 giugno. Su La Stampa del 23 maggio 2023 in un articolo dedicato al tema si prova a fare il punto della situazione e si rileva che l’ipotesi di un nuovo rinvio è sempre più probabile e potrebbe essere anche superiore a un ulteriore mese. Tante le tessere ancora da sistemare.

L’ipotesi di cui si parla da più settimane è uno “spezzatino” dove i portafogli di oltre 15 miliardi di euro di premi e di 350.000 clienti di Eurovita verranno divisi in 5 parti. Ognuna sarà rilevata da 5 compagnie assicurative diverse (fra le più importanti del mercato italiano) che si dovranno dividere anche il personale che oggi lavora dentro la compagnia.

 

Il rischio contenuto nelle polizze Eurovita

 

Nessuno si vuole prendere il rischio di rilevare l’intero pacchetto di Eurovita. Per resistere all’onda d’urto dei riscatti si è ragionato che è meglio distribuire il rischio con compagnie assicurative in grado di reggerlo e magari frenarlo. E coinvolgendo anche i distributori. Ovvero le banche e reti che hanno più collocato polizze Eurovita per non far pagare ai nuovi “entranti” (concorrenti fino allo scorso anno di Eurovita) un prezzo troppo elevato.

Per questo motivo alle banche e reti che hanno collocato i prodotti della compagnia Eurovita verrà chiesto nel caso che i loro clienti vogliano uscire dal giro e liquidare le polizze (e in particolare il problema è evidentemente sulle gestioni separate) di subentrare, caricandole nei propri bilanci.
E tutto questo al fine di evitare di far emergere le perdite che altrimenti si materializzerebbero nel caso si vendessero oggi i bond in carico alla compagnia Eurovita di diversi punti percentuali sotto il valore nominale.

 

 

Fuga dal ramo vita: riscatti raddoppiano ogni mese

 

Un’operazione certo non facile ma che il sistema finanziario-assicurativo italiano sta affrontando evidentemente con passo molto lento senza forse capire la delicatezza della situazione. Più passa il tempo sul caso irrisolto di Eurovita più l’effetto “riscatti valanga” sul ramo vita è assicurato con un impatto negativo per la reputazione del settore.

Non a caso nel corso del 2023 i riscatti delle polizze vita stanno aumentando a livelli che non si erano mai visti in questi anni. Quanto accaduto in Eurovita sta facendo alzare il sopracciglio a un numero crescente di risparmiatori che preferiscono uscire ora. Piuttosto che dover affrontare un rischio magari remoto (ma a questo punto non teorico) di vedersi congelati gli investimenti se tutti volessero uscire contemporaneamente e fossero in troppi e nello stesso momento ad avere questa pensata.

 

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Nelle polizze vita quello che per anni è stato venduto come una “mandrakata” ovvero non valutare i titoli al prezzo di mercato ma al costo storico, facendo affidamento che comunque si sarebbero liquidati a prezzi più elevati o che qualcuno (altri sottoscrittori) sarebbe subentrato, sta entrando in crisi. Costringendo diverse compagnie (una di queste è Genertel Life e anche Poste vuole prevenire eventuali situazioni di tensione) a mettere mano al portafoglio per rafforzare patrimonialmente le riserve come richiesto dalla Solvency II (ed evitare di trovarsi nella situazione di Eurovita) o comunque a spingere le nuove sottoscrizioni (con l’utilizzo anche di sconti alle commissioni e bonus) per tappare le potenziali falle che gli eccessivi riscatti possono aprire.

 

polizze ramo vita: raccolta netta negativa

 

Qual è stato l’effetto delle ultime notizie sul caso Eurovita sulla raccolta del ramo vita? A gennaio 2023 per la prima volta dal 2012 le compagnie assicurative hanno registrato una raccolta netta negativa con i riscatti che hanno superato le sottoscrizioni per 700 milioni di euro. E la fuga si è fatta più intensa a febbraio, con i deflussi saliti a 1,6 miliardi. E proprio ieri sono stati diffusi da Ivass i dati finali del primo trimestre che evidenziano come il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) del mercato vita in Italia è stato negativo e pari a € -4,8 mld, in calo di oltre € 10 mld rispetto all’analogo trimestre del 2022.

