Pictet Robotics, un fondo tematico per investire nel futuro a caro prezzo

Il fondo Pictet Robotics scommette su automazione e robotica, ma non regge il confronto con gli ETF dello stesso settore. Meno costosi, più efficienti e maggiormente diversificati

MoneyReport, il blog di SoldiExpert SCF

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Pictet Robotics è un fondo che propone di investire nella robotica. Un investimento tematico molto specifico e di estrema attualità. Ma il Robotics di Pictet è davvero un fondo su cui vale la pena investire?

A volte, infatti, gli investitori scelgono di puntare su megatrend di grande richiamo mediatico. Ma gli investimenti tematici, anche se validi, possono nascondere delle insidie. Per questo nelle strategie di investimento di SoldiExpert SCF occupano un posto importante ma mai preponderante. Rispetto ad investimenti di più ampio respiro, come può essere un fondo o un ETF su un indice che include tutti i settori come l’S&P 500, gli investimenti tematici possono essere maggiormente volatili. Essere cioè soggetti a sensibili variazioni in periodi di tempo limitati ed avere un grado maggiore di rischio.

Oppure, per esempio nel caso di specifiche tecnologie, rischiare di essere resi obsoleti da innovazioni più recenti. Basti pensare a Google alle prese con l’intelligenza artificiale di ChatGPT dove il concorrente Microsoft è rientrato in pista in un’area dove sembrava destinata fino a poco tempo fa a scomparire. Ma non è tutto. Gli investimenti tematici costringono ad aggiornamenti molto frequenti del portafoglio. Comprare un fondo tematico e tenerlo per lunghissimo tempo senza valutare alternative diventate improvvisamente migliori può far perdere opportunità di investimento importanti. Senza contare che investire in megatrend “di moda” rischia di portare a comprare titoli già ben valutati dal mercato, cioè molto cari come hanno dimostrato anche ricerche accademiche pubblicate in questi anni.

Le società dei settori tematici sono infatti spesso caratterizzate da un elevato P/E (rapporto prezzo di borsa/utili). Il che significa che scontano già elevati utili futuri.

I prezzi di queste società sono infine strettamente legati al ciclo economico e all’andamento dei tassi di interesse (come osservato durante il 2022).

Tornando al fondo Pictet Robotics, quindi, le domande che dobbiamo farci prima di sottoscriverlo sono numerose: come si inserisce nel mio portafoglio? E in questo momento la robotica è una scelta corretta oppure è meglio puntare, più in generale, sull’information technology ? E il fondo fa davvero quello che promette, cioè farmi cavalcare il settore della robotica? Ma, soprattutto, non ci sono fondi o ETF migliori per investire nella robotica?

Come vedremo, Pictet Robotics è un fondo tematico per investire nel futuro ma molto caro e meno performante rispetto ad alternative più low cost.

 

 

Il fondo Pictet Robotics R Eur e gli investimenti tematici

 

Prima di analizzare il fondo Pictet Robotics R Eur, vediamo di chiarire cosa si intende per investimenti tematici. Si tratta di un’espressione finanziaria che indica ambiti di investimento non legati a specifici aziende o settori, ma a tendenze di lungo periodo che hanno in sé grandi potenzialità di sviluppo. Ma che, proprio per questo, gli investimenti tematici possono avere un grado di rischio maggiore rispetto ad attività consolidate. Il fondo Pictet Robotics (R Eur per la classe retail ovvero degli investitori privat) e gli investimenti tematici possono quindi potenzialmente rappresentare un buon trampolino per il futuro.

Alcuni esempi importanti di investimenti tematici considerati “megatrend” sono le criptovalute e le blockchain, il biotech, la mobilità del futuro, il cambiamento climatico, la tecnologia dell’idrogeno, l’intelligenza artificiale o l’invecchiamento della popolazione. E, appunto, l’automazione e la robotica, a cui fa riferimento Pictet Robotics.

Si tratta di due concetti diversi ma sempre più convergenti. Tecnicamente, l’automazione (per esempio industriale) prevede l’uso di macchine in grado di svolgere operazioni ripetitive non modificabili. La robotica, invece, rende non solo modificabili le operazioni ma anche programmabili attraverso l’intelligenza artificiale. Un robot può quindi interagire con l’ambiente e modificare il suo approccio sulla base di come l’ambiente stesso si modifica (es. presenza di persone od oggetti in movimento).

