Piani individuali di risparmio

Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia tra i peggiori PIR

Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia tra i peggiori PIR
Come Investire

Sabato 7 dicembre Milano Finanza ha pubblicato un’interessante classifica sui primi 70 fondi PIR ordinati per performance. Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia IT0005066953, un PIR di Mediolanum risulta tra i peggiori come performance ma è un campione di raccolta. Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia performance deludenti   Colpisce che tra i fondi PIR in cima alle classifiche … Continued

Investire sui fondi PIR conviene? Un’opinione contrarian

Investire sui fondi PIR conviene? Un’opinione contrarian
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Lo strombazzato beneficio fiscale potrebbe finire nelle tasche di banche e intermediari, e non dei risparmiatori. Come un elefante in cristalleria le società di gestione italiane rischiano di distruggere il segmento che si è dimostrato il migliore a Piazza Affari nell’ultimo decennio. E i maggiori argomenti di vendita utilizzati sono contestabili: ecco come e perché…

I piani individuali di risparmio (PIR) sono stati introdotti nel 2017 come incentivo fiscale per chi investe in strumenti finanziari legati all’economia italiana. In cambio di alcuni vincoli, promettono esenzione dalle imposte su capital gain e successione. Una sorta di “contenitore fiscale” all’italiana, ispirato ai modelli britannici (ISA) o francesi (Plan d’Epargne).

In teoria, un’opportunità per i risparmiatori. Nella pratica, però, il bilancio è meno entusiasmante. i vantaggi esistono, ma sono accompagnati da costi elevati, vincoli rigidi e rendimenti spesso deludenti. Citando un famoso film, esiste tra i PIR: il buono, il brutto e il cattivo.

PIR: perché le banche li spingono (e chi ci guadagna davvero)

Le reti bancarie e le SGR promuovono i PIR con grande entusiasmo. E il motivo è semplice: i piani individuali di risparmio sono prodotti molto redditizi per chi li vende. In molti casi, i costi di gestione superano il 2% annuo, e a questi si sommano commissioni di performance, costi di ingresso o uscita e altre spese spesso poco visibili.

Con i fondi PIR si fa un regalo a banche e reti: in 5 anni un fondo PIR medio può mangiare fino al 14% del capitale in costi, vanificando in gran parte il beneficio fiscale.

Inoltre, molti piani individuali di risparmio sono investiti in fondi multi-asset poco trasparenti, con performance inferiori al mercato. Tra le delusioni, Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia tra i peggiori PIR.

Investire nell’economia reale? Sì, ma solo sulla carta

Un altro argomento spesso usato per promuovere i PIR è che “aiutano le imprese italiane”. Ma investire in titoli già quotati sul mercato secondario non porta nuovo capitale alle aziende.

Per chi si stesse chiedendo se “i PIR sono davvero utili all’economia italiana?”, acquistare azioni di società come Juventus, Technogym o Banca Ifis non significa finanziare direttamente l’economia reale.

Inoltre, i piani individuali di risparmio sono soggetti a forti limiti: almeno il 70% del portafoglio deve essere investito in strumenti italiani, di cui il 25% in titoli di PMI quotate su mercati come l’Euronext Growth Milan (ex AIM). Il risultato? Un portafoglio poco diversificato, fortemente esposto al rischio Paese e a settori poco liquidi.

I piani individuali di risparmio convengono davvero?

I PIR possono ancora avere un senso, ma solo in casi specifici. Ecco alcune valutazioni chiave:

  • Durata: il vantaggio fiscale scatta solo dopo 5 anni;

  • Importo massimo: 40.000 euro l’anno, fino a 200.000 totali;

  • Flessibilità: scarsa. In caso di uscita anticipata si perdono tutti i benefici;

  • Costi: spesso elevati rispetto ad alternative come gli ETF.

La guida critica ai fondi PIR spiega come in Italia non sia possibile creare piani individuali di risparmio fai-da-te con ETF a basso costo, come avviene in altri Paesi. Il risparmiatore è quindi costretto a scegliere tra i prodotti confezionati dalle SGR, con poca trasparenza e margini alti per chi li vende.

vantaggi fiscali sì, ma con attenzione

I piani individuali di risparmio non sono uno strumento da scartare a priori, ma richiedono una valutazione attenta. Il beneficio fiscale è reale, ma potrebbe essere annullato da commissioni elevate e scarsa qualità nella gestione.

Se stai pensando di investire in PIR o ne hai già sottoscritti, valuta se sono coerenti con i tuoi obiettivi, il tuo orizzonte temporale e il tuo profilo di rischio. A volte, una soluzione fiscalmente neutra ma più efficiente — come un PAC in ETF — può portare risultati migliori netti alla mano.

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