A marzo 2023 l’effetto riscatti si è quindi ulteriormente appesantito ed è più che raddoppiato rispetto a febbraio.
E se si analizza solo il dato delle uscite dalle polizze vita (senza guardare a chi è invece entrato) si evidenzia come nei primi 3 mesi dell’anno l’ammontare complessivo sia stato di 30 miliardi di euro con una variazione annuale del +48,7% trainata proprio dai riscatti.

 

I deflussi netti fanno scendere gli asset e le riserve delle assicurazioni

 

Uno scenario che come aveva correttamente rilevato qualche settimana fa Milano Finanza “tiene alta l’allerta sul settore perché se è vero che le compagnie assicurative, anche in questo contesto sfidante, continuano ad avere indici di solvibilità ben superiori al minimo del 100% richiesto dal regolatore, è altrettanto vero che i deflussi netti fanno scendere gli asset e le riserve delle assicurazioni”.

E quanto sta accadendo è dettato non solo dal caso Eurovita ma dalle condizioni totalmente mutate in questi mesi del mercato obbligazionario e delle “rendite”.

 

Bocciati i rendimenti delle polizze vita oggi

 

I risparmiatori (come avevamo spiegato già lo scorso autunno, suggerendo di controllare le loro polizze vita e anticipando quello che poteva accadere e si sta materializzando) possono fare dei confronti e i rendimenti oggi offerti dalle polizze vita (e dalle gestioni separate in particolare) appaiono quasi sempre fuori mercato (anche per effetto dei costi applicati e che schiacciano i rendimenti netti fra l’1 e il 2% nei migliori dei casi). Titoli governativi come i BTP di tutte le scadenze, panieri di obbligazioni miste e persino molti conti deposito possono offrire rendimenti mediamente doppi rispetto alle polizze vita. Come consulenti finanziari indipendenti non avevamo mai in tanti anni visto un flusso di risparmiatori così elevato richiederci assistenza e consulenza non solo sulle polizze Eurovita ma su tutti i prodotti assicurativi del ramo vita.

 

In finanza sono tutti ladri? In finanza sono tutti ladri?

 

L’andamento “lento” nell’affrontare questa polpetta (Eurovita) non è quindi molto comprensibile da parte del sistema salvo non immaginare che si voglia chiamare al capezzale la tasca pubblica (ovvero lo Stato e tutta la collettività) invocando uno stato di necessità e di “calamità” finanziaria. E sarebbe un bel paradosso perché il sistema bancario e finanziario tricolore non ha mai dichiarato come in questo trimestre utili così pingui. Ma la tentazione di “privatizzare i profitti e socializzare le perdite” è (a pensar male) un vecchio vizio del capitalismo italiano di cui scriveva già 70 anni fa un certo Ernesto Rossi, giornalista (e non solo) fra i migliori che l’Italia ha mai avuto e tra i fondatori de “Il Mondo”.

 

eurovita commissariata: oLTRE 350.000 risparmiatori coinvolti

Cosa sta succedendo alle polizze Eurovita e perché sono stati congelati i soldi dei sottoscrittori? Ricostruiamo se qualcuno si è perso qualche passaggio l’intera vicenda (lo avevamo fatto su LetteraSettimanale.it in anteprima) per capire come si è arrivati a questa situazione mai verificatasi prima in Italia.

 

Il caso Eurovita non sta agitando solo i sonni di molti sottoscrittori di queste polizze (quasi 400.000 gli italiani coinvolti!), ma rischia di far deragliare un intero settore, quello assicurativo, secondo l’avvocato Antonio Pinto responsabile area prodotti bancari, assicurativi e finanziari di Confconsumatori che avevamo intervistato a febbraio 2023.

 

In finanza sono tutti ladri? In finanza sono tutti ladri?

Compagnia assicurativa specializzata nel ramo vita, Eurovita da mesi ha bloccato (di fronte ad un crescente flusso di riscatti anticipati) per ordine dell’Ivass (l’istituto nazionale di vigilanza sulle assicurazioni) i riscatti “dei contratti di assicurazione e di capitalizzazione” venduti a centinaia di migliaia di italiani.

 

Eurovita: il blocco dei riscatti

 

Dal 6 febbraio scorso stiamo assistendo a qualcosa che non si era mai visto (considerate anche le dimensioni della compagnia assicurativa Eurovita) ovvero il blocco dei riscatti ovvero chi ha sottoscritto polizze vita (di qualsiasi ramo) con questa compagnia non può richiederne la restituzione dei premi versati salvo nel caso di sinistri (ovvero la morte degli assicurati nel caso di polizze vita) o di liquidazioni a scadenza e anticipazioni relative alle forme pensionistiche complementari. Gli switch (ovvero i passaggi da un fondo a un altro all’interno delle polizze unit) sono invece consentiti.