Branca della meccatronica (a sua volta integrazione di meccanica, informatica ed elettronica), la robotica ha subito negli ultimi due decenni un forte impulso. Dovuto a un incredibile sviluppo in tutti i settori dell’hi-tech.

È quindi soprattutto un sottosettore specifico dell’information technology “classica”, in cui ricadono tecnologie hardware in senso ampio e software, utilizzati nella produzione di computer, reti e comunicazioni digitali. In essa confluiscono però anche la meccanica e altri settori complementari.

La robotica su cui investe Pictet Robotics, insomma, è un fenomeno a cui concorrono differenti ambiti industriali e commerciali. E che impatta su un ampio numero di aree produttive e sociali. Quindi per investirvi serve selezionare i “campioni” che ne favoriscono (e ne favoriranno in futuro) lo sviluppo, ma anche le società che se ne giovano per far crescere il proprio business.

 

Quali azioni per investire nella robotica?

 

La robotica viene applicata in medicina, nelle esplorazioni spaziali, nell’automotive, nell’arte e in tanti altri ambiti. A livello borsistico, quindi, è necessario fare delle scelte. Quando gli investitori cercano sul fondo Pictet Robotics opinioni o indicazioni, prima di tutto si imbattono nel benchmark. Cioè nell’indice di riferimento che determina il portafoglio di azioni Pictet Robotics.

Sono numerosi gli indici borsistici mondiali che i fondi d’investimento utilizzano come benchmark per investire nella robotica. Tra questi, STOXX Global Automation & Robotics Index, ROBO Global Robotics and Automation, MSCI ACWI IMI Robotics, MSCI World Robotics AI and Cloud Technologies Select ESG Index e MSCI World Select Top 30 Robotics. Ognuno di essi rappresenta una visione diversa dello stesso settore. Se infatti confrontiamo i primi dieci titoli per peso di ognuno degli indici citati vediamo che solo Nvidia appare in tutti, SAP in due indici e Keyence in tre.

Senza contare gli indici focalizzati sul tema più ampio dell’information technology, di cui la robotica è solo una delle componenti, cioè S&P Global Information Technology e MSCI World Information Technology. In questo caso, i primi dieci titoli quasi si sovrappongono (Apple, Microsoft, Nvidia, Cisco, Mastercard, Accenture e Salesforce su tutti), ma non sono certo titoli specifici sulla robotica.

Quali azioni selezion Pictet Robotics per investire nella robotica, quindi? Cioè quale potrebbe essere il benchmark più appropriato per cavalcare questo megatrend? Confrontandone l’andamento (ved. tabella sotto), si vede come vi siano differenze non trascurabili nelle diverse performance. Per esempio, se a tre e cinque anni l’Stoxx Global Automation & Robotics ha performato ben al di sopra degli altri, è anche vero che nell’ultimo anno è uno di quelli che ha patito di più la congiuntura. L’MSCI ACWI IMI Robotics ha invece performato di meno sul lungo periodo ma nell’ultimo anno ha limitato le perdite.

E ancora, tra indici tematici e IT generale si può forse dire che la seconda ha sopportato meglio la crisi recente, ma non sembra distinguersi in modo determinante.

 

Fondo Pictet Robotics Gli indici della robotica e dell'IT

 

 

Pictet Robotics HR Eur per ridurre il rischio di cambio

 

Fatta questa premessa, vediamo dunque in dettaglio le caratteristiche del fondo Pictet Robotics e le eventuali alternative.

Il benchmark di riferimento del fondo Pictet Robotics è subito una sorpresa. Non si tratta infatti di un indice legato specificamente alla robotica, ma è l’MSCI ACWI. Dove ACWI sta per “All Country World Index”. Un indice globale (ovvero l’azionario mondiale) che comprende circa 3.000 titoli azionari di ogni settore e di quasi 50 Paesi. All’interno di questo enorme paniere Pictet va poi a pescare “principalmente – si legge nei documenti forniti dall’emittente, cioè non solo – azioni di società che contribuiscono a, o beneficiano di, sviluppi nella robotica e nelle tecnologie”. Forse un po’ discutibile per un fondo che si etichetta come “robotics” ma poi nella realtà sceglie come confronto l’indice azionario mondiale.

