Gestioni patrimoniali

Cos’è una gestione patrimoniale

Le gestioni patrimoniali sono soluzioni in cui un intermediario autorizzato gestisce un portafoglio di strumenti finanziari per conto del cliente, in base a un mandato scritto.

L’attività di gestione può essere svolta solo da soggetti autorizzati: le principali figure legittimate a operare sono le banche e le SIM (Società di Intermediazione Mobiliare).

 

Le gestioni patrimoniali: possono offrirle tutti?

 

Assolutamente no. In Italia, solo alcuni soggetti possono gestire patrimoni.

In particolare, non sono autorizzati a gestire il patrimonio del cliente: i consulenti finanziari autonomi e le SCF (Società di Consulenza Finanziaria): possono solo fornire consulenza, cioè suggerire al cliente cosa fare, ma non operano direttamente né acquistano strumenti, neanche con delega.

I consulenti abilitati all’offerta fuori sede e la gestione di patrimoni

 

I consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede (ex promotori finanziari): lavorano per conto di una banca o SIM e non possono gestire autonomamente il portafoglio del cliente.

Ad esempio un promotore finanziario di Banca Mediolanum o Fineco:

  • può proporre al cliente una gestione patrimoniale della banca;
  • può raccogliere la firma sul contratto;
  • può fornire assistenza;
  • ma non decide come viene gestito il portafoglio: le scelte spettano all’ufficio gestione patrimoniale o al comitato investimenti della banca.

 

Consulente autonomo o SCF e il divieto di gestione patrimoniale

 

Anche i consulenti autonomi e le SCF le societa di consulenza finanziaria non possono gestire i patrimoni dei clienti.

Facciamo un esempio pratico per capire meglio.

Un cliente si rivolge a un consulente finanziario autonomo o a una SCF perché vuole investire 200.000 euro.

Cosa può fare il consulente autonomo / SCF:

  • Analizza la situazione patrimoniale e il profilo di rischio del cliente;
  • Propone un portafoglio personalizzato con ETF, fondi, azioni o obbligazioni;
  • Spiega come acquistare gli strumenti consigliati presso la banca del cliente o su una piattaforma online (es. Fineco, Banca Sella, Directa, ecc.);
  • Può fornire un documento scritto con la strategia da seguire;
  • Resta disponibile nel tempo per aggiornare le raccomandazioni, se concordato.

Cosa NON può fare:

  1. Non può eseguire direttamente gli ordini al posto del cliente;
  2. Non può movimentare il conto corrente o il deposito titoli;
  3. Non può gestire i soldi del cliente, nemmeno con delega.

 

Da chi sono fatte le scelte di investimento nelle gestioni patrimoniali?

Le scelte sono effettuate dal gestore professionale, che può essere un singolo esperto o un team all’interno dell’intermediario autorizzato (principalmente banca o SIM).

Il gestore:

  • decide quali strumenti acquistare o vendere
  • lavora entro i limiti previsti dal mandato di gestione;
  • è supportato da analisti, comitati e modelli di asset allocation.

Chi non decide:

  1. Il cliente (ha affidato la gestione in delega);
  2. Il promotore finanziario o consulente collegato all’intermediario, può consigliare la gestione più adatta, ma non interviene nelle scelte operative.

 

Quali strumenti può comprare e vendere il gestore?

 

La gestione patrimoniale mobiliare (GPM) investe in titoli individuali: azioni, obbligazioni, ETF, fondi, derivati, ecc.

Nelle GPF il patrimonio è investito prevalentemente in fondi comuni o SICAV.

 

Il gestore ha piena libertà d’azione?

 

No. Il gestore deve rispettare i limiti imposti dal mandato di gestione, che stabilisce:

  • il profilo di rischio (prudente, bilanciato, dinamico);
  • le asset class ammesse;
  • l’orizzonte temporale dell’investimento.

 

Cosa succede se il gestore non rispetta il mandato?

Se il gestore opera fuori dai limiti contrattuali della gestione (es. investe in azioni ad alto rischio in una gestione prudente), la banca o SIM può:

  • essere ritenuta inadempiente contrattualmente;
  • subire sanzioni da Consob o Banca d’Italia;
  • essere obbligata a risarcire il cliente per eventuali perdite.

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