Questo provvedimento in seguito alla decisione dell’Ivass si applica alle richieste di riscatto, parziale o totale, presentate alla compagnia dopo le ore 20,00 del 6 febbraio 2023 e sarà operante sino al 30 giugno 2023. E quello che succederà dopo questa data dipende da diversi fattori e in sintesi prima di tutto (il mercato spera in questo) dalla comparsa di un Cavaliere Bianco che levi le castagne dal fuoco.

 

Le banche che hanno collocato le polizze Eurovita

 

Una notizia spiazzante questa del blocco dei riscatti per quasi 400.000 clienti (sì avete letto bene) della compagnia assicurativa Eurovita (con quasi 19 miliardi di euro di patrimonio in gestione) che in questi anni aveva “conquistato” il mercato grazie anche una rete di accordi con moltissime delle principali banche e reti.

Fineco, Che Banca, Widba, Fideuram e San Paolo Invest, moltissime BCC solo per citare i più noti ne collocavano i prodotti assicurativi (in cambio di laute retrocessioni (ovvero commissioni) come ha scritto Il Sole 24 Ore Plus l’11 febbraio scorso che arrivavano soprattutto ai piani alti) e in particolare polizze vita del cosiddetto Ramo I (gestioni separate), polizze unit linked (il cosiddetto Ramo 3) o versione “combo” ovvero la polizza multiramo dove l’una e l’altra venivano vendute a pacchetto. Vuoi il rendimento “sicuro e garantito”? Allora beccati pure la polizza vita con i fondi d’investimento dentro…

 

Eurovita commissariata: arriva Santoliquido

 

Qualche giorno prima del blocco dei riscatti la compagnia Eurovita era stata commissariata (con la nomina di Alessandro Santoliquido) al fine di cercare di sbrogliare una situazione diventata sempre più intricata. Perché bloccare i riscatti? Lo scopo evidente era quello di evitare la “corsa ai rimborsi” delle polizze Eurovita che pare fosse già iniziata, destabilizzando ulteriormente i conti della compagnia assicurativa che da qualche anno era già finita nel mirino di Ivass che aveva avviato nel IV trimestre 2021 un’ispezione conclusasi lo scorso anno che aveva fatto emergere alcuni rilievi importanti.

Cosa era venuto fuori dall’ispezione di Ivass? Negli ultimi bilanci della compagnia Eurovita si potevano leggere diverse cose in merito fra cui alcune carenze contestate dal regolatore riguardo “la metodologia e le assunzioni utilizzate nella determinazione delle riserve tecniche e nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità”. E l’ispezione si leggeva aveva avuto anche oggetto l’investimento in “taluni fondi di investimento complessi”.
Fondi insomma contenenti non roba quotata che dal bilancio della compagnia del 2021 come holding ammontavano a circa 823 milioni di euro (pagina 96 del bilancio di Eurovita Holding).

 

 

ivass chiede a eurovita di rafforzare il patrimonio

 

Cosa ha chiesto Ivass ovvero il controllore, il wathchdog, a Eurovita Assicurazioni (sponsor ufficiale fino a qualche anno fa degli arbitri italiani di serie A, serie B e Lega Pro) ovvero al suo azionista di maggioranza, Cinven? Di mettere mano al portafoglio e rafforzare il patrimonio della società (dallo scorso autunno sono usciti riguardo questo argomento numerosi articoli facilmente rintracciabili sul web) poiché il “cuscinetto” di capitale di Eurovita in caso di turbolenze era stato giudicato da Ivass non così capiente e troppo vicino al minimo richiesto.

A luglio dello scorso anno si parlava di un aumento di capitale da almeno 150 milioni di euro richiesto a Eurovita per rafforzare il capitale mentre nei mesi successivi la cifra che si è ventilata è quasi raddoppiata a 250-300 milioni di euro. Soldi che chi controlla oggi la compagnia assicurativa Eurovita non vuole evidentemente tirare fuori.