Non a caso società di analisi di fondi come Quantalys e Morningstar indicano come benchmark corretto per gli obiettivi di un fondo come il Pictet Robotics non l’indice MSCI ACWI – in cui l’information technology pesa soltanto per circa il 21% – bensì per l’MSCI World IT, quasi interamente focalizzato su questo settore (92,70%).

Il fondo Pictet Robotics è in euro (ISIN: LU1279334483), ed è disponibile anche la versione “hedged” (Pictet Robotics HR Eur – ISIN: LU1279335027), cioè con protezione dal rischio di cambio. I costi annuali del fondo Pictet Robotics sono dello 2,74%, rispetto al 2,79% annuo della versione con protezione cambio. Costi molto elevati evidentemente se si considera che diversi ETF che investono sullo stesso comparto hanno costi annui fra lo 0,4 e lo 0,8% all’anno.

 

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Il fondo Pictet Robotics HR Eur per ridurre il rischio di cambio, come pure la versione “non hedged”, non ha costi di ingresso né di uscita. Tuttavia, sottolinea l’emittente, “la persona che vi vende il prodotto potrebbe addebitarvi fino al 3% come commissione di ingresso, fino al 1% come commissione di uscita e fino al 2% come commissione di conversione”. Occhio alle commissioni imposte dalla vostra banca, quindi, se volete sottoscrivere questo fondo anche perchè le commissioni di ingresso sono nella maggior parte dei fondi scontabili del 100% dal collocatore e non tutti i risparmiatori lo sanno.

 

factsheet e KIID per sapere tutto del fondo Pictet

 

Per avere tutte le informazioni essenziali sul fondo Pictet Robotics è importante farsi consegnare o scaricare dal sito dell’emittente, almeno due documenti di base, il Pictet Robotics factsheet e il Pictet Robotics KIID. Il primo illustra periodicamente performance e ripartizione del portafoglio del fondo, il secondo ne riassume le informazioni chiave. Servono quindi Pictet Robotics factsheet e KIID per sapere tutto del fondo.

A fine aprile 2023 il 61,07% del portafoglio del fondo Pictet Robotics risulta investito nel settore dell’automazione, circa il 26,59% in tecnologia e il 10,58% in applicazioni per consumi e servizi. I titoli sono per lo più statunitensi (63,30%), giapponesi (11,02%) e cinesi (4,25%). I titoli con maggior peso sono Salesforce (servizi in cloud), Alphabet, Siemens, Synopsys e AMD.

Ma se la robotica è il tema (o uno dei temi) su cui vogliamo puntare per i prossimi anni, vale la pena confrontare il fondo Pictet Robotics con alcuni strumenti come gli ETF che investono anch’essi sulla robotica.

 

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La scelta degli ETF rispetto ai fondi è facilmente spiegabile: hanno costi decisamente più bassi rispetto ai fondi. E la gestione attiva dei fondi, spesso utilizzata come argomento di vendita da parte delle reti bancarie, secondo diverse ricerche accademiche non fornisce quasi mai rendimenti migliori.

Sulla borsa italiana sono disponibili sei ETF sulla robotica (degli emittenti Global X, Lixor, iShares, Xtracker e L&G). Non tutti però sono direttamente confrontabili con il Pictet Robotics. Per esempio, l’Xtrackers ha solo il 24,21% del portafoglio investito in titoli dell’IT e l’L&G il 42%. Contro un più robusto 69% dell’iShares Automation & Robotics UCITS ETF.

Come riferimento per l’indice MSCI World IT prendiamo invece l’Xtrackers MSCI World Information Technology UCITS ETF 1C.

 

 

Quotazione Pictet Robotics a tu per tu con gli ETF

 

Mettiamo quindi a confronto:

  • il fondo Pictet Robotics R Eur;
  • l’ETF iShares Automation & Robotics UCITS;
  • l’ETF Xtrackers MSCI World Information Technology UCITS.

Consideriamo in particolare l’andamento della quotazione a 3 e 5 anni, il drawdown (ovvero la massima perdita nella fase più negativa), la volatilità, lo Sharpe ratio, la diversificazione e costi.

Nell’andamento a 3 anni il fondo Pictet ha brillato soltanto in un paio di brevi occasioni (prima metà del 2021 e primavera del 2022). Fino al 2022 l’iShares ha registrato le performance migliori per poi cedere lo scettro all’Xtrackers. In questo lasso di tempo il rendimento del fondo Pictet è stato inferiore ai due ETF considerati.