 

Tutti i numeri della compagnia assicurativa Eurovita che ha bloccato i riscatti delle sue polizze

 

 

ricapitalizzazione eurovita: fondo Cinven si defila

 

La compagnia di assicurazione Eurovita è controllata da un importante fondo di private equity britannico, Cinven, con potenza di fuoco in tutta Europa (e non solo). A partire dal 2016 Cinven, ha fatto incetta di compagnie assicurative: Ergo Previdenza (tanti anni fa quotata a Piazza Affari e che si portava dentro la poco felice esperienza delle polizze assicurative vendute con il multilevel marketing di SSI, Star Service International), Old Mutual Wealth Italy (ex Skandia) ed Eurovita Assicurazioni, a cui a fine 2019 si era aggiunta anche Pramerica Life acquisita dal colosso americano Prudential Financial Inc.

Il fondo Cinven opera sui mercati privati, si definisce sul sito “premuroso e socialmente responsabile” e detiene in portafoglio partecipazioni in molte società in Europa dei settori più disparati. In Italia per fare 2 nomi conosciuti oltre a Eurovita anche la catena Arcaplanet (negozi di mangimi e accessori per animali ),  Synlab (laboratori di esami diagnostici). Dalle crocchette per cani ai laboratori medici, dalle polizze vita ai satelliti televisivi (Eutelsat).
Una società di private equity acquista partecipazioni in società di quasi ogni settore, le “lucida” e dopo pochi anni le rivende ad altre società o le quota in Borsa, portandosi a casa delle simpatiche plusvalenze.

Nel caso di Eurovita qualcosa è andato però forse storto e la bacchetta magica non ha funzionato.

Il fondo di private equity inglese Cinven fino a oggi ha iniettato a febbraio di quest’anno 100 milioni per ricapitalizzare Eurovita ma non è intenzionato ad andare oltre e intende invece secondo i media di trovare un compratore per la compagnia, incassare dei soldi e uscire dal giro “polizze” tricolori.

 

 

Eurovita: il piano di risanamento

 

Il  compratore di Eurovita non è finora arrivato e seppure a fine novembre 2022 è stato nominato un nuovo presidente di Eurovita (Camillo Candia) ed è stato dichiarato con l’occasione che era stata presentato all’Ivass “un piano di risanamento per far fronte alle necessità di rafforzamento dei ratios patrimoniali” di Eurovita ma evidentemente la situazione ha iniziato a diventare da allarme quasi rosso per l’Ivass se è arrivata nel giro di poche settimane a commissariare la compagnia vita (fatto mai accaduto in Italia) e a bloccare dopo pochi giorni i riscatti e l’ordinaria attività.

Ci hanno scritto in questi giorni diversi risparmiatori che hanno queste polizze e ci chiedono cosa potrebbe succedere.

 

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Non siamo indovini ed evidentemente se l’Ivass è arrivata a questo punto è perché probabilmente non vuole che si continui a calciare oltre il barattolo e si affronti il problema con un aumento di capitale sottoscritto dall’attuale azionista o che questi (ipotesi secondo molti del settore più probabile) si faccia da parte e ceda il pacchetto di maggioranza a un altro soggetto che possa garantire l’iniezione di capitale e ridare fiducia ai sottoscrittori di Eurovita ma in realtà anche all’intero sistema assicurativo italiano che si fonda sulle polizze vita.

 

 

Polizze vita: i rischi di Eurovita e le sue sorelle

 

Come si è arrivati a questa situazione chi ci legge non si stupirà più di tanto anche perchè lo scorso anno ne avevamo scritto del pericolo gravante sulle “gestioni separate” in una Lettera Settimanale (dal titolo “Polizze vita (gestioni separate, unit linked…) e prezzo del gas: ci avviciniamo al punto di rottura?)  rimandando a un contenuto pubblicato ad agosto 2022 che spiegava le ragioni delle nostre preoccupazioni sul tema con l’invito ai sottoscrittori di queste polizze a valutare bene il rapporto costi/benefici per evitare di restarne un giorno “delusi”. 

Scrivevamo fra le altre cose…

Cosa sono le Gestioni Separate? Sono contratti assicurativi ma con contenuto prevalentemente finanziario dove i versamenti confluiscono in fondi separati da quelli delle compagnie e investiti prevalentemente in titoli di stato e obbligazioni.

Un involucro assicurativo quello delle polizze vita a gestioni separata che nel breve sembra garantire la quadratura del cerchio, perché immunizza dalle oscillazioni dei titoli obbligazionari e garantisce rendimenti stabili e positivi grazie al fatto (come spieghiamo più dettagliatamente nell’analisi) che i titoli non sono valorizzati a mercato, ma al prezzo d’acquisto fino a quando non saranno venduti.

Ma che in questo nuovo scenario inizia a diventare per i sottoscrittori qualcosa di sempre meno equo e furbo (vedendo i tassi d’interesse offerti oggi dal mercato che non sono più quelli di uno o due anni) dove la compagnia può arrivare a trattenere anche oltre il 40% del rendimento come costi.

 

 

Le polizze Eurovita (e non solo) con quei rendimenti dopati

 

Il meccanismo di valorizzazione di queste polizze ai costi storici ha creato un gigantesco “effetto doping” come ora iniziano ad ammettere a denti stretti sempre più addetti ai lavori, diventando nel tempo per molti risparmiatori una sorta di “conto di deposito” dove il capitale non poteva oscillare al ribasso e ogni anno un rendimento positivo si portava comunque a casa senza alcuna fibrillazione rispetto per esempio a un fondo d’investimento o un ETF dove la valutazione dei titoli detenuti avviene invece “market to market” ovvero al prezzo effettivo di mercato.

I titoli inseriti nelle gestioni separate vengono valorizzati al prezzo d’acquisto fino al momento della vendita o rimborso. Questo meccanismo contabile si chiama “contabilizzazione al costo storico”.

In un fondo o in un ETF o nel dossier di un risparmiatore se si compra a inizio anno un titolo a 100 e questi stacca una cedola del 2% e a fine anno quel titolo il mercato lo valuta 90 è pacifico che se il risparmiatore chiede di sapere come è la sua posizione si ritroverà 90 (ovvero il valore che realizzerebbe se vendesse il titolo) più 2 % incassati morale virtualmente è sotto dell’ 8% rispetto al prezzo di acquisto.

 

 

Polizze vita: Eurovita è un caso isolato?

 

Nelle gestioni separate il prezzo di mercato non conta perchè si parte dal presupposto che le compagnie assicurative sono investitori super pazienti con orizzonti temporali lunghissimi e che il prezzo di mercato conti sì ma non troppo.

Ci sono poi altri meccanismi (tipo i rendimenti minimi garantiti) che riguardano alcune delle polizze di gestione separate vendute nel passato e che da qualche tempo hanno iniziato a pesare nei conti di alcune assicurazioni.

All’industria assicurativa  (e alle banche che ne sono super collocatrici) è stato consentito questo regime particolare della contabilizzazione al costo storico dei titoli obbligazionari in portafoglio (e non solo questo) per poter presentare così ai risparmiatori rendimenti relativamente stabili e slegati dall’andamento dei mercati finanziari. Una sorta quasi di “pasto gratis” che in realtà in finanza non esiste…nonostante l’esistenza di risparmiatori che lo credono possibile e intermediari che ci giocano un po’ sopra questo concetto per fare raccolta e commissioni.

 

L’aumento dei tassi di interesse svaluta le obbligazioni delle gestioni separate

 

Cosa succede infatti se i tassi d’interesse invece che scendere come hanno fatto per diversi lustri iniziano a salire e invertono bruscamente il senso di marcia?

E’ quello che è successo lo scorso anno con i prezzi delle obbligazioni in caduta di oltre il -10-20% a seconda del sottostante e delle scadenze (maggiore duration, maggiore perdita nel 2022).

E cosa succede se i sottoscrittori possono riscattare liberamente? In un mercato dove magari (quello che è successo lo scorso anno) il rendimento offerto da queste gestioni separate diventa meno della metà (anche per effetto delle commissioni trattenute dalle compagnie) di quello che è possibile ottenere con l’acquisto diretto dei titoli di Stato (che sono la maggior parte dei titoli contenuti in questi involucri)?

 

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Succede che le compagnie per liquidare chi vuole riscattare saranno costrette a vendere i titoli di Stato/obbligazionari al prezzo di mercato ribassato, con potenziali minusvalenze che colpiranno potenzialmente i sottoscrittori ultimi a riscattare oltre che i bilanci delle compagnie. Un gioco pericoloso. Che si conosceva evidentemente da tempo e che l’andamento dei mercati obbligazionari del 2022 e il comportamento dell’azionista di Eurovita ha portato sotto i riflettori costringendo Ivass a prendere misure estreme.