A 5 anni il Pictet ha sovraperformato rispetto all’iShares, ma è l’Xtrackers che ha vinto ancora. Registrando un rendimento doppio rispetto al Pictet e ancor di più rispetto all’iShares. La quotazione Pictet Robotics a confronto con gli ETF non ne esce quindi benissimo.

Anche per quanto riguarda il drawdown (cioè la distanza in percentuale tra il minimo e il massimo di periodo) e volatilità, il fondo Pictet Robotics non brilla e si piazza quasi costantemente in fondo alla nostra classifica, a 1, 3 e 5 anni. Risultando quindi maggiormente volatile e soggetto a oscillazioni rispetto ai due ETF considerati.

Com’è lecito attendersi, l’Xtrackers – che investe su un indice più ampio di quanto facciano gli altri due strumenti – ha poi un Sharpe ratio (misura del rendimento del portafoglio aggiustato per il rischio) mediamente superiore, cioè migliore.

L’indice di Sharpe è una misura utilizzata per valutare il rendimento di un investimento rispetto al rischio assunto per ottenerlo. In sostanza, l’indice di Sharpe misura il rendimento in eccesso di un investimento (ovvero il rendimento ottenuto rispetto a quello che si sarebbe ottenuto investendo in un’opzione a basso rischio, come ad esempio i titoli di Stato) diviso per la deviazione standard del rendimento dell’investimento stesso.

In altre parole, l’indice di Sharpe indica quanto un investimento ha reso in più rispetto al rendimento di un investimento senza rischio, come i titoli di Stato, tenendo conto del rischio assunto per ottenere quel rendimento.

Più alto è l’indice di Sharpe, meglio l’investimento ha svolto la sua funzione di generare rendimenti in eccesso rispetto al rischio assunto.

Nel confronto diretto, più omogeneo, tra il fondo Pictet Robotics e l’ETF iShares, il primo prevale solo a 5 anni. Sempre l’Xtrackers appare poi maggiormente diversificato, avendo in portafoglio 183 titoli (di cui oltre l’85% USA), contro i 159 dell’ETF iShares, con un più ridotto rischio di esposizione geografica (52,24% USA e 15,83% Giappone) rispetto ai soli 38 titoli del Pictet Robotics (63,3% USA, 11,02% Giappone e 9,37% Germania).

 

 

Costi del Pictet Robotics Eur, il confronto è impietoso

 

Ricordiamo che gli ETF si possono negoziare direttamente in Borsa senza la necessità di passare attraverso alcun intermediario (e le forche caudine dei suoi costi aggiuntivi). Ciò a differenza di quanto accade per i fondi, com’è appunto il Pictet Robotics. Ecco perché quando si parla di costi del Pictet Robotics Eur, il confronto con gli ETF è impietoso.

Se infatti verifichiamo i documenti forniti dagli emittenti, vediamo che l’ETF di iShares (se mantenuto per cinque anni e con un indice di rischio di 4 su 7, il più basso dei tre considerati) dichiara costi annuali dello 0,6%. L’Xtrackers sulla tecnologia, invece (raccomandato per sette anni e con indice di rischio di 5 su 7, come il Pictet) dello 0,3% annuo.

Rispetto al 2,74% annuo del Pictet Robotics Eur, a cui vanno poi aggiunti gli eventuali costi di distribuzione applicati dalla banca, il risparmiatore potrebbe pagari un costo annuo quasi dieci volte superiore rispetto agli ETF. E questo a fronte di uno strumento che non riesce sistematicamente a conseguire risultati migliori dei concorrenti su quasi nessun indicatore considerato nel tempo.

A questo punto riproponiamo la domanda iniziale: quello nel fondo Pictet Robotics Eur è davvero un investimento che vale la pena di fare o si possono valutare anche altre alternative ? Questo è anche il lavoro di una società di consulenza finanziaria indipendente come SoldiExpert SCF e risulta abbastanza evidenza che anche solo considerando i costi il nostro giudizio su questo fondo non è positivo. E anche i risultati e la strategia del fondo non fanno altro che confermare questo giudizio.

 

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Salvatore Gaziano

Responsabile Strategie di Investimento di SoldiExpert SCF

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Marco Cini

Esperto di pianificazione finanziara e previdenziale

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