 

 

Polizze: la compagnia è in grado di tutelarE dai rischi di MERCATO?

 

Anche per evitare questi rischi era stata emanata alcuni anni fa una direttiva europea sulle assicurazioni che fra i pilastri prevede l’obbligo per le compagnie di assicurazioni di provvedere a un sistema interno e integrato di risk management, per capire se si è davvero in grado di fare fronte a determinati rischi. Con la cosiddetta Solvency II nel caso in cui il patrimonio della gestione separata non fosse sufficiente per garantire i capitali investiti (per esempio per alcune delle ipotesi descritte prima), la compagnia ha l’obbligo normativo di integrarlo con il proprio patrimonio.

Qualcosa nel caso Eurovita è andato evidentemente storto e alcune centinaia di migliaia di sottoscrittori di queste polizze sono ora preoccupati. Questa compagnia a fine novembre ha “bucato” il pagamento di una cedola di un prestito subordinato e l’ha fatto anche nei mesi scorsi ( spiegando nel comunicato diramato che “alla luce della posizione patrimoniale della Compagnia e in linea con la normativa vigente il pagamento verrà posticipato”.

 

 

POLIZZE EUROVITA: LE MISURE A PROTEZIONE DEI CLIENTI

 

Che succede ora agli assicurati? Secondo l’avvocato Antonio Pinto, che è anche responsabile area prodotti bancari, assicurativi e finanziari di Confconsumatori, contattato da SoldiExpert SCF la situazione di Eurovita resta delicata e c’è da sperare in una soluzione di salvataggio di sistema.

“Il provvedimento scade il prossimo 31 marzo ed all’esito l’Ivass dovrà decidere se mandare in Amministrazione Straordinaria o meno la Compagnia, ex art. 231 del Codice delle Assicurazioni. Il provvedimento – spiega Antonio Pinto – ha lo scopo di affidare alla gestione commissariale il tempo necessario per ricercare una soluzione che permetta ad Eurovita di rafforzarsi patrimonialmente, a tutela di tutti gli assicurati, evitando l’uscita incontrollata di masse importanti di risparmio gestito.

I clienti che hanno sottoscritto polizze Eurovita sono comprensibilmente preoccupati. Tuttavia, ad oggi, proprio l’avvenuto Commissariamento e il controllo di Ivass rappresentano la migliore garanzia per gli utenti che si faccia chiarezza sulla reale situazione patrimoniale e si giunga ad una soluzione positiva. In particolare, è auspicabile che – indipendentemente dalla formula tecnica e/o societaria che si vorrà individuare (acquisizione, aumento di capitale, fusione per incorporazione ecc.) – si faccia avanti un soggetto terzo capace di rafforzare il patrimonio della Compagnia.”

 

Eurovita e i rischi per il settore assicurativo

 

Secondo l’Avvocato Antonio Pinto “all’intero sistema delle Compagnie assicurative infatti non conviene minimamente che si giunga ad un aggravamento della vicenda. Vi sarebbe infatti come mostra la fuga dei risparmiatori dalle polizze vita a inizio 2023 una forte compromissione di fiducia da parte dei risparmiatori che investono in polizze assicurative, con conseguente contrazione dei volumi investiti. I clienti quindi devono per adesso conservare fiducia che il Commissariamento porti ad una soluzione.

Peraltro, si rileva che nella deprecabile ipotesi di  eventuali futuri danni a carico dei risparmiatori, questi ultimi avranno tutti gli strumenti giuridici utili per agire e tutelare le proprie ragioni nei confronti anche degli intermediari/banche che hanno venduto loro tali polizze che sono nella sostanza prodotti finanziari, investimenti con gradi di rischio diversi.

A seguito della Direttiva europea IDD del 2018 sulla distribuzione dei prodotti di investimento assicurativo, pienamente recepita nel nostro ordinamento, esistono infatti chiari e stringenti obblighi a carico degli intermediari che distribuiscono tali prodotti finanziari. Sia in termini di informative che di adeguatezza rispetto al profilo di rischio del cliente. Laddove anche uno solo di tali obblighi viene violato – sottolinea Pinto – allora il contratto di acquisto è risolto per inadempimento della banca venditrice, con conseguente obbligo di restituire la sorte capitale investita”.

Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Francesco Pilotti

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Marco Cini

Esperto di pianificazione finanziara e previdenziale

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